quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Mercoledì 30 NOVEMBRE 2011
Dolore cronico per un italiano su quattro. Costi sanitari per 2 miliardi di euro

In via di approvazione il documento sui requisiti minimi di accreditamento delle due reti territoriali (cure palliative e terapia del dolore). Fanelli (ministero della Salute): "Presentato il 24 novembre alla Conferenza Stato Regioni, che ha espresso compiacimento".

Il dolore cronico affligge circa un italiano su quattro, il 75% degli anziani, con una perdita annua di oltre tre milioni di ore lavorative e costi sanitari di due miliardi di euro. Nel 2010 si è però compiuto un passo storico, la legge 38 per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore. “Una legge che parla di tutela, garanzia e per la prima volta anche dignità” sottolinea Guido Fanelli, coordinatore della Commissione ministeriale Terapia del dolore e Cure Palliative. A venti mesi dal varo “gli strumenti tecnico-burocratici per renderla operativa sono quasi completati” informa “resta da approvare il documento sui requisiti minimi di accreditamento delle due reti territoriali (cure palliative e terapia del dolore), appena presentato il 24 novembre alla conferenza Stato Regioni e per il quale è stato espresso compiacimento. Ora si tratterà di applicarla pienamente e i problemi sono formazione degli operatori, appropriatezza delle prescrizioni, informazione della popolazione sul diritto a veder curato il dolore, sancito fino dagli anni Ottanta dall’Oms”.

Di fondo c’è da proseguire il cammino verso un cambiamento culturale che “è ancora difficile da vedere. La legge, che è sicuramente la più avanzata in Europa poiché sancisce per la prima volta un diritto, è un punto di arrivo, ma anche di partenza” rimarca Marco Filippini, farmacista e manager in ambito farmaceutico. Filippini è co-autore con la giornalista scientifica Manuela Maria Campanelli del libro “Cronaca di una legge che ci difende dal dolore. La legge 38/10, la più evoluta d’Europa”, presentato ieri a Milano, che ripercorre le tappe che hanno portato a questa importante normativa e gli sviluppi e i problemi ancora sul tappeto. “Le innovazioni della legge sono numerose, dalle reti separate di assistenza per il dolore e per le cure palliative all’obbligo di trattare tutti, compresi bambini e anziani, dalla misurazione e registrazione in cartella clinica alla semplificazione della prescrizione di oppioidi: ma ora bisognerà vedere come verrà applicata” continua Filippini. “E’ per esempio positivo che ci sia stato un leggero aumento della prescrizione di oppiacei, con un consumo procapite di quelli forti passato da 0,9 euro nel 2010 a 1,11 nel 2011, l’Italia resta però in fondo in questo campo”. Il libro descrive un percorso di crescita culturale e poi legislativa di 40 anni, dalla nascita delle cure palliative per iniziativa di Umberto Veronesi (che scrive la prefazione) e Vittorio Ventafridda, con il sostegno di associazioni e fondazioni, alla legge del Ministero Veronesi sugli oppioidi e al progetto Ospedale senza dolore; dalle varie fasi fino alla legge 38 con il contributo di sensibilizzazione da parte di clinici, politici, organizzazioni di volontariato e anche pontefici, a un primo bilancio, con gli ultimi sviluppi e le sfide aperte.

“Sull’importante rivista Pain prossimamente sarà pubblicata la “Dichiarazione di Montreal” che riprende i primi tre articoli della nostra legge” riprende Fanelli. “Ora in Italia per applicarla Regioni e Asl si dovranno attivare anche per evitare differenze territoriali, soprattutto per la terapia del dolore, rispetto alle cure palliative, più prescritta al Nord che al Centro e al Sud. Per il problema della formazione sono al vaglio del Consiglio superiore di sanità percorsi formativi  per i medici predisposti dal Ministero della salute con il Miur e se ne appronterà uno anche per i medici di famiglia. Altro punto essenziale è l’informazione-educazione dei cittadini sull’importanza della terapia del dolore e sul diritto a riceverla”. Per questo il Ministero della salute ha per esempio avviato in collaborazione con AgeNaS la campagna informativa “Non ti sopporto più” che prevede uno spot uno slogan e un poster da diffondere a livello nazionale. Alla sensibilizzazione sul dolore e la sua cura, a fronte di scarse conoscenze da parte della popolazione, sono ovviamente chiamati a contribuire i media: da ciò l’iniziativa del Premio giornalistico “Vivere senza dolore”, promosso dall’omonima associazione e alla seconda edizione, e consegnato ieri nell'ambito della presentazione del volume ad Annalisa Cretella dell’Agi, Maria Paola Salmi di Repubblica, Giampiero Amandola della Rai-Tgr Piemonte, Stefania Rattazzi di Piusanipiubelli.it. La stessa legge 38 sottolinea l’importanza di fare comunicazione per promuovere una cultura contro il dolore come inutile sofferenza.

E. V.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA