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Lunedì 08 OTTOBRE 2018
Puglia. Areu 118, i dubbi e le proposte della Fsi Usae Lecce
Per il sindacato di “difficoltà” e “nodi da sciogliere” ce ne sono “diversi”, dal personale ai mezzi di trasporto fino alla organizzazione e coordinamento della rete. Chiesta, tra le altre cose, la definizione di “una seria pianta organica dove si possano collocare, attraverso il concorso e con il giusto contratto, i nuovi assunti ma anche i dipendenti e convenzionati che da 20 anni operano nel Seus, cui dovrà essere riservata una quota come previsto dalla legge”.
Il 5 ottobre il Dipartimento alla Salute della Regione Puglia ha convocato le OO.SS. di Comparto Sanita per confermare che la Regione si prepara a modificare il servizio di emergenza-urgenza 118 e punta ad una sola azienda unica regionale (AREU), confermando l’impianto della delibera approvata in giunta regionale. Nei prossimi giorni ci saranno le audizioni in commissione sanità e che è intenzione del Presidente Emiliano , nella sua qualità di Presidente della Giunta ed Assessore alla Salute di approvare la costituzione della nuova Azienda entro l’anno.
La Regione Puglia, quindi, si appresta a rivoluzionare il servizio del 118, ossia il sistema di emergenza-urgenza. Ma il progetto solleva molte domande per il segretario della Fsi Usae Lece Francesco Perrone.
Il provvedimento, spiega Perrone, prevede il superamento dell’assetto attuale, datato 2006, e dunque delle cinque centrali operative territoriali. L’obiettivo è arrivare alla costituzione di una sola azienda regionale. E la “centralizzazione” non piace a tutti”.
Dovrebbero essere soppresse, spiega il sindacalista, “almeno due centrali operative (quelle di Taranto e Brindisi) e forse si dovrebbe arrivare all’istituzione del sospirato numero unico per le emergenze, ossia il 112. L’azienda si dovrebbe occupare del soccorso sanitario di emergenza e urgenza, del trasporto sanitario di persone, organi e tessuti e forse anche delle attività trasfusionali.
Il nuovo soggetto, dovrà garantire l’uniformità di gestione della rete emergenza urgenza sul territorio regionale e dovrà dare risposta ai principali nodi critici”.
Le difficoltà ed i nodi da sciogliere, per Perrone, “ce ne sono diversi”.
“Il primo è legato al personale. Ora la situazione è piuttosto caotica perché convivono diverse figure: i medici e gli infermieri convenzionati e quelli del personale dipendente di ogni singola ASL Pugliese e poi gli operatori volontari che fanno capo alle associazioni convenzionate, oltre al personale dipendente (Infermieri ed Autisti) della Sanitàservice Foggiana. Oltre ad esserci difficoltà nel reclutamento dei medici convenzionati, la compresenza di personale con diversi tipi di contratto crea non poche tensioni. Diverse le ipotesi sul tavolo: una possibilità è far diventare almeno i medici tutti dipendenti. Ma si dovrà capire se si possono fare concorsi, se ci sono problemi di superamento del tetto di personale e soprattutto le risorse disponibili”, afferma Perrone.
Altra questione è legata alla proprietà delle ambulanze, ora in parte delle associazioni. “Si potrebbero acquistare tutte, ma non c’è ancora una stima dei costi. L’Azienda dovrà poi curare la gestione e il coordinamento dell’attività di elisoccorso e la rete prevede una copertura in particolare delle zone montane. Ma anche in questo caso occorre capire se i mezzi dovranno essere acquistati, noleggiati o se fare una convenzione con le forze dell’ordine. Infine c’è la maggior integrazione della rete di emergenza urgenza ospedaliera ed extraospedaliera. A regime le centrali operative e il 118 dovranno integrarsi con i servizi di pronto soccorso degli ospedali e i dipartimenti di emergenza e accettazione. La nuova Azienda dovrebbe operare attraverso convenzioni con le aziende sanitarie per la definizione dei rapporti di collaborazione e le forniture di servizi”.
