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Mercoledì 18 LUGLIO 2018
Careggi. Il Dg era membro di “Prima Linea”. Ma lui si difende: “Nessuna conseguenza giudiziaria. Contro di me ingiusta strumentalizzazione politica”
Il consigliere di FdI, Paolo Marcheschi, ha presentato una interrogazione alla Giunta sulla partecipazione di Rocco Damone al gruppo armato di estrema sinistra attivo negli anni '70/'80. “In 38 anni di vita professionale ho sempre dimostrato impegno al servizio delle istituzioni, rispetto dei principi democratici e dedizione verso i pazienti. Valuterò ogni forma di tutela nelle sedi opportune”, ha detto Damone.
Un’interrogazione sul direttore generale dell’Aou di Careggi Rocco Damone, nominato a febbraio, per chiedere al presidente della Regione Enrico Rossi se la nomina sia opportuna visto che Damone è “lo stesso Rocco Damone militante della sanguinosa banda terroristica 'Prima Linea'”, arrestato nel 1979 per associazione sovversiva e banda armata. A presentare l’interrogazione Paolo Marcheschi (FdI).
Secondo quanto ricostruito, Damone fu arrestato per associazione sovversiva e banda armata, e ne fu chiesto il rinvio a giudizio nel 1981 a Firenze. Lui era studente universitario a Pisa, ma secondo l’ordinanza di rinvio a giudizio, Damone non avrebbe partecipato ad azioni della “squadra” pisana di PL.
Il Dg ha voluto rispondere alle accuse con queste dichiarazioni, rilanciate dall’Ansa. “La risposta più coerente è nei miei 38 anni di vita professionale nei quali ho sempre dimostrato impegno al servizio delle istituzioni, rispetto dei principi democratici e dedizione verso i pazienti. Il documento dei primi anni '80 presentato dal consigliere Marcheschi fa riferimento a considerazioni del giudice istruttore che non hanno trovato alcun riscontro nei successivi accertamenti. Un episodio della mia gioventù di studente che si è concluso senza conseguenze giudiziarie di alcun tipo rappresenta, in un particolare momento storico, un'esperienza della mia vicenda umana per il quale mi sento vittima dalla parte delle vittime”.
Per Damone “è doloroso essere costretto oltre ogni limite della memoria a rivivere oggi questa esperienza che per ciò che ha significato trovo ingiusto e inopportuno sfruttare come mero argomento di strumentalizzazione politica - conclude Damone -, pertanto valuterò ogni forma di tutela nelle sedi opportune”.
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