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Mercoledì 03 APRILE 2019
In italia 80% over 75 soffre di malattie reumatologiche. Al via i Reumadays 2019 della Sir
Per la seconda edizione nelle piazze di 11 nuove città italiane saranno installati degli speciali info point dove i reumatologi della Sir incontreranno i cittadini. Sono previste diverse iniziative tra cui: la dimostrazione dell’esecuzione di alcuni esami diagnostici, tavole rotonde con rappresentati dei pazienti, consulti medici, lezioni di prevenzione svolte da giovani reumatologi, distribuzione di materiale informativo e sondaggi conoscitivi.
“Anziani del nostro Paese sempre più alle prese con le malattie reumatologiche. Tra gli over 65, che soffrono di patologie croniche, il 38% è colpito da artrosi o artrite e il 19% invece da osteoporosi. Nella popolazione con più di 75 anni questi tre disturbi interessano in totale otto italiani su dieci. E preoccupa il probabile aumento della diffusione delle malattie che tenderà a crescere con l’invecchiamento generale della popolazione della Penisola”. E’ questo l’allarme lanciato oggi dalla Società Italiana di Reumatologia (SIR) in occasione di un convegno nazionale che si tiene presso il Ministero della Salute.
La Società Scientifica ha presentato i primi risultati della campagna Malattie Reumatologiche? No grazie! che si è svolta nelle settimane precedenti su tutto il territorio nazionale. Gli specialisti della SIR, per la prima volta nel nostro Paese, sono andati in 25 centri anziani di altrettante città per condurre delle speciali lezioni di salute. Le ultime tappe si terranno nei prossimi giorni. Durante i vari incontri sono stati illustrati i principali sintomi delle più importanti malattie reumatologiche con l’obiettivo di facilitare la diagnosi precoce e consentire di intraprendere il trattamento più opportuno. La campagna ha visto la partecipazione di decine di medici, per un totale di circa 5mila anziani raggiunti e di oltre 8mila opuscoli informativi distribuiti.
“L’obiettivo è creare una nuova cultura della prevenzione anche tra gli italiani non più giovanissimi - aggiunge il prof. Roberto Gerli, Presidente Eletto SIR -. Quelle reumatologiche non possono essere considerate solo patologie della terza età. Gli anziani risultano però particolarmente esposti al rischio d’insorgenza. Rappresentano inoltre una categoria di pazienti particolarmente difficili da trattare perché spesso sono interessati da altri gravi problemi di salute come disturbi cardio-vascolari o metabolici. Abbiamo deciso di rivolgerci a loro per la nostra prima campagna educazionale nel 2019”.
In totale le patologie reumatologiche interessano più dell’8% della popolazione italiana. Malattie gravi ed invalidanti come artrite reumatoide, connettiviti e spondilite anchilosante possono insorgere anche intorno ai 35-40 anni (soprattutto tra le donne). Non solo. L’artrite idiopatica giovanile, una malattia autoimmune molto aggressiva, colpisce oltre 10mila bambini e teenager italiani. Da qui l’esigenza di svolgere una campagna informativa che coinvolga gli italiani d’ogni fascia d’età.
Riparte quindi il tour itinerante di SIR #Reumadays 2019. Per la seconda edizione nelle piazze di 11 nuove città italiane saranno installati degli speciali info point dove i reumatologi incontreranno i cittadini. Sono previste diverse iniziative tra cui: la dimostrazione dell’esecuzione di alcuni esami diagnostici, tavole rotonde con rappresentati dei pazienti, consulti medici, lezioni di prevenzione svolte da giovani reumatologi, distribuzione di materiale informativo e sondaggi conoscitivi.
“Le patologie reumatologiche possono essere contrastate efficacemente - afferma il prof. Mauro Galeazzi, Past President della SIR -. Servono però diagnosi precoci e successivamente un tempestivo intervento terapeutico. Così si riduce notevolmente l’impatto della malattia e, in alcuni casi, riusciamo anche a ridurre la progressione del danno. Tutto ciò consente un netto miglioramento della qualità di vita del paziente e anche della sopravvivenza. Per prevenire le disabilità dell’apparato locomotore diventa quindi fondamentale riuscire ad intervenire prima che sia troppo tardi. La nostra nuova campagna sarà quindi incentrata sull’informazione corretta che purtroppo manca ancora nel nostro Paese”. “Il 15% degli italiani dichiara di non aver mai sentito parlare delle malattie reumatologiche - aggiunge la prof.ssa Manuela Di Franco, Delegato regionale SIR per il Lazio -. E più della metà non sa che si possono prevenire. Una scarsa consapevolezza che può avere effetti nefasti sull’intero sistema sanitario nazionale e che va quindi contrastata al più presto. La nostra Società Scientifica è un prima linea e chiediamo che tutte le istituzioni sanitarie, sia locali che nazionali, ci aiutino sostenendo le nostre iniziative e promuovendone simili in tutta Italia”.
#Reumadays 2019 prenderà il via nel mese di maggio. Le città coinvolte nella nuova edizione sono: Torino (4-5 maggio); Genova (7-8 maggio); Roma (10-11 maggio); Napoli (13-14 maggio); Catania (17-18 maggio); Cosenza (20-21 maggio); Bari (24-25 maggio); Ferrara (27-28 maggio); Mantova (29-30 maggio); Trento (2-3 giugno) e Milano (5-6 giugno). L’intera campagna è realizzata grazie al contribuito non condizionate di BMS, Abiogen, Abbvie, Celgene, Lilly, Novartis e Roche.
Alla campagna itinerante partecipano anche le associazioni dei pazienti. “Per il secondo anno vogliamo dare il nostro contribuito all’iniziativa della SIR - sottolinea la dott.ssa Silvia Tonolo, Presidente Associazione Nazionale Malati Reumatici ANMAR -. Le patologie reumatologiche non ricevono ancora la giusta attenzione da parte delle istituzioni sanitarie locali e nazionali. Si rende quindi assolutamente necessario stimolare l’opinione pubblica su un grande problema di salute che interessa sempre più italiani”. “Bisogna diffondere l’informazione riguardo a queste patologie croniche e invalidanti - conclude la dott.ssa Maddalena Pelagalli, Vice Presidente Associazione nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e rare APMAR -. Nonostante i numeri importanti che presentano, sono ancora oggi patologie poco conosciute dai cittadini e soprattutto poco riconosciute a livello sociale”.
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