quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Lunedì 30 GENNAIO 2012
Intramoenia. Aumentano gli utili delle Asl: +9,1. Il cesareo l'intervento più richiesto
La contrazione dei costi dal 2008 al 2009 ha permesso alle Aziende di guadagnare sempre più dalla libera professione intramuraria. Al personale sanitario resta in tasca l'86% dei ricavi. Cesarei e interventi della tiroide i più gettonati. Ecco la Relazione che la Salute ha trasmesso al Parlamento (parte 1, parte 2, parte 3).
Diminuiscono i ricavi per il Ssn legati all’intramoenia, passati da 1,264.776 miliardi del 2009 a 1,226.758 del 2010. Ma aumentano i saldi. Dal 2008 al 2009, infatti, si registra un decremento dei costi dello 0,6% che, seppur associata ad un incremento lieve dei ricavi (+0,5%), ha permesso un considerevole aumento degli utili (+9,1% circa), passati da 148.991.000 a 162.476.000. E la tendenza sembra confermata per il 2010. In base ai dati disponibili relativi al quarto trimestre, infatti, a fronte della diminuzione del 3% dei ricavi (da 1,264.776 miliardi a 1,226.758) si registra un saldo positivo del 5,7% (da 162,476 milioni a 171,744 milioni), proprio grazie a un contenimento del 4,2%dei costi sostenuti dalle aziende per le prestazioni in regime intramurario, scesi da 1,102 miliardi a 1,055). A conti fatti, dunque, solo il 14% dei soldi che entrano nell’azienda per la libera attività intramuraria restano alla stessa. L’86% va a personale sanitario che ha erogato la prestazione.
E' quanto emerge dalla Relazione al Parlamento presentata dal ministro della Salute, Renato Balduzzi, e relativa all'anno 2009 e ai dati provvisori per il 2010.
Emilia Romagna, Toscana e Veneto solo le tre Regioni che più incassano dall’intramoenia, rispettivamente con 29,5 milioni, 28,4 milioni e 19,6 milioni di euro. I saldi inferiori si registrano invece in Basilicata (173), Valle D’Aosta 256 e Molise (870).
L’analisi dei dati permette di evidenziare come le Regioni del Centro-Nord facciano registrare un volume di ricavi per prestazioni in Intramoenia maggiore, mentre la spesa pro-capite nelle Regioni meridionali ed insulari è generalmente piuttosto esigua. Infatti in Regioni come Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia corrisponde una spesa pro-capite nettamente superiore alla media nazionale di 21,1 euro/anno (sono sopra la media anche Lazio, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Liguria e Marche), mentre in tutte le Regioni meridionali ed insulari si registra una spesa pro-capite inferiore alla media nazionale. In particolare, poi, il valore corrispondente alle Regioni Calabria, Basilicata, Campania, Sicilia, Sardegna e Molise non raggiunge neanche quota 11 euro/anno (pari a circa la metà della media nazionale).
Approfondendo l’analisi per tipologia di ricavi, relativamente all’area ospedaliera, valori superiori alla media nazionale (pari a 5,9 euro/anno pro-capite) si registrano in Lombardia (12,8 euro/anno), Abruzzo (10,8 euro/anno), Toscana (10,6 euro/anno), Valle d’Aosta (9,1 euro/anno), Piemonte (8,6 euro/anno), Emilia-Romagna (7,3 euro/anno) e Liguria (6,4 euro/anno). La graduatoria stilata per l’area delle prestazioni specialistiche, invece, vede ai primi posti Emilia-Romagna (25,0 euro/anno), Toscana (24,1 euro/anno), Marche (20,0 euro/anno), Veneto (18,0 euro/anno), P.A. Trento (17,7 euro/anno), Valle d’Aosta (16,7 euro/anno), Friuli Venezia Giulia (16,3 euro/anno), Piemonte (15,8 euro/anno) e Lazio (13,6 euro/anno), il tutto a fronte di una media nazionale di 12,4 euro/anno pro-capite.
Per quanto riguarda i ricoveri, quelli effettuati in regime di intramoenia di concentrano in particolare su cinque Regioni: Campania (19,2%), Lazio (17,8%), Lombardia (16,4%), Emilia-Romagna (10,6%) e Toscana (10,4%). “Tuttavia – si legge nella relazione - per ottenere un’informazione più precisa, è indispensabile normalizzare il dato rapportando i ricoveri effettuati in Alpi con il totale dei dimessi per Regione”. Emerge qui che, se resta invariata la situazione per Campania, Lazio, Toscana ed Emilia-Romagna, tuttavia il dato della Lombardia si rivela perfettamente in linea con quello medio Italia (0,5%). Viceversa, la Regione Piemonte ha una quota di dimessi Alpi superiore alla media nazionale (vedi tabelle a fondo pagina).
Quanto ai DRG che più frequentemente risultano associati ad un ricovero effettuato in attività libero professionale intramuraria si tratta soprattutto di parti con taglio cesareo senza complicanze (2,4%), seguiti dagli interventi sulla tiroide (2,2) e da quelli su intestino crasso e tenue senza complicanze (1,6).
© RIPRODUZIONE RISERVATA