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Venerdì 18 GENNAIO 2019
Aborti in calo: scendono sotto quota 81mila. Si conferma diminuzione di quelli clandestini, merito anche della contraccezione d’emergenza. Lieve flessione dell’obiezione di coscienza. Grillo: “Non ci sono particolari criticità nei servizi”. La Relazione al Parlamento
Nel 2017 le Ivg scendono del 4,9% rispetto all'anno precedente. Dopo un aumento importante nel tempo, le IVG fra le donne straniere si sono stabilizzate e cominciano a mostrare una tendenza alla diminuzione. In calo anche il tasso di abortività tra le minorenni, con livelli più elevati nell’Italia centrale, e la percentuale di IVG ripetute (25.7% nel 2017 contro 26.4% nel 2016). Grillo: "Su contraccezione emergenza serve una maggiore informazione per evitarne un uso inappropriato" LA RELAZIONE AL PARLAMENTO
Interruzioni volontarie di gravidanza sempre di più in discesa libera. Nel 2017 sono stati registrarti 80.733 aborti che, non solo confermano il trend in diminuzione del fenomeno, ma con un ulteriore spinta in più: le IVG diminuiscono in misura leggermente maggiore rispetto al 2016 (-4.9% rispetto al dato del 2016 e ben -65.6% rispetto al 1982, anno in cui si è osservato il più alto numero di IVG in Italia (234.801 aborti). Liguria, Umbria, Abruzzo e PA di Bolzano sono le Regioni dove le IVG hanno mostrato un rallentamento importante. Al contrario la PA di Trento è l’unica con un lieve aumento di interventi.
Continua l’effetto “pillola dei 5 giorni dopo” anche nel 2017. E anche quest’anno si conferma l’influsso positivo della contraccezione di emergenza: l’andamento di questi ultimi anni, potrebbe essere almeno in parte collegato alla determina Aifa che ha cancellato l’obbligo di ricetta di ellaOne per le donne maggiorenni. Una ricaduta positiva anche sugli aborti clandestini che sarebbero in calo anche grazie all’arma delle pillole del giorno dopo acquistabili dalle donne maggiorenni senza prescrizione.
Diminuiscono anche i tempi di attesa, anche se con differenze tra regione e regione, e si registra un aumento delle interruzioni nelle prime 8 settimane di gestazione, probabilmente almeno in parte dovuto all’aumento dell’utilizzo della tecnica farmacologica.
Il fronte dell’obiezione di coscienza mantiene il suo zoccolo duro con il 68.4% di obiettori tra i ginecologi e il 45.6% degli anestesisti. È invece bassa è la tra il personale non medico (38.9%). Ma nel 2017 le percentuali mostrano una lievissima flessione: tra i ginecologi erano 70,9% nel 2016 e 70,5% nel 2015 e tra gli anestesisti 48,8% nel 2016 e 47,5% nel 2015.
Questi in sintesi i dati più significativi della Relazione trasmessa al Parlamento dal Ministero della Salute che contiene i dati definitivi del 2017 sull’attuazione della L.194/78 che stabilisce norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria della gravidanza (IVG).
“Dal 1983 l’IVG è in continua e progressiva diminuzione in Itali e attualmente il tasso di abortività del nostro Paese è fra i più bassi tra quelli dei paesi occidentali – sottolinea il ministro della Salute Giulia Grillo nella Relazione – e se un terzo delle IVG totali in Italia continua ad essere a carico delle donne straniere dopo un periodo di stabilizzazione, sta diminuendo in percentuale, in numero assoluto e nel tasso di abortività. Al riguardo – ha aggiunto – lsi è dimostrato molto efficace offrire un counselling sulla procreazione responsabile in occasione del percorso nascita per promuovere un maggior uso dei metodi contraccettivi alla ripresa dei rapporti sessuali”.
Sulla riduzione delle IVG, prosegue ancora Grillo “molto probabilmente ha inciso anche l’aumento dell’uso della contraccezione d’emergenza, Levonorgestrel (Norlevo) - pillola del giorno dopo e Ulipistral acetato (ellaOne) - pillola dei 5 giorni dopo, che non hanno più l’obbligo di prescrizione medica per le maggiorenni, e quindi richiedono una maggiore informazione alle donne per evitarne un uso inappropriato”.
Per il ministro, occorre intervenire sui gap tra le Regioni. “La tipologia di intervento e la durata della degenza – ha sottolineato – evidenziano una variabilità regionale che suggerisce la necessità di un approfondimento, anche attraverso un confronto interregionale, per capirne le motivazioni e uniformare i protocolli terapeutici, al fine di assicurare un’offerta efficiente e di qualità”.
