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Venerdì 05 OTTOBRE 2018
Autismo. All’Asl Napoli 1 manca il personale, a rischio l’assistenza ai bambini

Chiude il centro Asl di via Morghen al Vomero. Una decisione a cui è giunta la responsabile del Centro - comunicata con una nota alla direzione della Asl - dopo le tante richieste disattese per far fronte alle ataviche carenze di personale. Da circa 6 anni il centro portava avanti un progetto denominato Pass che vede coinvolte le scuole e il territorio di residenza. A luglio del 2017 il progetto viene finanziato con 2 milioni di euro. Ma da allora non si ha più notizia dell’utilizzo dei fondi.

Chiude per carenza di personale il centro Asl di via Morghen al Vomero dove da anni si sperimenta un progetto di integrazione dei bambini autistici nel tessuto sociale e scolastico. “Fondi appostati, ma procedure concorsuali mai attivate” denuncia il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle  Vincenzo Viglione, firmatario di un’interrogazione alla giunta regionale che aggiunge: “Con la chiusura annunciata, a partire dal prossimo 8 ottobre, della sede distrettuale del Centro unico aziendale per la salute mentale della Asl Napoli 1, sarà sospesa ogni forma di assistenza e di attività terapeutica per i minori autistici”.

Una decisione a cui è giunta la responsabile del Centro - comunicata con una nota alla direzione della Asl - dopo le tante richieste disattese per far fronte alle ataviche carenze di personale. Le attuali unità operative nella sede di via Morghen non sono sufficienti a portare avanti programmi in favore di bambini e ragazzi affetti da disturbo dello spettro autistico.

“Una decisione che è l’inevitabile conseguenza del mancato impiego di fondi derivanti dal riparto di risorse approvate con decreto del commissario ad acta 134 del 28 ottobre 2016 - continua Viglione - e alla mancata attivazione di procedure concorsuali finalizzate al reclutamento di unità di personale”. Nell’interrogazione si chiedono “le ragioni del mancato impiego dei fondi ex Dca 134 e quali iniziative si intendono assumere per garantire la continuità assistenziale ai minori autistici”.  

“Grazie all’attività del personale del Centro di via Morghen – prosegue Viglione - sono stati avviati in questi anni progetti che vedono il coinvolgimento di scuole e realtà territoriali” puntando il dito sul disinteresse della Regione e dei dirigenti Asl di fronte all’appello di un centro che ha avviato il primo esperimento in Campania rivolto non soltanto a soggetti autistici ma a tutta la comunità, così da accogliere, come sottolineato dalla stessa responsabile del centro, bambini e ragazzi che hanno un modo diverso di vedere il mondo. “Soggetti a cui non basta il solo sostegno scolastico, ma che necessitano di una continuità assistenziale che non può essere loro negata per inspiegabili negligenze di carattere amministrativo o per ragioni di pura contabilità”.

A ricostruire la vicenda emerge che ad ottobre del 2016 viene pubblicato il bando per il finanziamento di progetti terapeutici finanziati con lo sblocco delle risorse in base al decreto del commissario ad acta 134. A gennaio del 2017 il centro partecipa al bando e presenta il progetto Pass (adozione scolastica e sociale). A luglio del 2017 il progetto viene finanziato con 2 milioni di euro. Da allora non si ha più notizia dell’utilizzo dei fondi. Il progetto Pass o organizzato in dieci nuclei operativi e tutte le attività sono coordinate e sviluppate con le 1600 famiglie coinvolte.
 
Scrive Luisa Russo -  neuropsichiatra infantile, responsabile del centro unico aziendale per la salute mentale in età evolutiva della Asl Napoli 1, e referente aziendale per l’autismo - in una lettera inviata al presidente della Regione Vincenzo De Luca: “Da circa 6 anni, insieme ai loro familiari, stiamo portando avanti un progetto denominato Pass che vede coinvolte le scuole e il territorio di residenza. Siamo la prima istituzione pubblica in Campania che sperimenta un programma rivolto non solo a soggetti con autismo ma a tutta la comunità chiamata ad accogliere nel miglior modo possibile bambini e ragazzi che hanno un modo diverso di vedere il mondo. Quindi non più una cieca fiducia nei vari modelli terapeutici e riabilitativi, pure importanti, non più poche ore di scuola e di sostegno scolastico che spesso ricevono le classi frequentate dai loro figli . Al contrario spingendo essi stessi per un cambiamento che li ha portati ad uscire dal guscio  dell’autismo in cui spesso si chiude l’intera famiglia e per presentare i loro figli alla classe, agli insegnanti, ai compagni per chiedere aiuto e supporto”.
 
Un appello dunque, quello della neuropsichiatra a consentire la prosecuzione del progetto per il cui scopo indica necessarie due cose. L’immediata utilizzazione dei fondi speciali del progetto destinati e approvati a tal fine, sbloccando il bando per l’assunzione di personale specializzato attualmente carente. E la revisione dei rapporti con il privato convenzionato per l’erogazione di interventi che rispondano in maniera più specifica alle nuove esigenze dei bambini autistici e con psicopatologie e disabilità, a fronte della spesa poco qualificata della Asl per la riabilitazione.
 
Ettore Mautone

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