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Lunedì 12 DICEMBRE 2011
Parafarmacie minacciano di denunciare Fofi e Federfarma
Per il momento i legali delle 4 associazioni stanno ancora verificando se esistano gli estremi per la denuncia. L’accusa sarebbe di procurato allarme, falso ideologico e diffamazione per aver sostenuto che la liberalizzazione dei farmaci con ricetta mette a rischio la sicurezza dei cittadini.
Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, l’Associazione Nazionale Parafarmacie Italiane, la Federazione Esercizi Farmaceutici e il Forum Nazionale Parafarmacie hanno dato mandato ai propri legali di verificare la sussistenza degli estremi per una denuncia nei confronti del Presidente della Fofi Andrea Mandelli, del Presidente della Federfarma Annarosa Racca e del Presidente Federfarma Lazio Caprino.
Le Associazioni contestano i contenuti della lettera che il presidente della Fofi ha indirizzato al Presidente della Repubblica Napolitano e quelli presenti nel testo pubblicato a pagamento da Federfarma in alcuni quotidiani.
L’accusa è quello di "procurato allarme, falso ideologico e diffamazione per aver fatto credere che con la liberalizzazione dei farmaci con ricetta venissero meno le garanzie di sicurezza per i cittadini".
Ecco la nota con cui il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, l’Associazione Nazionale Parafarmacie Italiane, la Federazione Esercizi Farmaceutici e il Forum Nazionale Parafarmacie annunciano l’avvio delle procedure legali e ne spiegano le ragioni:
Quello a cui stiamo assistendo è l’esempio eclatante di cosa significa vivere in una società dominata dalle corporazioni, dove chi tocca solo parzialmente interessi consolidati è attaccato con menzogne al limite della legalità. Altro che sacrifici. Questi signori, esponenti autentici di una società di classe di stampo ottocentesco , credono che come sempre a pagare debbano essere i soliti, certamente non loro.
E’ FALSO che con la liberalizzazione dei farmaci di fascia C verrebbero diminuiti gli standard qualitativi, al contrario, il confronto delle capacità spingerebbe anche le farmacie a migliorare l’offerta così come è accaduto dopo la liberalizzazione dei farmaci d’automedicazione;
E’ FALSO che i livelli di sicurezza si abbasserebbero, le parafarmacie hanno regole sulla conservazione dei farmaci, sulla tracciabilità, sulla dispensazione e sulla farmacovigilanza uguali a quelli delle farmacie e il personale laureato compie lo stesso percorso di studio di quello che opera in farmacia. Nessun aumento di consumi e d’incidenti avversi si è registrato dopo la liberalizzazione dei farmaci da banco;
E’ FALSO che 18.000 dipendenti verrebbero licenziati, questo è solo un ricatto privo di alcun riscontro economico reale, tanto è vero che la perdita sarebbe per ogni farmacia di soli 380 euro/mese;
E’ FALSO che la strada, per dare opportunità di divenire titolare ai giovani farmacisti, sia quella dei concorsi previsti dall’attuale legge. Con le regole e i tempi previsti oggi dalla legge nessuno dei giovani di oggi potrebbe divenire titolare. A meno di essere figlio di titolare o avere grandi disponibilità economiche in famiglia;
E’ FALSO che con il provvedimento del governo chiuderanno le farmacie ubicate nei piccoli comuni, nessuna farmacia è fallita sino ad ora. Ricordiamo che non ci sono parafarmacie in questi comuni per evidenti ragioni di mercato. Ne tanto meno sono confrontabili i fatturati di queste piccole farmacie con quelli delle parafarmacie anche domani con la fascia C liberalizzata.
E’ VERO che nelle farmacie c’è un vero e proprio sfruttamento del personale laureato con stipendi ben al di sotto degli standard europei, a fronte di un reddito medio dei titolari di farmacia di 126 mila euro/anno, secondi dopo i notai ma prima dei medici;
E’ VERO che con la liberalizzazione dei farmaci di fascia C aumenterebbe la concorrenza, il risparmio dei cittadini, creati nuovi posti di lavoro, nuovi investimenti e nuove aziende.
Il Governo vada avanti per la sua strada, dimostri al Paese e all’Europa che vuole voltare pagina, vuole mettere la parola fine all’arroganza di una delle casta più potenti in Italia. Questa della liberalizzazione dei farmaci di fascia C è una ”partita” importante e decisiva dove tutti si giocano la propria credibilità. Se questa partita viene persa, nessuna nuova partita potrà essere aperta e morirà la speranza di una riforma liberale del Paese.
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