Il Ministero in riferimento al ritardo segnalato da Emma Bonino specifica “a partire dall'anno 2018, il monitoraggio e le modalità di acquisizione da parte dell’Istat dei dati delle indagini sulla salute riproduttiva (quindi anche quella sulle IVG) sono variate. L'Istat ha infatti predisposto un'unica piattaforma web tramite la quale vengono raccolte le informazioni e svolte le varie attività. Regioni, Asl e strutture potranno registrare o caricare i dati, aggiornare la lista delle strutture e le relative informazioni anagrafiche, effettuare monitoraggi dei dati caricati, tutto in un unico ambiente. Il passaggio dai vecchi sistemi a questa piattaforma sta avvenendo in maniera graduale e anche il 2019 sarà un anno di transizione per poter arrivare al 2020 al completo utilizzo del nuovo strumento. Per questo motivo quest’anno, per ottenere il dato definitivo relativo al 2017 è stato necessario prorogare la raccolta dati e il loro controllo fino a dicembre 2018”.
Dati definitivi 2017
In totale nel 2017 sono state notificate 80.733 IVG, confermando il continuo andamento in diminuzione del fenomeno, in misura leggermente maggiore rispetto a quello osservato nel 2016 (-4.9% rispetto al dato del 2016 e -65.6% rispetto al 1982, anno in cui si è osservato il più alto numero di IVG in Italia pari a 234.801 casi). Diminuzioni percentuali particolarmente elevate si osservano in Liguria, Umbria, Abruzzo e PA di Bolzano, mentre la PA di Trento è l’unica con un lieve aumento di interventi.
Tutti gli indicatori confermano il trend in diminuzione: il tasso di abortività (n. IVG rispetto a mille donne di 15-49 anni residenti in Italia), che rappresenta l’indicatore più accurato per una corretta valutazione della tendenza del ricorso all’IVG, è risultato pari a 6.2 per mille nel 2017, con un decremento del 3.3% rispetto al 2016 e con una riduzione del 63.6% rispetto al 1982. Il dato italiano rimane tra i valori più bassi a livello internazionale
Il rapporto di abortività (n. IVG rispetto a 1000 nati vivi) nel 2017 è risultato pari a 177.1 per mille nati vivi (o 17.7 per 100 nati vivi), con una riduzione del 2.9% rispetto al 2016 e del 53.4% rispetto al 1982. È da considerare che in questi ultimi anni anche i nati della popolazione presente sul territorio nazionale sono diminuiti di 9.643 unità.
Prosegue l’effetto “Pillola del giorno dopo”. Come già emerso negli ultimi 2 anni, anche il recente andamento dell’IVG, rileva la relazione, potrebbe essere almeno in parte influenzato dalle determine AIFA del 21 aprile 2015 (G.U. n.105 dell’8 maggio 2015) e del 1 febbraio 2016 (G.U. n.52 del 3 marzo 2016) che hanno eliminato, rispettivamente, per le maggiorenni, l’obbligo di prescrizione medica dell’Ulipristal acetato (ellaOne), contraccettivo d’emergenza meglio noto come “pillola dei 5 giorni dopo”, e del Levonorgestrel (Norlevo), contraccettivo d’emergenza meglio noto come “pillola del giorno dopo”.
I dati delle vendite dell’Ulipristal acetato (ellaOne), forniti dall’Aifa e dal sistema tracciabilità del farmaco del Ministero della Salute, nel 2017 continuano a mostrare un andamento crescente, anche se leggermente inferiore rispetto al 2016 (i dati registrati negli ultimi 6 anni risultano: 7.796 confezioni nel 2012, 11.915 nel 2013, 16.796 nel 2014, 145.101 nel 2015, 189.589 nel 2016, 224.432 nel 2017) . Approfondendo il dato trimestrale delle vendite dell’Ulipristal acetato (ellaOne) si rileva che il significativo incremento delle vendite registrato a partire dal secondo trimestre 2015, a seguito della delibera Aifa che ha eliminato l’obbligo della ricetta per le maggiorenni, è continuato in maniera più rilevante nella seconda metà del 2015, poi è proseguito nel corso del 2016 e del 2017, ma in maniera meno significativa.
Analizzando, invece, il dato annuale delle vendite del Levonorgestrel (Norlevo), nel triennio 2014-2017, si rileva una forte diminuzione delle vendite nell’anno 2015 (molto probabilmente da correlare al contestuale aumento di vendite di ellaOne). Tuttavia dal 2016, molto probabilmente in relazione anche agli effetti della delibera Aifa, si osserva un aumento progressivo delle vendite anche di questo contraccettivo di emergenza che, nel 2017, arriva a superare le vendite del 2014.
Caratteristiche delle donne che fanno ricorso a IVG. Il ricorso all’IVG nel 2017 è diminuito in tutte le classi di età, in particolare tra le giovanissime, e i tassi di abortività più elevati restano fra le donne tra i 25 e i 34 anni.
