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Giovedì 01 NOVEMBRE 2018
I massofisioterapisti: “Noi fuori dagli Albi. Grillo intervenga per evitare licenziamenti di massa”

Il sindacato Simmas rileva come il “massofisioterapista diplomato dopo il 17 marzo 1999, secondo un parere dello stesso dicastero, non essendo equipollente al titolo di fisioterapista, non può rientrare nell’albo”. E lancia appello a Grillo: “Emani una circolare urgente per farci continuare ad esercitare la professione in attesa del riordino”.

“Secondo le stime sono 250mila i professionisti sanitari chiamati a iscriversi, dal 1 luglio 2018, ai rispettivi albi di appartenenza. Tra le varie figure professionali rientra anche il fisioterapista. Il Ministero della Salute ha chiarito con una nota del 18 ottobre 2018 che per svolgere una delle 17 professioni sanitarie racchiuse nel nuovo ordine TSRM e PSRTP, sia necessaria l’iscrizione obbligatoria all’albo ai fini del relativo esercizio professionale. Il massofisioterapista diplomato dopo il 17 marzo 1999, secondo un parere dello stesso dicastero, non essendo equipollente al titolo di fisioterapista, non può rientrare nell’albo”. A rilevarlo è il sindacato dei massofisioterapisti Simmas che rileva come “nel corso degli anni si sono susseguiti diversi tavoli tecnici, istituiti presso il Ministero della Salute, con l’obiettivo di risolvere la questione inerente l’inquadramento giuridico del massofisioterapista”.
 
“Ad oggi – prosegue la nota - la categoria è ancora in balia delle onde e nella confusione generalizzata, diverse strutture sanitarie avrebbero già comunicato la possibilità di licenziare i massofisioterapisti presenti in organico, in quanto privi della certificazione attestante l’iscrizione all’albo professionale”.
 
“Se vogliamo evitare licenziamenti di massa – incalza il sindacato - non possiamo attendere neanche un secondo in più per cui chiediamo al ministro Grillo di emanare una circolare urgente in cui si specifica che in attesa di riordinare il profilo professionale, tutti i massofisioterapisti diplomati dopo il 1999 potranno continuare a esercitare la professione sia alle dipendenze di strutture sanitarie che in regime libero professionale, ai sensi della legge 403/71. In passato questa Maggioranza ha, in più occasioni, dimostrato vicinanza alle nostre problematiche. E’ giunta l’ora di passare dalle parole ai fatti!”.

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