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Giovedì 22 NOVEMBRE 2018
Violenza sugli operatori sanitari, OMCeO Torino: “Non lasciamo soli i nostri colleghi”

Nel 2017 sono stati 66 gli episodi di violenza a carico di operatori sanitari, soprattutto di medici ospedalieri (86%). Nella metà dei casi le aggressioni riguardano le donne. “Il fenomeno della violenza è in crescita, è un fatto urgente. Abbiamo così deciso di mettere in campo azioni concrete per contrastare il fenomeno - spiega Guido Giustetto - Presidente OMCeO Torino”.

Violenza sugli operatori sanitari. Quale l’effettiva rilevanza del fenomeno sul territorio? Esistono misure di contrasto di Asl e Aso? È possibile pianificare iniziative e programmi di prevenzione? Come informare in modo concreto i cittadini? Informazione, strategie di prevenzione e azioni concrete di tutela: questi i punti di cui si è discusso nella conferenza stampa organizzata dall’Ordine dei Medici di Torino il 19 novembre scorso.
 
L’OMCeO è partito dai dati di un questionario che ha inviato ai direttori generali delle Aziende sanitarie locali e degli ospedali per conoscere meglio l’entità del fenomeno sul territorio.
 
L'indagine si riferisce all'anno 2017. Questi, in sintesi, i risultati: 9 le aziende coinvolte, 6 le aziende sanitarie che hanno risposto. 66 episodi a carico soprattutto di medici ospedalieri, (86%). Questi casi di violenza si sono verificati soprattutto nei Dea (45%) nei reparti (19%), in psichiatria (13,6%) e negli ambulatori (10,6%). Il tipo di violenza subita è legata soprattutto a insulti e minacce verbali (64%). La violenza fisica riguarda il 27% dei casi, di cui il 15% con lesioni. Nel 56% dei casi, le aggressioni riguardano le donne.
 
E proprio tre donne medico hanno portato la loro testimonianza in conferenza stampa: Antonella Capellupo, Paola Artoni, Alessandra Taraschi che hanno raccontato tre contesti diversi: psichiatria, Pronto Soccorso e guardia medica.
 
“Non aggrediteci”. Conclude così il suo intervento la dott.ssa Artoni, con un appello che racchiude in sé tutto il peso di un dramma assurdo che racconta il malessere degli operatori, quello che non si vede e che rimane latente, permanente. “È uno stress che ti segna… noi facciamo di tutto per assistere, per curare bene. Ma spesso non basta”.
 
“Il fenomeno della violenza è in crescita, è un fatto urgente. Abbiamo così deciso di mettere in campo azioni concrete per contrastare il fenomeno - spiega Guido Giustetto - presidente OMCeO Torino. La violenza è un problema di salute pubblica ed è un problema sanitario di priorità anche per la tutela dei nostri pazienti e delle organizzazioni sanitarie di cui facciamo parte. Credo che sia necessario provare a fare rete e a costruire insieme una strategia concreta di contrasto.”
 
"Gli operatori non devono essere lasciati soli”. L’OMCeO di Torino intende essere un centro di ascolto permanente per raccogliere testimonianze e segnalazioni - ha precisato il segretario OMCeO Torino dott.ssa Rosella Zerbi”.
 
L’aggressività è innanzi tutto una ferita culturale e parte anche dal piano della comunicazione in ambito sanitario, ha aggiunto Pier Luigi Pavanelli - Responsabile della sicurezza della Città della Salute.
 
Le azioni concrete dell’OMCeO di Torino
Appoggiare la legge Rostan che vuole rendere il medico, quando è aggredito, un pubblico ufficiale in modo che la denuncia diventi d’ufficio; costituirsi parte civile tutte le volte che si viene a conoscenza di un caso di violenza nei confronti di un medico; diffondere il programma di formazione a distanza della FNOMCeO sulla violenza e organizzare una formazione specifica in sede ordinistica per aiutare i colleghi ad affrontare le situazioni che possono sfociare in violenza. L’Ordine vuole poi diventare un centro di ascolto per non lasciare soli i colleghi e definire con le forze dell’Ordine azioni e strategie per sostenere i colleghi in queste condizioni di difficoltà.
 
L’intervento del Presidente Guido Giustetto

I dati presentati dalla Fnomceo a settembre 2018

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