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Martedì 27 NOVEMBRE 2018
Appendicite. In alcuni casi, meglio non rimandare l’intervento chirurgico

In caso di appendicite non complicata, la chirurgia sarebbe preferibile in termini di migliori esiti a breve termine. A evidenziarlo è una rcercaidella Stanford University, in California,pubblicata da JAMA Surgery


(Reuters Health) – Un gruppo di ricercatori della Stanford University, coordinati da Lindsay Sceats, ha preso in considerazione 58.329 pazienti con appendicite non complicata, di cui il 95,5% si sottoponeva a intervento chirurgico di asportazione dell’appendice. Dai risultati è emerso che i pazienti che non si sottoponevano a intervento chirurgico avevano una maggiore probabilità di essere nuovamente ricoverati per appendicite e di sviluppare un ascesso. Inoltre, dovevano recarsi più volte a visite di controllo nell’anno dopo il primo ricovero.
 
Sebbene il gruppo che non si operava avesse un costo di ospedalizzazione più basso, le visite di follow-up facevano salire la psesa totale. Durante un periodo medio di studio di 3,2 anni, la gestione non operatoria non è risultata efficace in 101 pazienti, il 3,9%, che si sono dovuti comunque sottoporre a intervento successivamente.

Il tempo medio di recidiva era di 42 giorni, con 44 pazienti che hanno avuto un fallimento entro 30 giorni. “Questi dati suggeriscono che la gestione non operatoria potrebbe non essere la terapia di prima scelta da preferire nei pazienti con appendicite non complicata”, concludono gli autori.
 
“Il nostro studio retrospettivo ha valutato la gestione non chirurgia dell’appendicite in un contesto real world”, aggiunge Sceats, secondo la quale “ci sono fattori probabilmente correlati al paziente che determinano se un approccio non chirurgico avrà successo, anche se non siamo riusciti a individuarli dalla nostra ricerca e per questo potrebbero essere utili studi clinici ad hoc”.

Fonte: JAMA Surgery

 
Marilynn Larkin

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Populr Science)

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