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Martedì 12 MARZO 2019
Contratto medici. Palermo (Anaao): “Sfida più dura è migliorare le condizioni di lavoro”

Il sindacato alla vigilia della ripresa delle trattative in Aran per il CCNL 2016/2018 rileva come “è necessario comprendere fino in fondo la fase storica che stiamo vivendo, analizzarne i contenuti e mettere in campo soluzioni che raggiungano l’obiettivo di restituire valore, anche economico, al lavoro professionale”.

“La riapertura del tavolo contrattuale all’Aran per il CCNL 2016/2018 dell’Area della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria comporta per le parti l’assunzione di una grande responsabilità che attiene il futuro stesso del SSN”, afferma Carlo Palermo, Segretario Nazionale Anaao Assomed. “La crisi finanziaria del 2008 e 10 anni di blocco contrattuale hanno inciso profondamente sul tessuto operativo dei servizi sanitari, lì dove si incontrano offerte prestazionali, capacità professionali ed esigenze dei cittadini. Il blocco del turnover, applicato in modo manifesto nelle Regioni sottoposte a piani di rientro e sottotraccia nelle altre, ha determinato un pesante degrado delle condizioni di lavoro. Al momento mancano circa 10.000 tra medici e dirigenti sanitari e ciò si riflette nelle difficoltà crescenti che gli utenti affrontano per accedere alle cure. Oramai siamo alla limitazione di un diritto costituzionalmente tutelato”.
 
“Il blocco decennale ha funzionato come una sorta di dumping contrattuale con stipendi erosi dai tassi inflattivi, il disagio derivante da condizioni di lavoro in inesorabile peggioramento, remunerato con indennità vergognose, e le possibilità di carriera professionale di fatto abolita. I giovani professionisti sono, oramai, attratti maggiormente da offerte di stipendi che sono il doppio di quelli percepiti in Italia nel settore pubblico avanzate dai paesi europei alla ricerca spasmodica di laureati e specialisti medici per compensare la carenza che si prospetta nelle loro strutture sanitarie. Lo stesso lavoro come dipendente del SSN è messo in crisi da vantaggi fiscali come la flat tax, prevista al 15% per i redditi da lavoro libero professionale fino a 65.000€, che rende più conveniente il rapporto non esclusivo o totalmente privato”.
 
“Si tratta – conclude Palermo - di invertire questa deriva utilizzando al meglio il formidabile strumento contrattuale, per vincere la sfida più dura che consiste nel migliorare le condizioni di lavoro. Per fare questo è necessario comprendere fino in fondo la fase storica che stiamo vivendo, analizzarne i contenuti e mettere in campo soluzioni che raggiungano l’obiettivo di restituire valore, anche economico, al lavoro professionale e vedano nella sicurezza delle cure un obbligo deontologico e nelle condizioni di esercizio della professione un elemento di dignità professionale”.

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