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Martedì 28 AGOSTO 2018
Bimbo muore in aereo per crisi cardiaca. Balzanelli (Sis 118): “Urge la ‘Mobilità Cardioprotetta’”
Il bambino, libanese, 2 anni, è morto sul volo Alitalia Beirut-Roma. Inutile l’atterraggio d’emergenza a Bari. Era affetto da iperossaluria primitiva ed era atteso al Bambin Gesù per la valutazione per l’inserimento nella lista d’attesa per i trapianti. Durante il volo avrebbe avuto una crisi cardiaca. Per Balzanelli chiede, un decreto interministeriale” che “sancisca obbligo della presenza di un defibrillatore semiautomatico a bordo di tutti i mezzi di trasporto pubblici”.
“La tragica morte improvvisa del bambino libanese di 2 anni, deceduto oggi durante il volo Alitalia Beirut - Roma, pone alla attenzione istituzionale apicale dei competenti ministri dei Trasporti e della Sanità la necessità di varare - con criterio di massima urgenza temporale - un decreto interministeriale che assicuri alla nazione una efficace, affidabile "Mobilità Cardioprotetta" tempo dipendente, che sancisca obbligo della presenza di un defibrillatore semiautomatico (DAE) a bordo di tutti i mezzi di trasporto pubblici e del possesso della certificazione e delle relative competenze di base riguardo l'utilizzo (certificazione Basic Life Support Defibrillation) ed i criteri di corretta interazione in tempo reale con le Centrali Operative 118 territorialmente competenti”. Ad affermarlo, in una nota, è il presidente della Società Italiana Sistema 118, Mario Balzanelli.
Per Balzanelli “il progetto di ‘Italia Cardioprotetta’, lanciando il quale inaugurai lo scorso anno il biennio della mia presidenza nazionale della SIS118, deve - per intrinseca oggettiva, drammatica, più che evidente emergenza epidemiologica - affermarsi in tre vettori attuativi essenziali, la ‘Mobilità Cardioprotetta’, la ‘Scuola Cardioprotetta’, il ‘Condominio Cardioprotetto’”.
Quanto al decesso del bimbo, libanese, di 2 anni, sul volo Alitalia Beirut-Roma (AZ 827), una nota dell'ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma spiega: “Era atteso a Fiumicino da un’ambulanza che lo avrebbe portato al Bambino Gesù di Roma per la sua presa in carico da parte dei medici dell’Ospedale Pediatrico della Santa Sede.
Il bimbo era affetto da iperossaluria primitiva, forma severa di una malattia metabolica rara nota come ossalosi (frequenza compresa tra 1 caso ogni 100.000 abitanti e 1 ogni 333.000), e caratterizzata dall’accumulo, in vari organi e tessuti, di ossalato di calcio. Il deposito di ossalato di calcio a livello renale comporta la formazione di calcoli che causano ostruzioni o infezioni delle vie urinarie e danno renale permanente, con necessità di dialisi. La sintomatologia delle forme più gravi comprende, oltre all’insufficienza renale, anche alterazioni delle ossa che possono compromettere la crescita staturale del bambino e favorire la comparsa di fratture per traumi di intensità minima. In questi casi, il percorso terapeutico prevede il doppio trapianto, contemporaneo o sequenziale, di fegato e rene: il trapianto del fegato permette di guarire il difetto metabolico, quello del rene di ripristinare la funzione renale.
Il trapianto in questi bambini non è semplice, perché richiede alcune attenzioni particolari inclusa spesso una dialisi da effettuare nel corso dell’intervento di trapianto stesso. Nel nostro Ospedale abbiamo in questi anni accumulato una significativa esperienza in questo campo e abbiamo già trapiantato 11 bambini con questa malattia con trapianti combinati e sequenziali.
Da alcuni anni è attiva una collaborazione con l'Ospedale Hotel Dieu de France di Beirut per la cura dei bambini affetti da ossalosi. Sino ad ora 4 pazienti pediatrici libanesi sono stati trasferiti e Roma e sottoposti con successo a trapianto sequenziale di fegato e rene o a trapianto combinato, contemporaneo, di fegato e rene.
Purtroppo - concludono i medici – quest’ultimo bambino non è riuscito a raggiungere il nostro Ospedale, dove sarebbe stato sottoposto a valutazione per l’inserimento nella lista d’attesa per i trapianti. Siamo molto dispiaciuti da questo triste epilogo, ma non possiamo dimenticare che si tratta di malattie complesse che possono presentare, come in questo piccolo bambino, quadri molto severi e, talvolta complicarsi con eventi drammatici come questi”.
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