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Venerdì 19 APRILE 2019
L’Omceo di Padova sul futuro riassetto della rete assistenziale sanitaria regionale

L'Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Padova interviene sul tema attualmente in discussione in quinta Commissione regionale a Venezia, chiarendo la propria posizione sui tetti di spesa e l'accesso alle scuole di specializzazione, e ricordando che il dovere del medico è sempre quello di mettere al primo posto i bisogni del paziente.

"In queste settimane si sono aperti confronti a più livelli sul futuro riassetto della rete assistenziale sanitaria Regionale, argomento attualmente in discussione in quinta Commissione Regionale a Venezia". È quanto si legge in una nota dell'Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Padova.

"La proposta iniziale - prosegue la nota -, avanzata dai competenti uffici regionali è oggetto di confronto in tutte le provincie del Veneto, al fine di giungere alla definizione di un quadro che sia in linea con il nuovo piano sanitario Regionale, considerando anche gli indirizzi normativi nazionali. In proposito si leggono sugli organi di stampa interventi da parte anche di autorevoli rappresentanti della Professione in più ambiti, che tratteggiano il proprio punto di vista a riguardo, ora confermando la bontà delle ipotesi avanzate, ora criticandone alcuni aspetti o identificando possibili problematiche".

"L’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Padova segue con grande interesse l'evolversi della questione - aggiunge la nota -; in queste settimane molteplici sono state le occasioni di confronto a riguardo e numerose le richieste di intervento dell'Ordine a difesa o a favore di specifici indirizzi. Tra i compiti prioritari dell’Ordine vi è anche la salvaguardia del diritto alla salute e la tutela dell’etica e della deontologia Professionale, con l’obiettivo di garantire sia la salute individuale che quella collettiva dei cittadini. L’Ordine, in altre parole, rappresenta una interfaccia tra Professionisti, Pazienti e Istituzioni".

"Dopo la recente pubblicazione delle schede ospedaliere da parte della Regione, il dibattito in provincia di Padova si è acceso sul destino dell’Ospedale Sant’Antonio. Le schede, come è noto - spiegano i Medici -, sono la rappresentazione della programmazione sanitaria che la Regione intende attuare nel prossimo futuro, con una prospettiva generalmente quinquennale: tale programmazione, che vede la gestione del presidio Ospedaliero Sant’Antonio con le proprie funzioni e le proprie afferenze da parte dell’Azienda Ospedaliera, non trova la condivisione di molti dei Professionisti di quella struttura, dal momento che alcuni di loro in più occasioni hanno pubblicamente manifestato la preoccupazione che tale provvedimento possa rappresentare la fine di un Ospedale molto importante per l’assistenza sanitaria della città, e, di conseguenza, il rischio che possano manifestarsi carenze nell’offerta assistenziale per la popolazione di Padova: accanto a questo, gli stessi professionisti e operatori della sanità lamentano di non avere certezze riguardo il loro futuro professionale".

"Dalla partecipazione dell’Ordine, con il suo Presidente e con i propri Consiglieri, ai vari incontri/dibattiti sulla specifica questione - aggiunge la nota - si è tratta una prevalente sensazione di insufficienti informazioni disponibili e di scarsa chiarezza su tempi e modi di applicazione dei contenuti della programmazione qualora venissero confermati dal Consiglio Regionale, oltre alla necessità che siano più nel dettaglio esplicitati gli elementi di garanzia per il mantenimento degli attuali livelli di assistenza per i cittadini del territorio padovano, considerando in maniera particolare gli aspetti di integrazione funzionale tra ospedale e territorio anche rispetto ai previsti posti letto di degenza per ospedale di comunità. Tutto ciò nel momento in cui la professione e l’assistenza sono già gravate dalla crisi per la carenza medici, conseguenza di storici errori programmatori".

"Superare il limite imposto per legge nazionale al tetto di spesa per il Personale del 2004 (ridotto dell'1,4%) e ribadito da numerose leggi finanziarie negli ultimi 15 anni - proseguono i Medici -, appare oggi indispensabile per garantire la possibilità al SSN di sopravvivere per come lo conosciamo, così come sono indispensabili nuove risorse per disporre di strumenti, applicativi, tecnologie sanitarie che consentano di fornire un’assistenza territoriale e specialistica che sia all'altezza delle aspettative dei cittadini. È indispensabile allineare da subito l'accesso alle scuole di specializzazione in modo da potersi garantire, tra un quinquennio, la soluzione strutturale al problema e superare la criticità dell'imbuto formativo che oggi determina un numero di laureati ben superiore alle disponibilità di accesso ai percorsi formativi successivi".

"In questo momento di grandi difficoltà e di scelte coraggiose, ove la Professione deve alzare la propria voce per valorizzare il proprio ruolo, appare assolutamente necessario evitare di dare letture parziali e distorte della realtà sanitaria. All’interno del Servizio Sanitario Nazionale - spiegano i Medici - le differenti Professionalità e competenze mediche si completano vicendevolmente tra loro, integrando competenze diverse al servizio del Paziente, sia sul territorio che in ambito ospedaliero. Non esiste, come non esiste in qualunque organismo complesso, un organo o una specifica componente indispensabile rispetto ad altre, come non esiste un organo o una funzione inutile. Non esistono organi o Medici di 'rango' diverso come recentemente affermato da qualcuno, ma esistono soltanto funzioni diverse strettamente correlate tra loro ed interdipendenti, al servizio di chi ha bisogni di salute, senza gerarchie professionali che non solo non esistono nei fatti, ma che rappresentano una minaccia per l'interesse del Paziente, che deve essere in ogni caso al centro di ogni ragionamento di sviluppo della professione".
 
"Discriminare funzioni o favorire l'idea che alcune professionalità siano più nobili o indispensabili di altre è fuorviante e scorretto e su questo l'Ordine intende richiamare l'attenzione. In questi momenti di difficoltà - si legge nella nota - auspichiamo che ogni Professionista senta invece forte il senso di responsabilità necessario al momento storico e che nei tavoli di discussione (tutti) non si prescinda mai dalla consapevolezza che noi Medici, tutti e tutti insieme, rappresentiamo la nobilissima Professione alla quale abbiamo prestato giuramento".
 
"Ricordino sempre i Colleghi, infine, come anche nelle scelte difficili o antagoniste il dovere del Medico è chiedersi prima di tutto cosa sia più vantaggioso per il Paziente, prima ancora di considerare ogni altra aspetto e/o implicazione. Se sapremo valorizzare questa capacità, che distingue nella sostanza l'essere Medico da molte altre Professioni, potremo sperare di recuperare anche molta della capacità di positiva influenza nell'ambito delle scelte politiche ed economiche che si è smarrita nel corso degli ultimi decenni, spesso a scapito di logiche economicistiche e talora consumistiche delle prestazioni sanitarie e che tendono talvolta a svilire le potenzialità della professione Medica - conclude la nota - talora giungendo a ridurle a prestazioni commerciali svalutate e prive dell'indispensabile aspetto umano e relazionale che ogni atto medico ha insito ed implicito nella sua stessa essenza.

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