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Giovedì 20 DICEMBRE 2018
Infezioni ospedaliere. In Toscana un apposito team in ogni azienda per prevenzione e contrasto
Oggi si stima che il 16% delle infezioni nosocomiali sia causata da batteri ‘resistenti' e l'Italia è tra i Paesi europei con percentuali di resistenza più̀ elevate. Il modello toscano del team aziendale vuole dare piena risposta al Piano nazionale di contrasto alle antimicorbico resistenze con l'approvazione di specifiche linee di indirizzo.
"Le infezioni ospedaliere sono in costante aumento, in Toscana come nel resto d'Italia e in tutto il mondo. La Regione Toscana - si legge in una nota - ha messo a punto un programma di contrasto che coinvolge tutti i professionisti impegnati nella cura e nell'assistenza al paziente, e prevede la costituzione di appositi team in ogni azienda e in ciascun ospedale. La giunta ha approvato nel corso dell'ultima seduta, su proposta dell'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi, le 'Linee di indirizzo per un approccio integrato alla prevenzione e contrasto alle infezioni correlate all'assistenza, all'antimicrobico-resistenza e alla sepsi'".
Le infezioni correlate all'assistenza e l'antibiotico-resistenza
"Le infezioni correlate all'assistenza (ICA) rappresentano in tutto il mondo un problema preminente di salute pubblica per la loro frequenza e gravità, tanto che questa viene talora definita un'epidemia 'silente'. Un aspetto ad esse strettamente correlato - spiega la nota - è rappresentato dalla antibiotico-resistenza, fenomeno in continuo aumento che rappresenta attualmente una vera e propria emergenza globale. L'Italia risulta, in ambito europeo, uno dei Paesi con il più elevato consumo di antibiotici e con preoccupanti livelli di resistenza, soprattutto per alcuni microrganismi a diffusione ospedaliera e territoriale.
Oltre a essere un problema sanitario, le ICA hanno anche un notevole impatto socio economico, con un impatto negativo, secondo recenti stime del Fondo Monetario Internazionale, di circa il 3,5% sul Pil mondiale.
In Europa, oltre 4 milioni di persone ogni anno vengono colpite da infezioni batteriche ospedaliere, con 25.000 morti attese per infezioni da germi resistenti. Si stima che nel 2050 le infezioni batteriche da batteri resistenti potrebbero causare nel mondo circa 10 milioni di morti l'anno, superando ampiamente i decessi per tumore (8,2 ml/anno), diabete (1,5 ml/anno) o incidenti stradali (1,2 ml/anno).
Secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità, ogni anno in Italia si verificano 450-700.000 infezioni in pazienti ricoverati in ospedale, si tratta soprattutto di infezioni urinarie (35-40% del totale), della ferita chirurgica, polmoniti e sepsi. Di queste, si stima che circa il 30% siano potenzialmente prevenibili (135-210.000) e che siano direttamente causa del decesso nell'1% dei casi (1.350-2.100 decessi prevenibili in un anno).
Oggi si stima che il 16% delle infezioni nosocomiali sia causata da batteri ‘resistenti' e l'Italia è tra i Paesi europei con percentuali di resistenza più̀ elevate, terza dopo Grecia e Turchia; il fenomeno è andato aumentando, passando dal 16-17% nel 2005 al 33-34% in circa 10 anni.
Per queste ragioni la sfida alle ICA, la lotta alla sepsi e la spinta all'uso responsabile di antibiotici richiedono una visione di ampio respiro e un approccio coerente e integrato a livello della singola struttura e di tutto il sistema socio sanitario. E' necessario superare ogni frammentazione negli interventi finalizzati alla gestione delle infezioni e al contrasto alle resistenze antimicrobiche ricorrendo ad un approccio innovativo integrato multidisciplinare.
Il programma di contrasto della Regione Toscana
La Regione Toscana, avvalendosi delle indicazioni più recenti a livello internazionale, ha varato un programma di contrasto alle infezioni e alle antimicrobico resistenze fortemente innovativo, che prevede un sistema unitario che ricomprende tre aree tra di loro fortemente interconnesse (antimicrobial, infection prevention e diagnostic stewardship), che richiede la cooperazione dei diversi professionisti coinvolti nella cura e nell'assistenza del paziente in un unico network (AID).
Con questo modello viene data piena risposta al Piano nazionale di contrasto alle antimicorbico resistenze.
In ogni azienda sanitaria dovrà essere costituita una Unit (Team AID) aziendale multidisciplinare ed interprofessionale, composta da un nucleo ristretto di professionisti altamente qualificati ed esperti nelle seguenti aree: igiene ospedaliera, gestione del rischio clinico, gestione delle infezioni, gestione della sepsi, uso antibiotici, diagnosi microbiologica. Il team di esperti AID supporta i professionisti della rete aziendale AID sia a livello ospedaliero che territoriale.
E' inoltre previsto un Team AID in ciascun ospedale, e figure di riferimento sia in ambito medico che infermieristico o ostetrico per ciascuna Unità operativa/area di assistenza, sia a livello ospedaliero che territoriale, che operano in rete con il Team AID. Il Team AID e i referenti sono previsti anche negli ospedali privati accreditati. Anche nelle strutture di cure intermedie e di riabilitazione accreditate devono essere individuate figure di riferimento adeguatamente formate. E' previsto un piano formativo specifico regionale. Per sviluppare queste progettualità nel biennio 2019-20, la Regione ha stanziato 500.000.
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