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Giovedì 09 MAGGIO 2019
Reflusso laringofaringeo. La fundoplicatio è efficace?
Una revisione degli studi mette in dubbio l’efficacia della tecnica chirurgica della fundoplicatio per il reflusso laringofaringeo. Negli oltre 30 lavori presi in considerazione dai revisori, un team dell’Università belga di Mons, non ha riscontrato risultati univoci, nonostante la tecnica sia ampiamente impiegata per trattare questo tipo di disturbo
(Reuters Health) – L’efficacia della fundoplicatio non è dimostrata nel trattamento del reflusso laringofaringeo (LPR). Questo approccio andrebbe considerato solo per pazienti in cui un’alimentazione adeguata e i trattamenti medici hanno fallito.
A questa conclusione è giunta la revisione di oltre 30 studi condotto da Jerom Lechien e colleghi dell’Università di Mons, in Belgio e pubblicata da JAMA Otolaryngology-Head & Neck Surgery.
Lo studio.
Per esaminare gli esiti clinici, i ricercatori hanno revisionato 34 studi che hanno coinvolto 2.190 pazienti. Ne è emerso che l’83% dei soggetti mostrava un significativo miglioramento dei sintomi dopo l’intervento chirurgico e il 67% dei pazienti si considerava guarito.
Nonostante questo apparente successo, i ricercatori hanno osservato che il numero di pazienti in ogni studio oscillava da 9 a 324 e “sia il tasso di miglioramento che di cura differivano significativamente tra gli studi, variando dal 10% al 98%”.
Inoltre, “molti segni e sintomi abituali associati al reflusso laringofaringeo non sono stati considerati negli esiti clinici”.
In aggiunta, sebbene la maggior parte degli studi (31) abbia usato i risultati dei test del pH per la diagnosi, sono stati impiegati cinque diversi tipi di test, due studi si sono serviti di vari generi di test e sette non hanno specificato il sistema adottato. In quattro studi, la diagnosi si è basata sui sintomi e sui risultati della laringoscopia.
“Otorinolaringoiatri, gastroenterologi e chirurghi devono stabilire uno standard per i criteri diagnostici, chiare indicazioni per la chirurgia e futuri esiti clinici per valutare precisamente l’efficacia del trattamento.i pazienti dovrebbero essere informati del rischio di insuccesso della fundoplicazione”, conclude Lechien.
I commenti
. “La strategia ottimale per trattare i pazienti con reflusso laringofaringeo è difficile. Il ruolo della terapia chirurgica in questo gruppo di pazienti deve essere seriamente valutato prima di imbarcarsi in alterazioni anatomiche che dureranno tutta la vita e che a volte cambiano la vita”, osserva Michael Vaezi del Vanderbilt University Medical Center d Nashville, autore di un editoriale sullo studio.
“La letteratura attuale è piena di dati eterogeni e incerti. Raccomando un approccio ragionato e cauto nello stabilire inizialmente che il reflusso è la possibile causa dei sintomi extraesofagei dei pazienti. Ciò in larga parte può essere stabilito dalla risposta alla terapia medica, dalla presenza di alterazioni anatomiche come l’ernia iatale e dai test fisiologici che mostrano una significativa esposizione all’acido esofageo. Per i pazienti che non presentano ernia iatale e alcun reflusso o un reflusso lieve stabilito al basale tramite il test del pH, non consiglio l’intervento chirurgico perché la risposta a breve termine ottenuta dopo la chirurgia in molti casi si rivelerà un insuccesso nel lungo periodo”.
Fonte: JAMA Otolaryngology-Head & Neck Surgery 2019
David Douglas
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
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