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Lunedì 19 DICEMBRE 2011
Tumore al polmone. Da una ricerca italiana un nuovo metodo per riconoscerlo e curarlo

Dall’Ospedale Santa Chiara e dall’Università di Trento arrivano buone notizie per i pazienti affetti da cancro al polmone: un test biomolecolare fornisce la possibilità di riconoscere le neoplasie precedentemente non identificabili, aiutando a sviluppare il corretto trattamento.

L’efficacia dei trattamenti chemioterapici sul tumore al polmone dipende dal tipo di cancro da cui il paziente è affetto. Un’accurata classificazione delle neoplasie può dunque essere molto importante per il trattamento, ma può anche risultare complicata, perché a volte le tecniche a disposizione (come esami di istomorfologia e citomorfologia) sono insufficienti a questo scopo. Tuttavia, grazie ad uno studio italiano dell’Unità di Anatomia patologica dell’Ospedale Santa Chiara di Trento, in collaborazione con il Centro di Biologia Integrata (CIBIO) dell’Università di Trento, fornisce oggi un nuovo strumento diagnostico: si tratta di un test biomolecolare, che fornisce la possibilità di riconoscere tumori polmonari non altrimenti  identificabili. Il risultato è stato pubblicato dalla rivista American Journal of Clinical Pathology.
Lo studio fa seguito ad un lavoro pubblicato dagli stessi autori a febbraio di quest’anno sulla rivista American Journal of Surgical Pathology, che dimostrava come l’analisi quantitativa di microRNa potesse aiutare nella diagnosi. Questa, affiancata dalla più tradizionale analisi morfologica e istochimica delle biopsie tumorali, permette una classificazione più accurata dei tumori al polmone più frequenti.
 
I marker immunoistochimici usati oggi, infatti, riescono a classificare solo il 60% dei cancri al polmone, distinguendoli in “carcinomi a cellule squamose” e “adenocarcinomi”. Secondo le due ricerche però, nei casi in cui questa classificazione non dovesse riuscire, può forse oggi essere affiancata a quella suggerita dal team italiano, che funziona grazie al riconoscimento di particolari sequenze di microRNA.
«Il vantaggio dell’utilizzo dei microRNA come biomarcatori risiede nella facilità e accuratezza con la quale possono essere misurati e nella loro estrema specificità”, ha spiegato Michela Denti, responsabile del Laboratorio di Biologia e Biotecnologie dell’RNA del CIBIO. “MicroRNA specifici, infatti, si ritrovano enormemente aumentati o diminuiti in particolari malattie. Inoltre, queste piccole molecole sono eccezionalmente stabili ai trattamenti a cui sono normalmente soggette le biopsie, ad esempio la fissazione in formalina e l’inclusione in paraffina, a differenza di molecole di RNA più grandi quali le molecole di RNA messaggero”.
 
I due studi avevano un campione piuttosto ampio, quasi un centinaio di biopsie di tumori polmonari, fornite dalla Trentino Biobank, una struttura dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari preposta alla raccolta e alla conservazione di materiale biologico umano da fornire a scopo di ricerca. Altre biopsie sono state ottenute anche grazie alla collaborazione con importanti istituzioni italiane, tra cui l’Istituto Tumori di Milano, le Università di Modena e di Torino, l’Ospedale Pneumologico Forlanini di Roma. La realizzazione del progetto è stata garantita da un finanziamento da parte dall’Assessorato alla Salute e Politiche Sociali della Provincia Autonoma di Trento. 
Nonostante i notevoli progressi compiuti negli ultimi decenni nel campo della cura dei tumori, l’aspettativa di vita per i pazienti di cancro al polmone rimane bassa. Il nuovo metodo potrebbe invece aumentare le possibilità che il tumore venga riconosciuto e trattato adeguatamente. “Il test che abbiamo sviluppato permette una più accurata classificazione dei tumori polmonari, da affiancare alla tradizionale attività diagnostica”, ha spiegato Mattia Barbareschi, responsabile del Laboratorio di Patologia molecolare dell’Unità di Anatomia patologica dell’Ospedale Santa Chiara di Trento. “Questo fatto è particolarmente importante nella cura dei tumori polmonari poco differenziati, dove la diagnostica microscopica può avere dei limiti”.
 
Ma secondo i ricercatori le possibilità non sono solo diagnostiche. “L’importanza dei microRNA in medicina non è solo dovuta al loro crescente impiego nella diagnostica – hanno fatto sapere – ma anche alle recenti scoperte che dimostrano come controllando i livelli di specifici microRNA nel tumore si possa ridurre la crescita delle cellule tumorali.”

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