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Martedì 03 GENNAIO 2012
Processo Eternit. Balduzzi si impegna e Casal Monferrato declina l'offerta di risarcimento dell'imputato
Il sindaco Giorgio Demezzi era propenso ad accettare la proposta di risarcimento da 18,3 milioni avanzata da Stephan Schmidheiny, uno dei due imputati del processo Eternit. Ma dopo la visita del ministro Balduzzi il primo cittadino di Casale Monferrato ci ripensa.
Il lungo processo contro una delle società che produceva l’Eternit in Italia potrebbe presto sbloccarsi. È recente la notizia che uno dei due imputati, Stephan Schmidheiny, ex Consigliere di Amministrazione della Eternit AG, avrebbe offerto un risarcimento di 18,3 milioni di euro al Comune di Casale Monferrato, uno dei più colpiti dai tumori causati dall’amianto. Oggi il sindaco Giorgio Demezzi, le istituzioni e le associazioni dei parenti delle vittime stanno valutando cosa fare – non senza qualche tensione. Su questa decisione però, ora potrebbe avere avere un peso non indifferente l'incontro tra le parti e il Ministro della Salute Renato Balduzzi, che ha avuto luogo il primo dell’anno, e in cui l’esponente del Governo ha promesso aiuti alle popolazioni messe in ginocchio dall’amianto.
La storia
Che l’amianto e il suo derivato Eternit siano cancerogeni si sa ormai da quasi cinquant’anni. La polvere di questo materiale è infatti altamente carcinogena e provoca sul lungo periodo l’insorgenza di una forma di tumore particolarmente aggressiva: il mesotelioma, che colpisce le cavità sierose del corpo e in particolare la pleura, e che presenta percentuali di sopravvivenza dal momento della diagnosi piuttosto basse, anche perché caratterizzato da particolare resistenza ai comuni farmaci.
Nonostante questo, per anni in alcune zone d’Italia gli stabilimenti di produzione hanno continuato a creare manufatti e a disperdere fumi tossici nel territorio, tanto che ad oggi è ancora aperto il processo che sta cercando di stabilire di chi sia la colpa. Le aree più colpite sono state alcune provincie del Piemonte, paesi nella provincia di Bari o anche di Pavia.
Ma forse l’emblema del disastro è proprio il Comune di Casale Monferrato in provincia di Alessandria, dove i casi accertati negli ultimi anni sono stati centinaia (stime arrivano a 1.800 decessi in totale) e le cui istituzioni si sono viste recapitare la proposta di risarcimento da Schmidheiny, uno dei due indagati del maxi-processo Eternit.
L’offerta di rimborso
Un risarcimento non indifferente, quello dell’imputato: si tratterebbe di 18 milioni e 300 mila euro. Decisamente meno dei 30 milioni richiesti complessivamente nel processo, ma sicuramente un’offerta che fa riflettere.
Una cifra che secondo molti, comprese le stesse istituzioni che erano sul punto di accettare, avrebbe potuto aiutare la ricerca scientifica sul mesotelioma e sulle malattie derivanti dall’amianto, nonché a concludere le bonifiche, in aggiunta ad alcuni fondi (9 milioni di euro) già stanziati dalla Regione.
Ma il rimborso non era stato visto di buon occhio da molti cittadini. Tanto che nella città, a ridosso di Natale era stato organizzato un corteo partecipato: un “corteo funebre” per la giustizia, come era stato definito dagli organizzatori, ovvero gli stessi cittadini con la collaborazione delle associazioni dei familiari delle vittime, dei sindacati e di Libera. Sarebbe stato un affronto alla memoria delle persone decedute per il mesotelioma, secondo la popolazione.
Che succede oggi
Sono stati anche i malumori della cittadinanza, ma soprattutto le parole del Ministro della Salute Balduzzi, a far cambiare idea al sindaco di Casale Monferrato riguardo l’offerta. Il Ministro era infatti intervenuto pubblicamente appena prima di Natale per invitare a riflettere attentamente e a rivalutare la decisione di accogliere il risarcimento proposto dall’imputato Schmidheiny.
“Quella dell’amianto è un’emergenza nazionale”, aveva infatti detto Balduzzi al sindaco Demezzi, parlando sia come Ministro dello Stato che come cittadino piemontese. Promettendo poi un impegno attivo del Governo per aiutare i cittadini di Casale Monferrato e di tutti gli altri – non meno importanti – comuni colpiti pesantemente dal mesotelioma pleurico a causa dell’Eternit.
È stato solo allora che il sindaco si è così detto pronto a declinare la proposta di Schmidheiny . “Siamo molto fiduciosi – ha detto a margine dell’incontro con il Ministro – di poter contare sull’intervento concreto e rapido dello Stato, per un percorso strutturato di risanamento ambientale e di forte impulso alla ricerca al fine di risolvere la grave criticità legata all’amianto che vede protagonista Casale Monferrato. È questo elemento, in primis, che può effettivamente gettare una luce nuova sulla nostra comunità e che può creare le condizioni e le premesse per rinunciare, oggi, al risarcimento proposto da uno dei due imputati nel processo Eternit”.
Ma qual è il futuro?
A rispondere a Quotidiano Sanità è proprio Giorgio Demezzi. “Quello che faremo ora è lavorare affinché questa nuova opportunità offerta dallo Stato diventi una possibilità vera per Casale Monferrato, preparandoci fin da ora all’incontro di metà gennaio per illustrare non solo al Ministro della Sanità, ma anche ai Ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico, i passi concreti e i bisogni reali necessari per avviare un percorso di uscita definitiva dall’emergenza in primis per la nostra comunità ma, come ha detto il Ministro Balduzzi, per l'intera Nazione”. Concludendo poi: “I presupposti per fare insieme un grande lavoro per la nostra comunità ci sono tutti, pertanto invito davvero a superare le incomprensioni di questi giorni e a lavorare tutti dalla stessa parte, nell'interesse della Città e del nostro Territorio, ma soprattutto nell'interesse della qualità della vita dei Casalesi presenti e futuri”.
Laura Berardi
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