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Mercoledì 27 FEBBRAIO 2019
A Copenhagen nuovo centro di eccellenza per la ricerca dermatologica

La struttura, promossa dalla Leo Foundation (la fondazione che controlla anche il 100% della multinazionale Leo Pharma), collaborerà con ospedali e centri di ricerca di tutto il mondo. L’investimento è di oltre 50 milioni di euro in dieci anni.

Si calcola che almeno un quarto della popolazione globale soffra di un problema dermatologico durante la sua vita. Ad oggi si conoscono oltre 3.000 patologie della pelle e soprattutto quelle croniche hanno un grande impatto socio-sanitario e coinvolgono aspetti della vita che vanno al di là del disturbo vero e proprio, interessando anche la sfera psichica per lo stigma che portano con sé.
 
A Ballerup, a pochi chilometri da Copenhagen, sorge la sede principale di Leo Pharma, una multinazionale danese con oltre 100 anni di storia e un modello di governance particolare: l’azienda dal 1984 è interamente controllata dalla Leo Foundation, una fondazione indipendente che permette di reinvestire gran parte degli utili nell’attività, senza doverli dividere tra gli azionisti.
 
La Leo Foundation ha inaugurato a Copenhagen lo Skin Immunology Research Center, un centro di eccellenza in cui svolgere ricerche ad alto profilo sul sistema immunitario della pelle e sulle patologie dermatologiche. Con un investimento di oltre 50 milioni di euro in 10 anni e la volontà di collaborare con ospedali e centri di ricerca di tutto il mondo, per trovare nuove soluzioni terapeutiche per i pazienti.
 
Leo Pharma punta su biologici e malattie rare
L’azienda danese, che ha circa 5.700 dipendenti in tutto il mondo (un’ottantina in Italia), è in piena espansione e si pone obiettivi ambiziosi entro il 2025: entrare a pieno titolo nel mercato dei biologici e trovare trattamenti efficaci per le malattie dermatologiche rare.
Per raggiungerli, Leo Pharma ha acquisito il portfolio dermatologico di Astellas e più recentemente l’unità di farmaci dermatologici soggetti a prescrizione di Bayer, compreso lo stabilimento produttivo di Segrate.
 
Significative anche le partnership: con AstraZeneca per l’affiancamento di terapie biologiche ai trattamenti topici e con la società californiana PellePharm per sviluppare terapie innovative nelle patologie dermatologiche rare, in primis sindrome di Gorlin e carcinoma basocellulare a elevata ricorrenza.
 
La collaborazione e l’apertura verso l’esterno sono principi cardini dell’azienda, come sottolineato anche da Kim Domela Kjøller, vicepresidente per sviluppo e ricerca globali di Leo Pharma: “Grazie al progetto Open Innovation analizziamo gratuitamente nei nostri laboratori molecole promettenti in ambito dermatologico di altre aziende, senza alcun vincolo”, spiega. Nel momento in cui ci fosse l’interesse a iniziare un percorso strutturato, Leo Pharma si pone come partner commerciale privilegiato.
 
Paola Lovato, senior principal scientist di Leo Pharma, in azienda dal 2015, sottolinea come “oggi abbiamo sempre più bisogno di una ricerca approfondita dal punto di vista molecolare. Qui abbiamo a disposizione la tecnologia per farlo e per andare oltre i farmaci. Il Leo Innovation Lab infatti è una realtà che sviluppa soluzioni digitali per migliorare la qualità di vita dei pazienti”.
 
Aiutare le persone con la tecnologia
Si trova in pieno centro a Copenhagen e gli uffici sono grandi spazi luminosi separati da vetrate trasparenti. Qui, un’ottantina di persone sviluppa App, gestisce community online e offline di pazienti e cerca di intercettare le esigenze di chi soffre di un problema dermatologico.  Il Leo Innovation Lab è un’unità indipendente di Leo Pharma che cerca soluzioni non farmacologiche ma tecnologiche per semplificare la vita di chi ha un problema di pelle.

Sfruttando l’intelligenza artificiale è stata sviluppata per esempio Image, una applicazione che sfrutta la fotocamera dello smartphone per scansionare la lesione cutanea e diagnosticare il disturbo. “Oggi passano alcuni mesi dalla comparsa del sintomo alla diagnosi – ricorda Anne Fleischer, Chief Financial Officer al Leo Innovation Lab – Con le centinaia di patologie dermatologiche conosciute, poi, non sempre questa è esatta, anche perché il medico spesso non vede il paziente nel momento di maggiore sfogo. Una App come Imagine affianca e semplifica il lavoro del medico, permettendo al paziente di monitorare la malattia grazie a fotografie periodiche dell’area interessata”.

Attivo dal 2015, il laboratorio ha ricevuto un finanziamento di 60 milioni di euro per i primi tre anni.
 
Michela Perrone 

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