Secondo il segretario della Fsi Usae Lecce “per la riorganizzazione della rete dell’emergenza – urgenza occorre mettere al centro del nuovo modello, una centrale operativa unica regionale che coordini le sei centrali operative provinciali (con l’aggiunta di quella della Bat) e la nascita di un Dipartimento regionale dell’emergenza, ma occorre che ci sia un confronto e programmare un incontro urgente, per avere “chiarimenti” in merito alla “salvaguardia dei livelli occupazionali”, alle “modalità di passaggio contrattuale tra l'attuale Seus e l'Areu” ed al “reinserimento del personale inidoneo alla mansione e licenziato e si rimane in attesa che il riordino della rete ospedaliera regionale fosse finalmente definita e contenesse riferimenti chiari al fine di garantire le Reti tempo-dipendenti dell’Emergenza, il ruolo dell’Emergenza Sanitaria Territoriale affidata al 118, come prevista dai documenti AGENAS e dal D.M. 70/2015”.
Queste le proposte di Perrone nell'ambito del percorso che porterà alla creazione dell'Areu:
1. La creazione di un Dipartimento regionale dell’Emergenza-Urgenza in grado di coordinare in maniera gerarchica e secondo protocolli unici condivisi attraverso specifici tavoli tecnici il sistema dell’Emergenza-Territoriale, le stesse C.O. 118, i DEA, i P.S. periferici e i Presidi di Continuità Assistenziale, al fine di garantire soprattutto un Percorso Diagnostico Terapeutico al cittadino in condizioni di Emergenza-Urgenza, riducendo tempi e costi, evitando sovrapposizioni e dando spazio a tutte le necessarie professionalità del sistema, comprese quelle degli Infermieri dedicati e degli autisti-soccorritori adeguatamente formati e professionalizzati.
2. Una revisione sull’utilizzazione del Sistema 118 in maniera inappropriata con un’adeguata e necessaria rivalutazione del Sistema istituzionale, le postazioni 118 in convenzione,compreso quello dell’Elisoccorso, supportato dal sistema delle eccedenze private solo per gli interventi di minore entità o di eccezionali necessità, contenendone i costi ed evitando abusi e sprechi.
3. La definizione delle problematiche, da tempo irrisolte della contrattazione regionale ed in particolare della dotazione organica dei Presidi 118 e la stabilizzazione del personale medico precario del Sistema SUES 118, l’adeguamento economico dell’indennità regionale in funzione delle attività aggiuntive effettivamente svolte e l’inquadramento normativo ed economico delle attività orarie aggiuntive.
4. La riorganizzazione del riordino della rete ospedaliera in itinere, non può fare a meno di un Sistema di Emergenza-Urgenza territoriale concreto e con un controllo gestionale tecnico e politico, che garantisca un adeguato numero di ambulanze medicalizzate (MSA) non semplicemente per la salvaguardia di posti di lavoro ma per la tutela di un sistema necessario per l’emergenza-urgenza che produce riduzione di mortalità, soprattutto nell’ambito delle reti tempo-dipendenti, per esempio nella gestione degli infarti, la rete IMA, della rete stroke e di quelle del Politrauma e delle emorragie digestive.
5. Nella costruzione del nuovo contenitore, che non possono tralasciare aspetti come l'efficienza e l'economicità dei servizi, oltre che la definizione di una seria pianta organica dove si possano davvero collocare, attraverso il concorso e con il giusto contratto collettivo del pubblico impiego, i nuovi assunti (con l'intento di svecchiare un organico dall'età media attuale di circa 50 anni) ma anche i dipendenti e convenzionati che da 20 anni operano nel SEUS, cui dovrà essere riservata una quota così come previsto dalla legge. L'emergenza e l'urgenza sanitaria a nostro avviso deve diventare un servizio del tutto autonomo, senza dover attingere a forza lavoro esterna, ed iniziare ad investire in modo più incisivo nella formazione del personale e nella sicurezza di mezzi e strutture.”.
“Siamo certi – conclude Perrone - che il presidente-'assessore ed il capo dipartimento alla Salute sapranno accogliere le nostre proposte, per collaborare insieme al rilancio anche di questa fetta impostante della sanità nella nostra terra”.
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