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Venerdì 01 FEBBRAIO 2019
Cannabis terapeutica. Bartolazzi alla Camera: “Ne serviranno più di 10 quintali l’anno. Sì alla produzione di privati per soddisfare il fabbisogno nazionale”
"Il fabbisogno atteso potrebbe aumentare per il 2020, superando addirittura la soglia dei 1000 chilogrammi annui. Per questo motivo l'obiettivo del Ministero della salute è quello di avviare fin da ora il percorso di collaborazione con quelle aziende private che abbiano i requisiti per incrementare la coltivazione e la produzione farmaceutica di Cannabis a uso medico". Così il sottosegretario alla Salute rispondendo ieri all'interrogazione di Bellucci (FdI).
"Il fabbisogno atteso potrebbe aumentare per il 2020, superando addirittura la soglia dei 1000 chilogrammi annui. Per questo motivo l'obiettivo del Ministero della salute è quello di avviare fin da ora il percorso di collaborazione con quelle aziende private che abbiano i requisiti per incrementare la coltivazione e la produzione farmaceuticadi Cannabis a uso medico. L'ipotesi è, quindi, quella di individuare un partner privato, al quale demandare parte dell'attività produttiva".
Così il sottosegretario alla Salute, Armando Barolazzi, rispondendo ieri in Commissione Affari Sociali all'interrogazione di Maria Teresa Bellucci (FdI) sul potenziamento della produzione nazionale di cannabis a fini terapeutici.
Questa la risposta integrale del sottosegretario.
"Si è già avuto modo, in altri atti di sindacato ispettivo, di esprimere la posizione del Ministero della salute circa l'obiettivo, ritenuto primario, che la produzione industriale statale di Cannabis a uso medico da parte dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze sia aumentata fino alla completa copertura del fabbisogno nazionale.
Tenuto conto che pur con gli stanziamenti previsti dall'articolo 18-quater della legge n. 172 del 2017 non sarà in ogni caso possibile coprire, nel medio periodo, tutto il fabbisogno nazionale – che risulta, peraltro, in progressiva e notevole crescita – informo, preliminarmente, che il Ministero della salute sta attualmente vagliando l'ipotesi di partenariati pubblico-privati che consentano l'incremento della produzione ed il mantenimento dei livelli di qualità già raggiunti.
Le ragioni di questa scelta risiedono, con ogni evidenza, nel trend dei fabbisogni stimati che non consentono, nel breve periodo, allo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze di coprire tutte le esigenze del nostro Paese.
Il fabbisogno stimato in Italia nel 2019 supererà, infatti, ragionevolmente i 700 chilogrammi.
A tale fabbisogno si farà fronte innanzitutto con la produzione statale, la quale, grazie ai finanziamenti disposti dalla legge n. 172 del 2017, potrà raggiungere una capacità produttiva di circa 200-300 chilogrammi entro il corrente anno e dai 400 ai 500 chilogrammi nel 2020.
Per gli anni successivi al 2020 è, invero, possibile ipotizzare un ulteriore ampliamento della produzione, sulla base della ottimizzazione delle risorse attuali, anche in considerazione della differenziazione dei prodotti farmaceutici (infiorescenze e estratti); anche il fabbisogno atteso, tuttavia, potrebbe aumentare per il 2020, superando addirittura la soglia dei 1000 chilogrammi annui.
Dunque, si imporrà in ogni caso, per quanto in misura diversa anno per anno, l'esigenza di acquisire una importante parte del fabbisogno attraverso il canale dell'importazione dall’Office of medicinal Cannabis del Ministero della salute olandese, che a ciò si è già reso disponibile.
Per questo motivo, ritenendo di dover agire per tempo, l'obiettivo del Ministero della salute è – come anticipato – quello di avviare fin da ora il percorso di collaborazione con quelle aziende private che abbiano i requisiti per incrementare la coltivazione e la produzione farmaceutica di infiorescenze di Cannabis a uso medico.
L'ipotesi è, quindi, quella di individuare un partner privato, al quale demandare parte dell'attività produttiva che verrà condotta nelle aree disponibili all'interno dello Stabilimento di Firenze, il quale, voglio ribadirlo, manterrà il fondamentale ruolo istituzionale del controllo, a garanzia della qualità della fase produttiva e del prodotto finito, senza escludere una possibile partecipazione diretta alle attività produttive con le proprie risorse.
Per garantire un adeguato grado di sicurezza sull'attività di coltivazione e produzione, si potrebbe mettere a disposizione del partner privato, fin da subito, ulteriori superfici anche in altri stabilimenti militari (Unità Produttive), idonee ad una estensione della coltivazione.
Al fine di salvaguardare il know how dell'Istituto Farmaceutico, gli accordi da stipulare per consentire l'eventuale avvio di tale partnership, dovranno in ogni caso prevedere apposite clausole di riservatezza, tese ad evitare l'acquisizione, e il possibile sfruttamento, da parte del privato, del know how e dei prodotti sviluppati.
Con questo progetto di partnership si ritiene, dunque, che l'istituto possa essere messo in condizione, già entro il breve-medio periodo, di soddisfare il fabbisogno italiano e di diventare, anzi, a sua volta esportatore di cannabis medica, generando anche nuovi posti di lavoro nel nostro Paese".
Maria Teresa Bellucci (FdI), replicando, si dichiara preoccupata della risposta in quanto da essa traspare una scarsa considerazione per i risultati conseguiti in questi anni dallo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. Ricorda, infatti, che, pur in una condizione di oggettiva difficoltà per quanto riguarda la dotazione di personale e le risorse finanziarie, la produzione di farmaci a base di cannabis per finalità terapeutiche in quella struttura ha raggiunto livelli di qualità unici al mondo. Rileva che, a fronte della scelta politica di non assicurare a tale struttura un livello adeguato di finanziamento, si indica come soluzione quella di affidare a privati parte della produzione. A suo avviso, si rischia in tal modo una riduzione degli standard qualitativi, facendo venire meno quella che può considerarsi un'eccellenza italiana.
Dichiara, pertanto, la propria preferenza per una diretta gestione pubblica della produzione della cannabis ad uso terapeutico, con l'obiettivo del soddisfacimento del bisogno nazionale e di una presenza all'estero attraverso l'esportazione. Invita, quindi, il Governo a rivedere le sue posizioni, potenziando lo Stabilimento di Firenze.
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