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Mercoledì 17 APRILE 2019
Sanità italiana al 20° posto in Europa secondo i consumatori. “Troppe differenze regionali”. Disco rosso per liste d’attesa, accesso a nuovi farmaci e consumo antibiotici. Al top la Svizzera, in calo Francia, Germania e Uk
Il nostro Paese conferma nel 2018 il risultato del 2017. Ecco la nuova indagine annuale di Health Consumer Powerhouse che valuta i sistemi sanitari in base al mix di dati statistici sanitari ufficiali e il livello di soddisfazione dei cittadini. Sull'Italia la spada di Damocle del divario Nord-Sud: “Da Roma in giù la sanità è pessima. Bene invece i dati sulla medicina di famiglia e sulla mortalità per ictus e infarti”. IL REPORT
La sanità italiana si conferma anche nel 2018 al 20° posto in Europa. È quanto emerge dal nuovo Euro Index Consumer Health 2018 (EHCI) pubblicato dalla Health Consumer Powerhouse che dal 2005 valuta i sistemi sanitari di 35 paesi del continente europeo. Al top dopo 10 anni si attesta invece la Svizzera che scalza i Paesi Bassi. (Vedi rapporto 2017).
Ricordiamo che l’indice è il risultato di un’analisi che in base a 46 indicatori suddivisi in 6 aree (Diritti dei pazienti e informazione, accesso alle cure, risultati trattamenti, gamma servizi, prevenzione e l'uso di prodotti farmaceutici) e analizza i dati statistici sanitari ufficiali e il livello di soddisfazione dei cittadini.
Lo studio evidenzia come “nonostante le misure di austerità indotte dalla crisi finanziaria, come quelle di restrizione dell’aumento spesa sanitaria, l'assistenza sanitaria europea continua a produrre risultati migliori. I tassi di sopravvivenza per malattie cardiache, ictus e cancro sono in aumento, anche se si assiste ad un peggioramento degli stili di vita come l'obesità, il consumo di cibo spazzatura e la crescita della sedentarietà. Bene l’indicatore della mortalità infantile, che continua a scendere anche negli Stati baltici, che sono stati gravemente colpiti dalla crisi finanziaria”.
Il report però segnala come ci siano ancora molte differenze all’interno dell’Europa dove un terzo dei cittadini ha difficoltà ad accedere ai servizi. Molto lentamente procede anche lo sviluppo della sanità digitale e infine una critica alla politica: “Medici e alcuni manager implementano il cambiamento al contrario di quanto fanno politici e amministratori”.
La classifica 2018. La Svizzera di posizioni in testa con 893 punti. Seguono i Paesi Bassi con 883 punti. Sul terzo gradino del podio troviamo la Norvegia con 857 punti che ha scalzato la Danimarca (855 punti). A seguire il Belgio con 849 punti. Sesta la Finlandia (839 punti) cui segue il Lussemburgo (809 punti). La Francia scende dal nono all’undicesimo posto (796 punti), la Germania crolla dal 7° al 12° posto con 785 punti. In calo anche il Regno Unito che passa dal 14° al 16° con 728 punti e la Spagna che dal 17° scende al 19° (698 punti). Fanalino di coda l'Albania (544 punti). (vedi valutazione per singolo indicatore)
L’Italia nel 2018 si conferma come l’anno scorso al 20° posto con 687 punti (+15 punti rispetto al 2017). L’indagine conferma come il problema principale del Paese siano le differenze regionali. “L’Italia ha la più grande differenza riferita al Pil pro capite tra le regioni di qualsiasi paese europeo. Il PIL della regione più povera è solo 1/3 di quello della Lombardia (la più ricca). Anche se in teoria l'intero sistema sanitario opera sotto un ministero centrale della salute, il punteggio dell’Italia è un mix tra il verde (livello alto) da Roma in su e il rosso (livello più basso) per le regioni meridionali e per questo su molti indicatori i punteggi sono gialli”.
I punti deboli del nostro Paese sono l’accesso ai servizi a causa dei lunghi tempi di attesa, l’eccessivo ricorso al parto cesareo, i ritardi per l’accesso alle terapie innovative e l’elevato uso di antibiotici. Punti di forza invece la medicina di famiglia, i tassi bassi di decesso per ictus e infarto e la bassa mortalità infantile. Buoni i risultati anche sulla prevenzione.
Luciano Fassari
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