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Mercoledì 29 AGOSTO 2018
Adolescenti. Fumo e alcol: i danni per le arterie compaiono prima del previsto
Uno studio inglese condotto su 1.266 adolescenti dimostra che alcol e sigarette lasciano la loro impronta sulle arterie già in età adolescenziale, mettendo una pesante ipoteca sulla loro salute cardiovascolare. L’appello dei ricercatori perché i politici mettano in campo campagne educative che spieghino ai ragazzi a cosa vanno incontro con sigarette e ‘bevute’ del sabato sera. Ma anche i benefici prodotti dall’abbandonare queste cattive abitudini
Le arterie dei teenager che fumano e bevono alcol si riconoscono già all’età di 17 anni perché sono più rigide di quelle dei coetanei. A rivelarlo è uno studio pubblicato su European Heart Journal che dimostra dunque che i danni di uno stile di vita poco salutare non tardano a manifestarsi.
La rigidità arteriosa sta ad indicare un danno a carico della arterie, predittivo di problemi cardiovascolari (infarti e ictus) nelle fasi successive della vita. Questi danni sono evidenti sia nei ragazzi che fumano, che in quelli che bevono, ma sono nettamente maggiori in quelli che abbracciano entrambi le cattive abitudini.
Lo studio, effettuato dallo University College London (UCL), è stato condotto su 1.266 adolescenti della coorte ‘Children of the ‘90s’ dell’Avon Longitudinal Study of Parents and Children (ALSPAC) ed ha abbracciato un periodo di 5 anni, dal 2004 al 2008.
“Abbiamo evidenziato – spiega il professor John Deanfiled, UCL Institute of Cardiovascular Science - che in questa ampia coorte britannica, il fatto di fumare e bere alcol negli anni dell’adolescenza, anche se in misura minore di quanto evidenziato dagli studi condotti su popolazioni adulte, si associa a rigidità arteriosa e progressione dell’aterosclerosi. Ma abbiamo anche potuto osservare che se i ragazzi smettono di fumare e di bere nel corso dell’adolescenza, le loro arterie ritornano normali; questo suggerisce che c’è modo di preservare la salute delle arterie già da una giovane età”.
Ai partecipanti alo studio veniva chiesto di dare informazioni sulle loro abitudini di fumo e di consumo di bevande alcoliche all’età di 13, 15 e 17 anni; la rigidità aortica veniva valutata mediante il ‘Vicorder’, uno strumento che misura la velocità dell’onda di polso carotideo-femorale (cioè la velocità di propagazione del polso arterioso nel sistema circolatorio). I ragazzi venivano divisi in sottogruppi a seconda del numero di sigarette fumate nella loro vita (‘basso’ da 0 a 20 sigarette, ‘moderato’ da 20 a 99 sigarette, ‘alto’ oltre 100 sigarette); i questionari registravano anche l’eventuale esposizione al fumo passivo dei genitori.
I ragazzi del gruppo ‘alta’ intensità di fumo presentavano un incremento relativo del 3,7% degli indici di rigidità delle arterie, rispetto a quelli del gruppo ‘bassa’ intensità.
Veniva inoltre chiesto ai ragazzi di riferire a quale età avevano cominciato a bere, con quale frequenza e intensità il consumo di alcol era proseguito. In questo caso i gruppi venivano definiti come segue: bevitori ‘pesanti’ (> 10 drink in un giorno tipo nel quale consumano bevande alcoliche), ‘moderati’ (3-9), ‘leggeri’ (< 2). Per ‘drink’ si intendeva una bevanda contenente 8 grammi di alcol. I teenager tendono a consumare soprattutto birra, più che vino o liquori e quelli proni al binge drinking (oltre 10 drink in una volta sola) presentavano un aumento degli indici di rigidità delle arterie del 10,8% rispetto ai coetanei che non avevano mai fumato e che bevevano poco.
“Il danno vasale, provocato dal fumo e dall’alcol, compare molto precocemente nel corso della vita – conferma la dottoressa Marietta Charakida del King's College di Londra – Sebbene una serie di studi abbiamo mostrato che gli adolescenti negli ultimi anni tendano a fumare di meno, nel nostro studio abbiamo riscontrato che almeno un ragazzo di 5 fumava all’età di 17 anni. E se i genitori fumano è più facile che i figli seguano il loro esempio. Alla luce di questi risultati è oggi più che mai necessario che la politica metta in campo delle strategie educative efficaci, a partire dall’infanzia, per scoraggiare bambini e ragazzi dall’adottare queste cattive abitudini. Bisognerebbe naturalmente anche informarli dei benefici connessi all’abbandono di questi comportamenti nocivi”.
Maria Rita Montebelli
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