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Giovedì 09 MAGGIO 2019
Conte diffida la Regione Toscana su bilancio sanitario, in ‘rosso’ per 200 mln. Rossi: “Disparità di trattamento ma pronti a chiarire”

È braccio di ferro tra Governo e Regione Toscana su una perdita della sanità regionale che al 2018 ammonta complessivamente a quasi 200 milioni di euro. Dopo l'invio di una lettera di diffida del presidente del Consiglio Conte a Enrico Rossi, la risposta del governatore toscano che riepiloga l'intera vicenda e l’effettiva situazione: “Ci siamo attivati per trovare le coperture necessarie”.

"La Regione Toscana non ha avviato misure di copertura per far fronte ad una perdita della sanità regionale che al 2018 complessivamente ammonta a 199,443 milioni di Euro”. Lo rivelano in una nota Stefano Mugnai, Vice capogruppo alla Camera e Coordinatore regionale di Forza Italia e Maurizio D’Ettore, deputato azzurro.

Nella nota, gli esponenti politici citano una lettera di diffida che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha inviato nei giorni scorsi al governatore toscano Enrico Rossi, nella quale chiede conto del disavanzo di bilancio e di rimettere i conti in regola entro la fine di maggio.

"Il 30 aprile la Regione aveva immediatamente provveduto a rispondere al Governo in relazione alla nota di diffida - si legge in una nota della Regione Toscana -, riepilogando l'intera vicenda e l'effettiva situazione. Questo in particolare per quanto riguarda il fatto di caricare sul bilancio 2018 le perdite pregresse del decennio 2001-2011, decennio di forti investimenti in sanità, con spese di ammortamento che all'epoca per legge erano escluse dal computo".
 
Immediata la risposta del presidente del Consiglio dei Ministri Conte: "Nel ringraziarla per la sollecitudine della Sua risposta, Le segnalo che ho tempestivamente informato il Ministro dell'Economia e delle finanze circa le osservazioni relative alla quantificazione della perdita da ripianare da parte della Regione Toscana e, contestualmente, ho chiesto al Ministro di attivare le strutture ministeriali al fine di una urgente convocazione di un tavolo tecnico".

Detto dalla Regione è arrivata la spiegazione del 'buco'. "Il presidente Rossi ricorda che la questione trae appunto origine nel decennio antecedente all'entrata in vigore del Decreto legislativo 118/2011 - specifica la nota -, nel quale le verifiche escludevano dal computo gli ammortamenti, in quanto costi non monetari. Ricorda inoltre che la Regione Toscana ha realizzato, proprio nel decennio in questione, così come nel decennio precedente, 'rilevanti investimenti tesi a potenziare e rinnovare le strutture e le attrezzature', con una conseguente maggiore incidenza degli ammortamenti e quindi un ammontare proporzionalmente maggiore di perdite pregresse da ripianare".

"Comunque - si legge ancora - utilizzando risorse provenienti da varie fonti, al 31 dicembre 2017, l'ammontare delle perdite pregresse in esame si è ridotto, rispetto a un importo iniziale di circa euro 885 milioni, a euro 167 milioni, e tale ammontare non è statico da 4 anni, come pare desumersi dalla lettera di diffida, ma si è ridotto in quest'ultimo periodo di circa il 17% (passando da circa 202 milioni a 167)".

Infine il presidente ricorda che con gli ultimi provvedimenti legislativi e amministrativi adottati dalla giunta "è stato definito un piano organico per il completo ripiano della quota di perdite pregresse non ancora ripianate (i 167 milioni) con lo stanziamento di 8,82 milioni per 19 anni a decorrere dal 2019".

Quindi le conclusioni del presidente: "Pertanto chiedo che la Regione Toscana sia convocata con urgenza nelle sedi opportune per un esame delle misure adottate nei giorni scorsi. Ritengo, pertanto, che considerare la suddetta perdita pregressa residua come un ulteriore onere a carico del solo esercizio 2018, di cui dover garantire la copertura con i tempi e le modalità della legge 311/2004, costituisca una interpretazione del tutto priva di giustificazioni tecniche nonché lesiva della parità di trattamento rispetto ad altre Regioni, che continuano a godere della dilazione dei tempi".

Per quanto riguarda il 2018, spiega il presidente, "lo squilibrio economico del SSR per l'esercizio 2018 è da addebitarsi essenzialmente ai maggiori oneri gravanti sulle Regioni a seguito del rinnovo dei contratti nazionali di lavoro per il personale dipendente e del rinnovo delle convenzioni uniche nazionali mediche".

La Regione Toscana, spiega ancora il presidente, "garantisce i Livelli essenziali di assistenza quasi interamente tramite strutture pubbliche e per questo ha un'incidenza maggiore di tali costi rispetto ad altre Regioni: maggiori costi calcolabili in circa 108 milioni di euro, a fronte di un incremento dell'FSR garantito allo Stato di soli circa 45 milioni".

C'è poi l'"annosa vicenda" dei contenziosi ancora irrisolti tra Aifa e aziende farmaceutiche relative al cosiddetto "payback" sulla spesa farmaceutica "che a tutto il 2018 non hanno consentito di iscrivere nei bilanci regionali, o comunque di utilizzare come ricavi validi, oltre 165 milioni di euro. Anche in questo caso la vicenda pesa maggiormente sulla Toscana che su altre regioni per la preponderanza dei soggetti pubblici".

"La Regione Toscana, consapevole di dover intervenire ad integrare le risorse del FSR per garantire l'equilibrio economico del proprio Servizio Sanitario - conclude la nota - si è attivata per trovare le coperture necessarie, che si ritiene di aver fornito. Questo con leggi e deliberazioni già trasmesse, in data 24 aprile, al tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali".

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