Donne straniere. Dopo un aumento importante nel tempo, le IVG fra le straniere si sono stabilizzate e negli ultimi anni cominciano a mostrare una tendenza alla diminuzione: sono il 30.3% di tutte le IVG nel 2017 valore simile a quello del 2016 (30.0%). È in diminuzione anche il tasso di abortività (15.5 per 1000 nel 2016 rispetto a 15.7 per 1000 nel 2015 e 17.2 per 1000 nel 2014), permanendo comunque una popolazione a maggior rischio di abortire rispetto alle italiane: per tutte le classi di età le straniere hanno tassi di abortività più elevati delle italiane di 2-3 volte (v. par.2.6).
Aborto fra le minorenni. Tra le minorenni, il tasso di abortività per il 2017 è risultato essere pari a 2.7 per mille, valore inferiore a quello del 2016, confermando un trend in diminuzione a partire dal 2004 (3.7 nel 2014, 4.4 nel 2012), con livelli più elevati nell’Italia centrale; i 2.288 interventi effettuati da minorenni sono pari al 2.8% di tutte le IVG (erano il 3.0 % nel 2016). Come negli anni precedenti, si conferma il minore ricorso all’aborto tra le giovani in Italia rispetto a quanto registrato negli altri Paesi dell’Europa Occidentale.
Aborti ripetuti. La percentuale di IVG effettuate da donne con precedente esperienza abortiva è pari al25.7% (26.4% nel 2016). Le percentuali corrispondenti per cittadinanza nel 2017 sono 21.3% per le italiane e 36.0% per le straniere (erano 22.1% e 37.0% rispettivamente, nel 2016). La percentuale di aborti ripetuti riscontrata in Italia è più bassa rispetto a quella degli altri Paesi (v. par. 2.7.3).
Ricorso alla RU486. La metodica dell’isterosuzione secondo Karman, rappresenta la tecnica più utilizzata anche nel 2017 (50.5% dei casi). È in aumento l’uso dell’aborto farmacologico: nel 2017 il mifepristone con successiva somministrazione di prostaglandine è stato adoperato nel 17.8% dei casi, rispetto al 15.7% del 2016 e al 12.9% del 2014. Per il 2017 tutte le Regioni sono state in grado di fornire l’informazione dettagliata del tipo di intervento, come riportata nella scheda D12/Istat che prevede anche la suddivisione dell’aborto farmacologico in “Solo Mifepristone”, “Mifepristone+prostaglandine” e “Sola Prostaglandina”, che nel suo insieme è stato pari a 20.5%. Il ricorso all’aborto farmacologico, tuttavia, varia molto fra le regioni.
Tempi di attesa. Sono in diminuzione i tempi di attesa tra rilascio della certificazione e intervento (possibile indicatore di efficienza dei servizi). La percentuale di IVG effettuate entro 14 giorni dal rilascio del documento è infatti leggermente aumentata: è il 68.8% nel 2017 mentre era il 66.3% nel 2016, il 65.3% nel 2015 e il 59.6% nel 2011.È diminuita la percentuale di IVG effettuate oltre le 3 settimane di attesa: 10.9% nel 2017 rispetto a 12.4% nel 2016, 13.2% nel 2015 e 2014 e al 15.7% nel 2011.
Mobilità regionale. Nel 2017 il 92.1% delle IVG è stato effettuato nella regione di residenza, di cui l’87.0% nella provincia di residenza, corrispondenti ad una bassa mobilità fra le regioni e in linea con i flussi migratori anche relativi ad altri interventi del Ssn. Va considerato che questi flussi possono mascherare una falsa migrazione, come nel caso in cui motivi di studio o lavoro temporaneo giustificano il domicilio in regione diversa da quella di residenza, e questo riguarda in particolare le donne più giovani.
Offerta del servizio e obiezione di coscienza. Nel 2017, si rilevano valori più elevati di obiezione di coscienza tra i ginecologi (68.4%) rispetto agli anestesisti (45.6%). Ancora inferiore è la proporzione di personale non medico che ha presentato obiezione (38.9%). Tuttavia, per capire quale impatto tali percentuali abbiano sulla disponibilità del servizio e sul carico di lavoro degli operatori non obiettori, sono stati considerati tre parametri negli anni precedenti, a partire dal 2013. Per quanto riguarda il parametro relativo all’offerta del servizio IVG in relazione al numero assoluto di strutture disponibili, il numero totale di sedi fisiche (stabilimenti) delle strutture con reparto di ostetricia e ginecologia o solo ginecologia, nel 2017, è di 591, mentre il numero di quelle che effettuano le IVG risulta è di 381 strutture (il 64.5% del totale). Solo in due casi (P.A. Bolzano e Campania), abbiamo un numero di punti IVG inferiore al 30% delle strutture censite. Per il resto la copertura è adeguata.
Ester Maragò
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