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Lunedì 16 LUGLIO 2018
Aggressioni medici. Appello di Anaao Giovani: “Osservatorio non è sufficiente. Servono interventi immediati e concreti”

I giovani del sindacato della dirigenza medica e sanitaria denunciano come “siamo ormai in un vero e proprio stato di emergenza con tremila aggressioni che ogni anno subiscono medici e personale sanitario”. E poi chiedono a gran voce “un immediato cambio di rotta”.

Anaao Giovani chiede “con forza un intervento da parte delle Istituzioni locali, regionali e nazionali” per combattere la piaga delle aggressioni a danno degli operatori sanitari. “E’ di pochi giorni fa la notizia dell’ennesima aggressione perpetrata ai danni di un medico, ancora una volta al Sud, ancora una volta in Campania. Siamo ormai in un vero e proprio stato di emergenza con tremila aggressioni che ogni anno subiscono medici e personale sanitario”.
 
“Non può essere sufficiente la creazione di un osservatorio per studiare il fenomeno – denuncia in un comunicato - , né possono bastare espedienti momentanei che talvolta sembrano solo un modo per mettere a tacere l’opinione pubblica.
Occorre invece smuoverla l’opinione pubblica, sensibilizzarla, stimolarla al rispetto per il lavoro dell’operatore sanitario. Occorrono modifiche legislative, affinché il medico venga considerato pubblico ufficiale nell’esercizio delle proprie funzioni permettendo di agire di ufficio nel caso di aggressioni nei suoi confronti. Occorre che i presidi di P.S. vengano resi sicuri, che le forze dell’ordine abbiano la possibilità di intervenire qualora venga messa a rischio l’incolumità dell’operatore, e che siano presidiati, ove necessario, i punti di cura, e, soprattutto, agire sulla sensibilità e sulla coscienza dei cittadini”.
 
In questo senso Anaao Giovani, esprime “massima solidarietà per i medici vittima di violenza e non starà a guardare”.
 
“Chiediamo – prosegue il comunicato -  l’immediata presa di posizione da parte dei Sindaci, quali autorità sanitarie locali, dei Prefetti, delle Regioni e del Ministero al fine di individuare rimedi immediati e concreti atti ad arginare un fenomeno che pone a serio rischio la fruibilità di cure da parte dell’utenza”.
 
Per Anaao Giovani “i medici non possono rischiare la propria vita mentre lottano per salvare quella di altri; i medici non possono osservare inerti lo sgretolamento dello stato sociale insieme alla decomposizione di quel che resta del sistema di welfare; i medici non possono essere capro espiatorio del disfacimento di un servizio sanitario fatto di precariato non risolto, carenze croniche di organico occultate utilizzando giovani medici come tappabuchi, infrastrutture fatiscenti non atte ad accogliere pazienti e operatori, disorganizzazione ed incapacità gestionale”.
 
Per questo Anaao Giovani chiede “un immediato cambio di rotta e, alla luce della proposta di legge parlamentare inerente l’attribuzione al medico in servizio dello status di pubblico ufficiale, chiede tempi brevissimi di applicazione della stessa, al fine di continuare a salvaguardare l’equità nell’accesso alle cure nel rispetto della sicurezza, sia per il cittadino che per l’operatore sanitario”.
 

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