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Martedì 18 SETTEMBRE 2018
Anaao dura contro il nuovo Piano socio-sanitario 2019-2023: “Manca di buon senso e di considerazione per gli operatori”
Il segretario del Sindacato Adriano Benazzato lascia trasparire delusione per il nuovo Pssr 2019-2023 appena arrivato in commissione regionale. “Se c’è una volontà concreta di potenziare la risposta sanitaria del sistema integrato ospedale territorio nei riguardi dei pazienti cronici occorre prima di tutto investire risorse economiche e professionali”.
Nei giorni scorsi è stato presentato nella V Commissione Regionale Veneta, il Piano Socio Sanitario per gli anni 2019-2023. Sin da subito ed in modo trasversale, tutti i sindacati ne preannunciano le loro perplessità. “Nelle poche righe dedicate alla rete ospedaliera del Veneto – spiega il Segretario Anaao Veneto, Adriano Benazzato - viene affermato che gli Ospedali della regione sono perfettamente rispettosi delle disposizioni previste dal DMS 70/2015, che sancisce gli indicatori minimi di efficienza e di efficacia nonché i bacini di utenza, i volumi di prestazioni, il numero minimo di esiti positivi di queste per ciascuno ospedale in rapporto al ruolo della rete ospedaliera. Un confronto accurato dei requisiti di ciascun ospedale con il DMS 70/2015 dimostra che non è assolutamente vero! Una percentuale elevata di questi è fuori standard con rischi importanti ed elevati per la sicurezza clinica dei pazienti. Dispiace e preoccupa che l’assessore alla Sanità si ostini a negare tutto ciò malgrado l’evidenza”.
Inoltre, continuano le carenze del Piano secondo l’Anaao “La poca importanza che viene data nel piano alla ottimizzazione della rete ospedaliera ed alla organizzazione degli Ospedali ignorando l’importanza e le ricadute che questa omissione di interesse potrà avere sulla sicurezza e bontà delle cure dei pazienti e di chi ci lavora e sulla prevenzione degli eventi avversi. Piaccia a non piaccia all’assessore oltre i due terzi degli incidenti clinici negli ospedali, secondo il parere della letteratura scientifica mondiale, sono la conseguenza di una errata programmazione e/o organizzazione della stessa. L’assessore, la giunta regionale ed il mondo politico del Veneto ignorando tutto ciò si assumono davanti alla popolazione la responsabilità politica, morale, sociale e forse giurisprudenziale degli eventi avversi conseguenti nei riguardi dei pazienti?”
Attualmente l’Iter del Piano Socio Sanitario Regionale 2019-2023 è nella fase che dalla proposta della Giunta regionale è in discussione in Consiglio. Ciò permetterebbe qualche modifica e magari cogliere qualche richiesta.
“Ci aspetteremmo che il buon senso e la ricerca di una maggiore sicurezza clinica ed organizzativa – fa sapere il Segretario -prevalesse sugli interessi politici, di campanile ed elettorale. Ci aspetteremmo inoltre una maggior considerazione e rispetto nei riguardi degli operatori sanitari (medici ed infermieri) baluardo importante e forse unico nella difesa del SSN dagli interessi ed appetiti commerciali e dal disinteresse politico. Tali soggetti sacrificano molto spesso la propria vita personale e famigliare sull’altare del dovere ottenendo in cambio nulla o sovente frustrazioni”.
“Se c’è una volontà concreta di potenziare la risposta sanitaria del sistema integrato ospedale territorio nei riguardi dei pazienti cronici occorre prima di tutto investire risorse economiche e professionali su tale obiettivo. Per fare tutto questo occorre liberare tali risorse ottimizzando la rete ospedaliera dal momento che è impensabile che gli elevati costi indispensabili siano sopportabili dalla regione ancorché con ambizioni di semi- autonomia. Nell’ipotesi, peraltro difficile, che queste risorse fossero reperite aggiuntivamente il potenziamento della risposta del SSR alla cronicità sarebbe del tutto definitivamente vanificato dalla sempre più tragica mancanza di medici specialisti, provocata da errori programmatori della formazione, e dalla ormai scarsa appetibilità economica e lavorativa della dirigenza Medica!”
Endrius Salvalaggio
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