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Mercoledì 19 SETTEMBRE 2018
Carenza medici. No alle facili semplificazioni



Gentile Direttore,
ormai l’attenzione mediatica sulla questione medica è massima. Si è creata in questi ultimi mesi quella condizione di panico, di tragedia, di catastrofe che tanto piace al nostro paese e ad alcuni mezzi di informazione. Ospedali deserti non di pazienti che appaiono sempre meno pazienti è sempre più inferociti, ma di medici.

Fughe in strutture private, agognati Eden da contrapporre allo sfacelo del pubblico che ora e solo ora è sotto gli occhi di tutti.
Viene ovviamente da chiedersi dove erano o meglio dove eravamo mentre tutto questo si materializzava lentamente ed inesorabilmente sotto i nostri occhi.

Un progetto ben costruito e perseguito? Forse. La conseguenza di congiunture economiche sfavorevoli? Magari.

La nostra, nel senso di paese, cronica incapacità a guardare avanti, a sacrificare qualcosa nell’immediato in vista di un bene futuro maggiore? Probabilmente.

Ci troviamo nella condizione di accettare di buon grado l’uovo oggi, ma attenzione a non sacrificare la gallina di domani. Abbiamo ripetuto alla nausea, che oggi i medici non mancano. Mancano gli specialisti. Soprattutto, ma non solo, in alcune discipline.

In via transitoria, saremo costretti per un certo periodo a ricorrere a soluzioni compromissorie, ma attenzione a non scommettere al ribasso. Anche se tutto al momento sembra sconfessarlo, la medicina è una professione seria. Non è frutto di improvvisazione.

Richiede un lungo percorso di formazione ed è bene che sia così. Maneggiamo materiale fragile e prezioso. Ognuno di noi almeno una volta nella vita avrà bisogno di un medico e si augurerà che sia il migliore, il più preparato ed aggiornato.

Sistemi evoluti richiedono professionisti competenti. La specialità non è un optional. Non lo è per i medici, per i veterinari, per i biologi, gli psicologi, etc.

I corsi universitari, soprattutto in Italia e nella maggior parte delle Università garantiscono una buona formazione di base. I processi selettivi tengono.
Ma la specialistica post laurea è irrinunciabile. In qualunque disciplina ed ancora di più dove la complessità dei casi affrontati è massima. Li occorrono i professionisti migliori. Ai quali vanno garantiti riconoscimenti economici, sociali e di carriera adeguati.

Non cediamo alla tentazione di semplificare una realtà complessa. Un addestramento per quanto buono non potrà mai sostituire un percorso formativo completo ed articolato.

Creiamo le condizioni affinché chi ha lavorato e lavorerà con profitto nel Ssn anche privo di titoli questi titoli li possa acquisire, garantendo anche a questi colleghi che non sono certo di serie B tutte le facilitazioni possibili, ma no a scorciatoie.
 
Sarebbe ingiusto nei confronti di chi nella propria formazione ha investito ed investe e ci qualificherebbe ancora una volta come un Paese di seconda categoria.
 
Ester Pasetti
Segretaria Anaao Emilia Romagna 

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