quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Lunedì 18 GIUGNO 2018
Sanità privata. La Ugl Sicilia denuncia violazioni in materia di lavoro subordinato e chiede l'adeguamento degli standard
Il sindacato ha illustrato la situazione all’assessore Razza. “Frequente e massivo, l'impiego di figure professionali esterne contrattualizzate perché in possesso di partita Iva o tramite agenzia di lavoro interinale” con un “ribaltamento rispetto alla normativa sul tetto del 20% rispetto al numero di dipendenti previsti in pianta organica”. Per il sindacato si crea “un nuovo bacino di precari, professionisti itineranti, sottopagati, sempre nel nome del risparmio sui costi di gestione”.
“In Sicilia è in atto un'emergenza nell'ambito della sanità privata che la Regione non può più ignorare, perché sono in gioco il futuro della dignità dei lavoratori e dell'efficienza del servizio”. E’ quanto denuncia la segretaria regionale della Ugl sanità che nei giorni scorsi ha incontrato i vertici dell'assessorato regionale della salute per segnalare come nel settore privato sarebbero sempre più ricorrenti violazioni in materia di lavoro subordinato.
“Nella maggior parte delle aziende private accreditate con il sistema sanitario siciliano - spiega il sindacato - risulta frequente, ed in modo particolarmente massivo, l'impiego di figure professionali esterne contrattualizzate perché in possesso di partita Iva o tramite agenzia di lavoro interinale. Ne deriva un evidente ribaltamento rispetto a quanto previsto dalla normativa in vigore che, seppur ormai datata, detta ancora la possibilità per le strutture stesse di ricorrere all'ingaggio di personale esterno per una quota pari al 20% rispetto all'ammontare totale dal numero di dipendenti previsti in pianta organica. Oltretutto, questo sistema penalizza i lavoratori esterni che sono costretti ad accettare retribuzioni al ribasso senza avere garanzia alcuna non essendo loro applicato quanto contemplato nel contratto collettivo nazionale di lavoro. Stiamo assistendo dunque all'aumento costante di un nuovo bacino di precari, professionisti itineranti, sottopagati, sempre nel nome del risparmio sui costi di gestione”.
“Chiediamo all'assessore Razza un intervento immediato affinché si possa fermare questo fenomeno, che lede la dignità del lavoratore, nonché l'urgente avvio del percorso di riforma della legge 39 considerato che gli standard strutturali ed organizzativi delle case di cura private sono aggiornati a trent'anni fa. Non è più sostenibile - aggiunge il segretario del sindacato Carmelo Urzì - fare i conti con una gestione legata ad una legge antiquata che opera una discriminazione netta nell'applicazione dei carichi di lavoro tra dipendenti di strutture pubbliche e private, a danno di questi ultimi, con un'assistenza all'utenza del tutto inadeguata. Ed inoltre la vecchia norma non include la figura dell'operatore socio assistenziale che oggi è divenuta indispensabile tant'è che a livello nazionale è già stata introdotta da tempo”.
Nel corso dell'incontro, infine, l'attenzione è stata puntata anche sul tema dei controlli, questione quanto mai attuale in riferimento all'appropriatezza dei servizi erogati. “Le attività ispettive devono essere più efficaci – conclude Urzì - per assicurare il rispetto delle disposizioni di legge e la qualità del servizio sanitario offerto. Confidiamo nell'operato dell'esponente del governo Musumeci ed auspichiamo a breve un incontro per confrontarci su questa delicata tematica."
© RIPRODUZIONE RISERVATA