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Giovedì 26 LUGLIO 2018
Vaccini. Dagli esami pre-vaccinali alla scarsa sicurezza dei combinati. L’Iss smonta alcuni falsi miti

L’Istituto superiore di sanità smentisce una serie di pregiudizi e false verità in materia di vaccinazioni con un fact checking sul tema. “Non esiste alcuna evidenza scientifica che chi è stato vaccinato contro morbillo, parotite e rosolia possa in alcun modo trasmettere l’infezione” e ancora: “La corretta nutrizione non sostituisce la protezione immunitaria data dalla vaccinazione”.

Fact checking dell’Istituto superiore di Sanità in materia di vaccinazioni che evidentemente dopo i contenuti della proposta del M5S Lazio sulle vaccinazioni ha ritenuto opportuno divulgare.
 
Qui di seguito alcuni falsi miti smentiti dall'Iss: 
 
Non ci sono esami che possono prevedere eventuali rischi o effetti collaterali[1] che, si ricorda, sono rarissimi. [2]
 
I vaccini combinati consentono di immunizzare il bambino in maniera sicura e efficace riducendo il numero di iniezioni e quindi il disagio. [3]
 
Nella composizione dei vaccini di ultimi generazione è molto ridotto il numero di antigeni (ossia di quelle sostanze che provocano la reazione immunitaria), che sono in grado comunque di proteggere con efficacia e sicurezza. [4]
 
Il bambino alla nascita è già pronto per rispondere adeguatamente agli antigeni. Ritardare la vaccinazione significa prolungare nel tempo la mancanza di protezione contro malattie gravi. Il calendario vaccinale italiano è simile a quello utilizzato in tutta Europa.[5]
 
Pur essendo fondamentale la promozione dell’importanza di una corretta nutrizione sin dalla nascita e lungo il corso di tutta la vita, essa non sostituisce la protezione immunitaria data dalla vaccinazione.
 
Non esiste alcuna evidenza scientifica che chi è stato vaccinato contro morbillo, parotite e rosolia possa in alcun modo trasmettere l’infezione. In decenni di osservazioni non è stato mai riportato alcun caso di infezione interumana da vaccino MPR. Per quanto riguarda il vaccino per la varicella il Cdc riporta solo 11 casi, tutti senza alcuna conseguenza. Eventuali misure di prevenzione dirette a persone che hanno effettuato la vaccinazione proteggendo anche l’intera comunità appaiono paradossali e prive di fondamento scientifico.[6]

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