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Venerdì 12 OTTOBRE 2018
Cure palliative. I risultati del progetto “Con.Fine” presentati al 22nd International Congress on Palliative Care
Il progetto, che ha visto capofila la Asl di Trapani, è stato centrato sulla valutazione del benessere mentale attraverso il miglioramento della comunicazione tra operatori, pazienti e caregiver. Gli operatori sono stati preparati a sostenere il confronto mediante appositi corsi. Il 99,4% dei caregiver dei pazienti ha riferito che la comunicazione con gli operatori appositamente formati ha avuto un impatto positivo. Il 45% degli operatori ha sostenuto almeno una conversazione di fine vita con almeno un paziente.
Il Progetto nazionale “CON.Fine” dell’assessorato alla salute della Regione Siciliana, di cui è stata capofila l’ASP di Trapani, è stato presentato dall’azienda a Montréal in Canada, nel corso del 22nd International Congress on Palliative Care, con il titolo “Confine: A Training Project for End-of-Life Conversations for 400 Health Workers in Italy”.
Si tratta di un progetto sulla comunicazione nella cura dei pazienti alla fine della vita, che ha il supporto finanziario del Ministero della Salute - CCM” per gli anni 2016-2018, e che è stato particolarmente apprezzato dai referee del Congresso, che ha espresso la seguente motivazione: “The Committee has completed the review of submissions for the Congress, and was very impressed with the high quality of the work, and the depth and breadth of knowledge in the field of Palliative Care” (“Questo comitato è rimasto molto colpito dall'alta qualità del lavoro svolto e dalla profondità e ampiezza di conoscenza nel campo delle cure palliative”). Il progetto sarà infatti pubblicato nel book degli abstracts del Congresso e su una delle più importanti riviste scientifiche specialistiche: The Journal of Pain and Symptom Management.
Il progetto, diretto da Antonio Sparaco in qualità di coordinatore e responsabile scientifico, già responsabile delle attività di prevenzione del dipartimento salute mentale dell’Asp, è stato centrato sulla valutazione del benessere mentale attraverso il miglioramento della comunicazione in oncologia e le conversazioni di fine vita.
Sono stati coinvolti cinque enti istituzionali delle regioni Liguria, Toscana, Lazio e Sicilia, ed è stato strutturato secondo le seguenti linee.
“Gli operatori che curano pazienti alla fine della vita in Italia non sono preparati a sostenere con il paziente, i familiari e gli altri operatori conversazioni di fine vita finalizzate all’empowerment del paziente, cioè al soddisfacimento dei suoi bisogni esistenziali e ad informarlo della prognosi per renderlo partecipe di decisioni come la desistenza terapeutica e la pianificazione anticipata”, spiega la Asp Trapani in una nota. Per questo l’intervento, nell’ambito del progetto, è stato nella direzione di formare gli operatori a questo tipo di colloqui.
Sono stati attuati 16 corsi distribuiti nelle quattro Regioni, per 25 discenti, di 24 ore ciascuno.
Sono state sperimentate quattro strategie relative al setting: 1) almeno il 30% degli operatori delle oncologie e hospice in un solo ospedale in Liguria; 2) operatori di quattro ospedali diversi in Toscana; 3) operatori di quattro città diverse in Sicilia; 4) operatori di quattro diverse reti di assistenza riuniti in un corso residenziale in Lazio; 5)operatori del dipartimento di economia dell’Università Tor Vergata di Roma.
“Più del 50% del programma – spiega Sparaco - è stato svolto con metodi interattivi: focus group, debriefing, teatro interattivo, filmati, laboratorio artistico, project work, humanities: arte, narrazioni, poesia, cinema, letteratura, casi etici. I discenti sono stati più di 400, operatori rappresentanti di tutte le professioni coinvolte nelle cure di fine vita. Sono stati valutati: apprendimento, impatto sul gruppo di pari dei discenti, ricaduta sui familiari e sui pazienti. Il 69,5% dei discenti ha risposto in modo corretto a più del 75% delle domande del test. Il 65% ha adottato il manuale di comunicazione nel proprio gruppo di lavoro”.
Ma in cosa si è tradotto questo per i pazienti e in caregiver? “Nel 99.4% dei caregivers dei pazienti, la comunicazione, dopo la formazione degli operatori-discenti del progetto, ha avuto un impatto positivo. Il 45% dei discenti ha sostenuto almeno una conversazione di fine vita con almeno un paziente”, riferisce Sparaco.
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