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Lunedì 30 LUGLIO 2018
Tra reddito di cittadinanza e sanità chi la spunterà? Temo non ci siano dubbi...
Le risorse sono scarse e dovranno essere utilizzate in primis, e se ci saranno, per onorare gli impegni elettorali; e c’è da giurare che nello scambio tra più sanità o più protezione economica (reddito di cittadinanza o meno tasse) la scelta cadrà inevitabilmente sulla seconda. E il primo partito a sostenere questa scelta sarà il Movimento Cinque Stelle che al reddito di cittadinanza deve gran parte del proprio successo
Le organizzazioni umane tendono irrimediabilmente ad uniformare i propri funzionamenti. Dal punto di vista dell’analisi istituzionale non c’è differenza tra un ente bocciofilo, un Ministero o una associazione professionale. Le leggi e le regole che ne governano i comportamenti sono sostanzialmente isomorfi.
A una struttura formale, costruita per ottenere il marchio della conformità sociale, si accompagna sempre una organizzazione reale che governa la vita interna della struttura, secondo regole non scritte orientate a consolidare il management e rafforzare la solidità della struttura medesima
Per ottenere e mantenere la patente di conformità le Organizzazioni creano miti razionali e adottano procedure simboliche che rafforzano la propria immagine pubblica facendo né più né meno di quello che farebbe un cacciatore che porta a riprova del proprio coraggio una vecchia pelliccia di orso cacciato da altri.
Tra i miti razionali che una organizzazione persegue c’è al primo posto l’enunciazione dei valori che il campo istituzionale ritiene massimamente rilevanti in quel determinato contesto sociale. Una dichiarazione tanto perentoria quanto priva di reale efficacia operativa.
In campo sanitario i valori più dichiarati dai diversi soggetti istituzionali non fanno eccezione a tale regola.
Il programma del Ministro Grillo fa larghissimo uso di termini come trasparenza, potenziamento del servizio sanitario, efficienza, lotta agli sprechi, lotta alle diseguaglianze, valorizzazione del personale; asserzioni che, come in un gioco degli specchi, sono stati pronunciati anche dal presidente della Fnomceo Anelli all’atto del suo insediamento.
Tra il Ministero della Salute e la Federazione degli ordini le similitudini vanno anche oltre, perche la Fnomceo ha lanciato gli “Stati generali della professione” e come in un coro a cappella il Ministro Grillo ha annunciato a sua volta gli “Stati generali del benessere sostenibile”
C’è dunque un dichiarata ansia di rinnovamento, di rifondazione, direi quasi, come se si volesse azzerare la storia e ricominciare da capo. Un desiderio di impegnarsi che fa sicuramente onore a chi lo ha solennemente dichiarato, ma che non è sufficiente a rassicurare chi osserva criticamente la realtà del paese.
Il paese infatti non sembra interessato ai grandi cambiamenti e alle rivoluzioni culturali in sanità. A differenza degli anni ’60 e ’70 non ci sono più gli operai delle grandi fabbriche, gli intellettuali e gli studenti formatisi nella lotta contro autoritarismo e imperialismo a chiedere una nuova stagione di riforme civili.
Il paese è profondamente arretrato, travolto da un’apocalisse culturale in cui i valori di solidarietà, di altruismo, di pietà per i meno fortunati si sono trasformati nel contrario.
I nostri concittadini, che allora lottavano per la salute per tutti, per universalismo e eguaglianza di accesso alle cure, sono oggi cosa diversa. Il colore dei loro sentimenti è profondamente cambiato, intossicati come siamo, un po’ tutti, da carboidrati, ecografie inutili e abuso di farmaci per vincere quello stato di anomia rancorosa che la crisi ci ha lasciato in eredità
Le risorse sono scarse e dovranno essere utilizzate in primis, e se ci saranno, per onorare gli impegni elettorali; e c’è da giurare che nello scambio tra più sanità o più protezione economica (reddito di cittadinanza o meno tasse) la scelta cadrà inevitabilmente sulla seconda. E il primo partito a sostenere questa scelta sarà il Movimento Cinque Stelle che al reddito di cittadinanza deve gran parte del proprio successo
E poi il nuovo protagonismo indipendentista regionale che punta, senza più distinzione di colore politico, a una completa autonomia in sanità.
Un autonomia che si traduce inevitabilmente in maggiore disponibilità di risorse generate localmente e minore solidarietà per le regioni a più basso reddito.
Nella nostra società è ormai il locale a fare la differenza con un avvitamento a spirale che tende a chiudere le frontiere senza più differenza tra esterno ed interno.
I grandi ideali sono svaniti, e senza ideali non c’è rivoluzione culturale, se ne faccia una ragione il Ministro Di Maio. E le rivoluzioni culturali marciano sulle gambe delle idee; di idee prodotte da uomini che accettano la sfida di andare oltre quel particulare di cui parlava Guicciardini riferendosi al nostro popolo.
Bisognerà attendere una nuova generazione di giovani e cittadini che vogliono scalare il cielo e riconoscersi nelle vecchie parole d’ordine del comune; giustizia, solidarietà, accoglienza che sono l’essenza dichiarata del nostro servizio sanitario che oggi si vorrebbe potenziare a parole, sovvertendone in realtà i suoi principi fondanti: quelli dell’universalismo, dell’uguaglianza dei cittadini e del diritto alla salute per tutti.
Parole d’ordine oggi desuete, offese da chi ha mal governato e che tuttavia conservano immutato il loro valore: politico civile e direi quasi antropologico.
Il tempo verrà per un nuovo protagonismo civile. E questo accadrà quanto prima; quando saranno svaniti i fumi dell’illusione che la colpa del nostro malessere sia dell’altro, dello straniero, dell’intruso che ci ruba il lavoro e violenta le donne.
Una presa di coscienza senza la quale non c’è riscatto e non c’è progresso e forse, nel nostro paese stagnante, neanche sviluppo, per utilizzare ancora una volta il pensiero di Pasolini.
Roberto Polillo
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