quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Mercoledì 20 GIUGNO 2018
Al via la Join Action Europea per l’equità in salute dei cittadini dell’Unione. A coordinarla sarà l’Istituto Superiore di Sanità

Gli obiettivi della Join Action Europea sono: il miglioramento della pianificazione e dello sviluppo di politiche volte a contrastare le disuguaglianze di salute sia in ambito europeo che nazionale, regionale e locale; l’aumento di un interscambio tra gli Stati Membri sulle azioni messe in atto in tema di disuguaglianze di salute; l’individuazione dei fattori che hanno contribuito ad aumentare o a contrastare le disparità in tema di salute.

Sarà l’Italia, attraverso l’Istituto Superiore di Sanità, a coordinare la Join Action Europea per ridurre le disuguaglianze di salute dei cittadini dell’Unione, con il supporto della Regione Piemonte, dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), dell’Istituto Nazionale Salute, Migrazioni e povertà (Inmpi) e del Ministero della Salute.

“Siamo felici di guidare un programma d’azione così importante - afferma Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità - l’equità nella salute rappresenta una sfida cruciale per l’Unione poiché tutelare il diritto alla cura senza discriminazioni e secondo principi di universalità e solidarietà significa poter continuare a scrivere altre pagine di storia nel solco della tradizione democratica dell’Europa”.

L’azione congiunta è stata finanziata dalla Commissione Europea nell’ambito del Terzo Programma di Salute Pubblica 2014-2020 a sarà presentato a Lussemburgo il 21 e 22 giugno prossimi. Al Programma partecipano 25 Stati Membri (Belgio, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Italia, Lituania, Olanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia).

Gli obiettivi specifici:
- il miglioramento della pianificazione e dello sviluppo di politiche volte a contrastare le disuguaglianze di salute sia in ambito europeo che nazionale, regionale e locale;
- l’aumento di un interscambio tra gli Stati Membri sulle azioni messe in atto in tema di disuguaglianze di salute;
- l’individuazione dei fattori che hanno contribuito ad aumentare o a contrastare le disparità in tema di salute.

Per il raggiungimento di questi obiettivi sono stati costituiti nove gruppi di lavoro affidati a differenti paesi dell’Unione. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA