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Venerdì 22 FEBBRAIO 2019
Regionalismo differenziato. Fnomceo e Fnopi d’accordo su come affrontarlo: “Garantire principi di equità, universalità, uguaglianza e solidarietà del Ssn”
Così il presidente Fnomceo Filippo Anelli, e quello della Fnopi Barbara Mangiacavalli, commentano la proposta di un tavolo per un dialogo continuo con le Regioni basato sullo scambio di opinioni come annunciato dal presidente Bonaccini. Anelli: "Noi siamo per la difesa dei soggetti fragili e per la salvaguardia dei diritti: il diritto alla tutela della salute e quello all’uguaglianza nell’accesso alle cure su tutto il territorio italiano". Mangiacavalli: "Nessuna preclusione politica: la salute dei cittadini non si fa con scelte di parte".
“La campagna dell’Ordine dei Medici di Bari, con l’immagine della donna ammalata che chiede all’Italia di non abbandonare né lei né tutti gli altri pazienti, ha colpito nel segno: volevamo aprire un dibattito sul regionalismo differenziato, scuotere le coscienze. Volevamo la certezza che il nostro Servizio Sanitario Nazionale, con i suoi principi di equità, universalità, uguaglianza, solidarietà non fosse messo a rischio dalla spinta verso le autonomie regionali. E, tra ieri e oggi, abbiamo avuto dalla politica le prime risposte”.
Così il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, commenta le prese di posizione arrivate da più fronti a seguito del lancio, lunedì scorso, della campagna, partita proprio dal suo Ordine. Dopo gli interventi di ieri del Ministro della Salute Giulia Grillo, che ha affermato di condividere le preoccupazioni dei medici, del vicepremier Matteo Salvini e del Governatore del Veneto Luca Zaia, che, pur convinti del percorso, hanno rassicurato sul fatto che ‘nessuno vuole abbandonare nessuno’, e delle analoghe risposte, durante un’intervista al Tgcom24, dell’assessore all’Istruzione della Regione Lombardia Melania Rizzoli, è stata la volta di Stefano Bonaccini. Il Governatore dell’Emilia- Romagna, nonché presidente della Conferenza Stato-Regioni, ospite di Agorà, su Raitre, ha infatti affermato a chiare lettere: 'Io prima che emiliano mi sento italiano'”. In serata poi, sempre Bonaccini è tornato nuovamente sulla questione e annunciando l'avvio di un tavolo unico delle Regioni con medici e infermieri.
“Apprezziamo fortemente le parole di Bonaccini e il suo auspicio di preservare il Servizio sanitario nazionale – conferma Anelli -. Bonaccini, del resto, anche nella sua proposta di intesa per l’autonomia ha più volte ribadito il sostegno ai valori di solidarietà e universalità del Servizio sanitario nazionale. Ci aspettiamo ora il coinvolgimento dei professionisti della salute nei percorsi per realizzare le autonomie delle Regioni”.
Non accetta, invece, il presidente Fnomceo le forzature volte a far degenerare il dibattito in una lotta tra Nord e Sud. “Le autonomie regionali sono previste dalla Costituzione – chiarisce – che vuole avvicinare lo Stato ai cittadini. Noi non siamo per una guerra tra Nord e Sud, siamo per la difesa dei soggetti fragili e per la salvaguardia dei diritti: il diritto alla tutela della salute e quello all’uguaglianza nell’accesso alle cure su tutto il territorio italiano, garantita dal Servizio Sanitario Nazionale”.
“Noi medici, così come gli altri professionisti della Sanità, non vogliamo fare politica - conclude -. Quello che vogliamo, e che siamo disposti a fare sin da subito, è mettere, nell’ambito di questa battaglia che non può che essere unitaria e condivisa da tutti, le nostre competenze al servizio della politica”.
Pieno apprezzamento per l'apertura di Bonaccini è stato espresso anche dalla presidente della Fnopi, Barbara Mangiacavalli: "“Non chiediamo di meglio che un tavolo per un dialogo continuo con le Regioni basato sullo scambio di opinioni come ha annunciato il presidente Bonaccini che ringraziamo per le sue parole. E per quanto riguarda il regionalismo differenziato il tavolo sarà un utile momento di confronto anche per una valutazione dell’impatto con dati reali delle proposte di autonomia presentate al Governo per misurare l’effetto di queste riforme sulla finanza pubblica, sulla tenuta di tutti i servizi sanitari regionali, sulla mobilità interregionale, sul ruolo di garante dei livelli essenziali di assistenza del livello centrale, sui diritti dei pazienti e sull’equità dell’assistenza”.
E in vista dell’incontro dei rappresentanti di tutte le professioni sanitarie – circa 1,5 milioni di professionisti - che si terrà domani a Roma sottolinea, confermando il pensiero di Bonaccini, che per il servizio sanitario nazionale è essenziale la garanzia del rispetto dei principi costituzionali di uguaglianza, solidarietà, universalismo ed equità che sono alla base del nostro Ssn e che ne confermano il carattere nazionale, garantendo la sostenibilità economica dei livelli essenziali di assistenza attraverso un coerente finanziamento del fondo sanitario nazionale.
“Sono giuste le parole del presidente delle Regioni. Nessuna preclusione politica: la salute dei cittadini – continua Mangiacavalli - non si fa con scelte di parte o di questo o quel colore, la possibilità di autonomia regionale è prevista dalla Costituzione, ma con lo scopo di avvicinare lo Stato e le Regioni stesse ai cittadini. Sicuramente l’apertura al massimo colloquio e coinvolgimento delle nostre professioni per trovare soluzioni condivise che consentano di scegliere le migliori strade per un’assistenza che sia ovunque davvero di qualità è un carta vincente rispetto alla tutela dei bisogni dei cittadini. Ciò che è importante è che non si divida, che non si separino tra loro zone del paese, ma che si garantisca la piena assistenza, uguaglianza e tutela della salute, soprattutto ai più fragili”.
“Il mutato quadro epidemiologico – spiega - non può penalizzare ulteriormente chi vive in questa o quella Regione, ma deve presupporre maggiori garanzie e soprattutto la possibilità di un’assistenza a 360 gradi, dall’ospedale al territorio. Quindi – conclude - una nuova epidemiologia richiede nuovi modelli di assistenza e, per questi, per quanto ci riguarda, c’è già il nuovo infermiere che deve essere specializzato e presente h24 vicino al domicilio dei pazienti, disponibile ovunque e in tutte le Regioni senza carenze e in modo omogeneo. Il protocollo d’intesa che da poco abbiamo sottoscritto con i governatori va proprio in questo senso, come anche la proposta di Bonaccini di un unico tavolo per coniugare la richiesta di autonomia differenziata con un servizio sanitario nazionale, unico, universale e solidale”.
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