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Mercoledì 21 NOVEMBRE 2018
Sunshine act. Baroni (M5S) difende il provvedimento: “Obiettivo è la trasparenza totale”. Tensioni con la Lega: “Non hanno partecipato alla discussione”

Il primo firmatario della proposta di legge ha chiarito ieri in Commissione Affari Sociali che il provvedimento non ha lo scopo di vietare legami tra operatori sanitari e imprese, non prevede adempimenti a carico del personale sanitario e non allontana i medici dai pazienti. Il pentastellato si è poi dichiarato preoccupato della richiesta di elevare il valore minimo sopra il quale è previsto l'obbligo di comunicazione: "A un livello pari a 60-70 euro risulterebbero esclusi dall'obbligo di comunicazione circa 9 contributi su 10".

A seguito della conclusione delll'ampio ciclo di audizioni, la discussione sul Sunshine Act è entrata nel vivo ieri in Commissione Affari Sociali. A difendere il provvedimento è stato il primo firmatario della proposta di legge Massimo Enrico Baroni (M5S), spiegando che l'obiettivo perseguito è quello della "trasparenza totale in ambito sanitario".
 
"Il provvedimento non ha lo scopo di vietare legami tra operatori sanitari e imprese che agiscono nel settore ed implica costi molto contenuti in quanto sono sufficienti risorse limitate per implementare il previsto database. Inoltre, il provvedimento non prevede adempimenti a carico del personale sanitario e non allontana i medici dai pazienti, come dimostra anche l'esperienza francese, rendendo anzi possibile un rapporto caratterizzato da una maggiore fiducia. La realizzazione di un database può anche aiutare a proteggersi da accuse ingiuste", ha sottolineato il deputato 5 Stelle.
 
Baroni ha poi evidenziato come il provvedimento "non riguarda i pagamenti dei medici da parte dei pazienti e non rende pubbliche le dichiarazioni dei redditi dei professionisti, come non richiede di comunicare tutte le partecipazioni azionarie ma solo di quelle relative all'ambito sanitario". Ha quindi precisato che il provvedimento "non riguarda solo i medici ma include tutti i soggetti coinvolti nel procedimento amministrativo in ambito sanitario. L'introduzione della nuova normativa può contribuire a ridurre gli sprechi, evitando il ricorso eccessivo a farmaci, interventi o procedure diagnostiche e fornendo indicatori circa potenziale frodi e abusi".

Non è mancata qualche tensione con i partner di governo della Lega. Il pentastellato, nel suo intervento, ha infatti espresso il proprio disappunto in relazione al fatto che "i colleghi della Lega non hanno partecipato alla discussione in corso, lasciando intendere di condividere la visione dei deputati del Partito democratico, che sembrano voler circoscrivere alcuni dei punti caratterizzanti del testo". Al riguardo, Baroni si è dichiarato in particolare preoccupato della richiesta di elevare il valore minimo sopra il quale è previsto l'obbligo di comunicazione, segnalando che se fosse portato a un livello pari a 60-70 euro "risulterebbero esclusi circa nove contributi su dieci". 
 
Il disegno di legge prevede, infatti, che le imprese produttrici debbano rendere pubbliche tutte le transazioni finanziarie (convenzioni e erogazioni in denaro, beni, servizi o altre utilità) con un valore unitario maggiore di 10 euro o un valore complessivo annuo maggiore di 100 euro effettuate verso un soggetto che opera nel settore della salute. In questo senso il limite sembra riprendere quanto previsto dal Sunshine Act in vigore negli Stati Uniti che pone un limite di 10 dollari. Quando però le transazioni finanziarie sono a favore delle organizzazioni sanitarie, l'obbligo di comunicazione scatta per un valore unitario maggiore di 500 euro o un valore complessivo annuo maggiore di 1.000 euro.
 
Ricordiamo che, nel quadro dell'attività di informazione e presentazione dei medicinali svolta presso medici o farmacisti, secondo il Dlgs 219/2006 è vietato concedere, offrire o promettere premi, vantaggi pecuniari o in natura, salvo che siano di valore trascurabile e siano comunque collegabili all'attività espletata dal medico e dal farmacista. Sono inoltre in vigore diverse norme attuate da singole Regioni su questa materia.
 
Infine, segnaliamo come nel Codice etico di Farmindustria si spieghi che "nel quadro dell’attività di informazione e presentazione dei medicinali
svolta presso medici o farmacisti è vietato concedere, offrire o promettere premi, vantaggi pecuniari o in natura. Il materiale promozionale riguardante i farmaci ed il loro uso, sponsorizzato da un’industria farmaceutica, dovrà avere valore percepito trascurabile, essere non fungibile e comunque collegabile all’attività espletata dal medico e dal farmacista. Su tale materiale dovrà inoltre essere riportata chiaramente l’indicazione dell’azienda o del prodotto dell’azienda che sponsorizza. E’ comunque vietata l’offerta di incentivi di tipo economico finalizzati a compensare il tempo sottratto dagli operatori sanitari alla loro normale attività professionale e dedicato alla partecipazione a manifestazioni congressuali. Dovrà essere inoltre garantito che tutto il materiale promozionale destinato ai medici ed ai farmacisti venga acquistato direttamente dall’azienda a livello centrale.
 
"Il materiale informativo di consultazione scientifica o di lavoro, non specificamente attinente al medicinale, può essere ceduto a titolo gratuito solo alle strutture sanitarie pubbliche, ad eccezione del materiale avente un valore percepito trascurabile, ovvero inferiore ai 25 euro. Tale materiale dovrà essere acquistato dall’azienda a livello centrale - si aggiunge sempre nel Codice etico di Farmindustria -. Per quanto concerne donazioni, comodati d’uso e atti di liberalità aventi ad oggetto strumentazioni strettamente inerenti la professione medica, queste possono essere effettuate solo a favore di Istituti Universitari, Ospedali e Case di Cura, e nel rispetto delle procedure amministrative dell’Ente. Al di fuori dell’ambito delle sperimentazioni cliniche non sono consentite nei confronti delle sopracitate strutture donazioni o comodati d’uso aventi ad oggetto strumentazioni fungibili - con modalità d’uso diverse o alternative rispetto al fine diagnostico o terapeutico - quali SmartPhone, Tablet o similari, da destinare ai medici per uso personale al di fuori delle strutture o da cedere ai pazienti".

Una prima, seppur parziale, rassicaurazione dalla Lega è arrivata da Massimiliano Panizzut che, nel suo intervento, ha sottolineato come "il gruppo della Lega è favorevole al provvedimento in esame nel suo complesso, mantenendo qualche riserva su singoli punti e riservandosi di presentare alcune proposte emendative, volte soprattutto a non vessare le aziende di dimensioni ridotte con obblighi burocratici eccessivi".
 
Un giudizio positivo sulla proposta di legge è arrivato anche dal sottosegretario alla Salute Armando Bartolazzi che, valutando positivamente le finalità del provvedimento in discussione, ha espresso la condivisione da parte del Governo sottolineando, peraltro, la necessità di svolgere "un'attenta valutazione del suo impatto finanziario al fine di individuare un'idonea copertura degli oneri".
 
La presidente della Commissione Marialucia Lorefice ha quindi fissato il termine per la presentazione degli emendamenti alle ore 12 di venerdì 30 novembre 2018.
 
Giovanni Rodriquez

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