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Martedì 18 SETTEMBRE 2018
Osteopati a Grillo: “Si faccia presto su competenze e formazione”



Gentile Direttore,
la legge 3/2018 ha avviato, al termine di un dibattito parlamentare lungo ed articolato, il percorso di istituzione e disciplina della professione di osteopata, ponendo l’Italia sullo stesso piano della maggior parte dei Paesi dove la professione è già regolamentata. Come ho avuto più volte modo di osservare in precedenti interventi su Quotidiano Sanità, per il ROI – Registro degli Osteopati d’Italia - questo risultato ha un grande rilievo ed è di fondamentale importanza per migliaia di professionisti e di studenti: la norma pone infatti le basi per uno specifico corso di laurea, a garanzia sia degli osteopati sia dei 10 milioni di italiani che conoscono e si avvalgono dell’osteopatia.
 
Sarebbe tuttavia inutile che gli sforzi e l’attenzione della categoria si limitassero al mero riconoscimento formale. Per questo motivo il ROI ha da subito avviato un lavoro attento e partecipato sul tema delle competenze, al fine di dare una sostanziale contributo, dal punto di vista tecnico-scientifico e formativo, al percorso di definizione del profilo professionale e del curriculum degli studi dell’osteopata. Le competenze infatti rappresentano il punto di partenza dal quale scaturiscono in successione tutti gli aspetti – dal riconoscimento delle equipollenze alla definizione dell’ordinamento didattico – che corrispondo alle tappe formali imposte dalla legge 3/2018.
 
La base su cui la categoria ha strutturato il suo lavoro è la Norma europea CEN  (EN16686) redatta nel 2015,  che individua i principi comuni volti a conseguire nei diversi Paesi una buona pratica osteopatica. Nella Norma CEN l’osteopatia è definita come una disciplina sanitaria di primo contatto centrata sul paziente, indipendente ma, allo stesso tempo, chiamata a collaborare con altre discipline sanitarie. Essa identifica un percorso formativo specifico di durata non inferiore a quattro anni e subordinato a circa un migliaio di ore di formazione sul campo: un presidio di qualità e professionalità che rappresenta già una realtà in numerose scuole italiane e sarà, se applicata in conformità al contesto del nostro Paese, una garanzia per lo sviluppo futuro della nostra professione.
 
Abbiamo dunque fondamenta solide su cui avviare un lavoro tecnico decisamente articolato. Un accordo in Conferenza Stato-Regioni (che per la legge avrebbe dovuto essere stipulato entro il 15 maggio scorso) deve infatti stabilire l’ambito di attività e le funzioni caratterizzanti la professione di osteopata, i criteri di valutazione dell’esperienza professionale e il riconoscimento dei titoli equipollenti. Conclusa questa prima fase, un decreto ministeriale (il cui termine per l’adozione è scaduto il 15 agosto scorso) definirà l’ordinamento didattico della formazione universitaria e gli eventuali percorsi formativi integrativi.
 
Desidero rinnovare da queste colonne i miei migliori auguri di buon lavoro alla Ministra della Salute Giulia Grillo e a tutto il suo staff. Come noto, l’agenda sanitaria è corposa e in continuo aggiornamento. Al suo interno, l’attuazione della legge 3/2018 è una priorità rilevante per diverse ragioni: per le migliaia di professionisti che attendono da anni una legge che dia dignità e tutela al proprio lavoro, per le centinaia di osteopati che ogni anno si diplomano e che vivono la futura professione nell’incertezza di una legge formalmente in vigore ma ancora inattuata, per i milioni di cittadini (molti dei quali indirizzati dal proprio medico) che da  anni ricorrono ai trattamenti osteopatici e attendono il riconoscimento ufficiale prescritto dalla legge, che offre finalmente garanzie di qualità e di sicurezza.
 
Per questo motivo riaffermo il mio auspicio personale e quello della categoria affinché sia convocato con urgenza un confronto con il Ministero della Salute e le altre Amministrazioni interessate. Abbiamo ancora tanto lavoro da fare e sono certa che sarà possibile dare in tempi brevi le risposte attese da anni. Il ROI, come sempre, è pronto a fare la sua parte.
 
Paola Sciomachen
Presidente del ROI – Registro degli osteopati d’Italia

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