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Martedì 27 NOVEMBRE 2018
Chikungunya. In Sudan virologo dello Spallanzani

Più di 19.000 persone sono state infettate negli ultimi mesi. Attualmente non ci sono trattamenti o vaccini dedicati per l’infezione. Il team dell’Istituto lavora insieme al ministero della Salute dello Stato africano all’individuazione dei focolai.

Un virologo dell’Istituto Nazionale per le Malattie infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma, è stato inviato nello stato orientale di Kassala in Sudan per fornire supporto tecnico al Ministero della Salute sudanese nel fronteggiare l’attuale epidemia di Chikungunya. Tale supporto garantirà una definizione più accurata delle capacità diagnostiche e il conseguente riconoscimento tempestivo dei focolai epidemici.
 
Più di 19.000 persone sono state infettate negli ultimi mesi dal virus Chikungunya, che viene trasmesso da due differenti specie di zanzare e può causare gravi sintomi, tra cui febbre alta, mal di testa, dolori articolari, mal di schiena ed eruzioni cutanee, che si sviluppano da tre a sette giorni dopo che una persona è stata punta da una zanzara infetta.
 

Attualmente non ci sono trattamenti o vaccini dedicati per l’infezione da virus Chikungunya. La contemporanea presenza nelle stesse aree della febbre di Dengue, endemica in tutto il paese, complica ulteriormente la diagnosi clinica ed aggrava i sintomi in caso di coinfezioni.
 

Una risposta efficace all’epidemia in corso deve necessariamente prevedere la tempestiva individuazione dei nuovi focolai infettivi attraverso il potenziamento delle capacità diagnostiche di laboratorio, in modo da potere realizzare meglio l’attività di controllo del vettore selezionando in maniera mirata le aree a rischio da bonificare. Un’attività di controllo del vettore è già in corso con il supporto dell’Ufficio AICS di Khartoum.

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