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Martedì 09 APRILE 2019
Specializzazioni mediche. Cisl Medici su proposta Bussetti: “Non basta per risolvere il problema ne servirebbero 11 mila l’anno”
Il segretario del sindacato Biagio Papotto critica l’annuncio del Ministro dell’Istruzione che ha dichiarato che le borse aumenteranno del 30% per arrivare a 8.000 già da quest'anno. “Bisognerebbe con l'aiuto delle Regioni, in particolare con quelle più ricche, che dovrebbero fare qualche sacrificio economico in più, arrivare ad incrementare le borse di studio a non meno di 11.000 annue”.
Quanto annunciato dal Ministro dell'Istruzione Marco Bussetti in merito all'aumento delle borse di specializzazione del 30% fino ad arrivare a 8000, il Segretario Nazionale della Cisl Medici Biagio Papotto ha dichiarato: “non risolve il problema dell'imbuto formativo e della mancanza degli specialisti da inserire nel SSN pubblico e del territorio. Bisognerebbe con l'aiuto delle Regioni, in particolare con quelle più ricche, che dovrebbero fare qualche sacrificio economico in più, arrivare ad incrementare le borse di studio a non meno di 11.000 annue”.
“Il MIUR con le Regioni poi, dovrebbe evidenziare una programmazione seria delle specialità mancanti nei territori – continua il Segretario della Cisl Medici - perché a volte è inutile formare specialisti se il giorno dopo non trovano il posto di lavoro. Converrebbe fare un'analisi dettagliata dei fabbisogni regione per regione, ed eventualmente aumentare le borse di studio dove si ha maggiore esigenza, in particolare relativamente all'emergenza-urgenza nei Pronto Soccorsi, Anestesia e Rianimazione, Ortopedia, Ginecologia e Pediatria".
“Inoltre – prosegue -, recuperare le borse di studio che non sono state utilizzate negli ultimi anni darebbe ulteriore respiro. Sarebbe opportuno che la formazione degli specializzandi coinvolgesse gli ospedali del territorio del SSN pubblico, in modo che la formazione di questi medici specialisti fosse già pronta e formata dentro quegli ospedali dei territori dove saranno assunti. Altra discussione è la programmazione per l'accesso alla facoltà di Medicina e Chirurgia. Bisognerebbe rivedere il numero chiuso, aumentarlo, con un nuovo percorso di selezione”.
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