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Venerdì 30 NOVEMBRE 2018
Parti anonimi. In Umbria 8 nel 2017, raddoppiati rispetto al 2016
Ad illustrare i dati l’assessore Luca Barberini nel corso di un question time. “Continueremo con un potenziamento ulteriore nell’attività formativa agli operatori per assicurare qualità a questo prezioso servizio”, ha detto l’assessore.
Sono state 8, in Umbria, le donne che, nel 2017, hanno deciso di partorire rimanendo anonime, dunque lasciando il proprio figlio in ospedale. Il doppio che nel 2016. A riferirlo, nel corso di un question time in Assemblea legislativa, è stato l’assessore alla Salute Luca Barberini.
“In Umbria nel 2016 ci sono stati 4 parti in anonimato, mentre nel 2017 sono stati 8. In particolare nel 2016 un caso c’è stato nell’ospedale di Città di Castello, uno a Foligno, uno nell’Azienda ospedaliera di Perugia e uno in quella di Terni. Nel 2017 un caso c’è stato nell’ospedale di Città di Castello, uno in quello di Pantalla, uno a Foligno, 3 nell’Azienda ospedaliera di Perugia e 2 in quella di Terni”. Barberini ha quindi spiegato che “a Città di Castello e a Perugia sono state utilizzate sempre le Culle per la vita, che sono richieste anche in altri presidi ospedalieri della Regione”. Le Culle per la vita sono quelle culle protette allestite nelle strutture ospedaliere per permettere alle donne di deporre il neonato in un luogo sicuro dove gli operatori si occuperanno di prelevarlo e prendersene cura.
“Le procedure di adozione – ha ricordato Barberini - seguono precisi dettami normativi e sono state attuate per tutti i bambini che sono nati in anonimato. Per quanto riguarda la formazione, questa è svolta in modalità integrata per tutti gli operatori sociali e sanitari che si occupano della salute del minore e della donna, facendo parte dei piani di formazione delle Aziende sanitarie regionali. Continueremo con un potenziamento ulteriore nell’attività formativa per assicurare qualità a questo prezioso servizio”.
La consigliere regionale Carla Casciari (Pd), che aveva presentato l’interrogazione, ha ringraziato l’Assessore per “il quadro realistico fornito” e si è augurata che “continui l’impegno per potenziare i numeri del parto in anonimato, un percorso di tutela a 360 gradi in un momento difficile e delicato per la donna”.
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