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Venerdì 27 LUGLIO 2018
Vaccini. Pd Veneto contro la Pdl del M5S Lazio: “Paradossale mettere in quarantena i bimbi vaccinati”

Presa di posizione del Partito democratico del Veneto, che già nei mesi scorsi si era espresso contro “ulteriori deroghe per chi palesemente si oppone ad una legge dello Stato mirata a tutelare la salute della comunità nel suo insieme e dei più deboli in modo particolare”. La quarantena per i bambini che fanno le vaccinazioni, evidenzia oggi in merito alla proposta di legge dei 5 Stelle, “capovolge il concetto che in realtà sono i bambini non vaccinati quelli a rischio”.

Il Partito democratico del Veneto interviene sulla proposta di legge presentata dal Movimento 5 Stelle del Lazio in materia di vaccini per affermare che è “totalmente fuori luogo la posizione di chi afferma che, riguardo alla certificazione vaccinale, le scuole prevedano un periodo di isolamento di 4-6 settimane per i bambini appena vaccinati con virus attenuato. Questo equivarrebbe a ‘mettere in quarantena’ i bambini che fanno le vaccinazioni, rischiando di far perdere loro le lezioni anche per oltre un mese ma soprattutto capovolgendo il concetto che in realtà sono i bambini non vaccinati quelli a rischio”.

Il Partito democratico del Veneto, in merito all’obbligo di vaccinazione per l’accesso a scuola, ricorda di essersi già nei mesi scorsi contro “ulteriori deroghe per chi palesemente si oppone ad una legge dello Stato mirata a tutelare la salute della comunità nel suo insieme e dei più deboli in modo particolare”, aggiungendo inoltre “che a maggiore rischio di morte per molte delle malattie per le quali è prevista la vaccinazione sono i bambini che realmente non possono vaccinarsi per un deficit del loro stato immunitario dovuto soprattutto a patologie oncologiche (leucemie e linfomi in primis) o a patologie di origine genetica” e che “vanno protetti con l’immunità di gregge”.

Il Pd Veneto ribadisce, dunque, di essere “convinto che la salute delle persone, adulti e bambini, che fanno parte di una società sia un bene collettivo che quindi deve essere tutelato dallo Stato. E laddove si possono attuare interventi di prevenzione e promozione della salute su larga scala è appropriato attuarli anche con obblighi di legge, anche se ci possano essere mutate condizioni socio-sanitarie”.  Ed esprime infine “piena fiducia nella professionalità di pediatri e medici di medicina generale nell’informare i pazienti sugli atti sanitari come disposto dal Codice Deontologico medico”.

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