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Mercoledì 13 GIUGNO 2018
Demenze. Ocse: in 30 anni previsto il raddoppio dei malati. Una bomba da 1000 miliardi di dollari l’anno pronta ad esplodere
Nei paesi aderenti all’Organizzazione si contano nel 2017 circa 19 milioni di persone con demenza che secondo le stime potrebbero arrivare a 41 milioni nel 2050 con costi per i sistemi di welfare destinati ad esplodere. Italia seconda al mondo per numero di persone con demenza rispetto al numero di abitanti. Dall’Ocse una serie di suggerimenti su come migliorare l’assistenza. IL RAPPORTO
Nei Paesi Ocse nel 2017 si contano circa 19 milioni di persone con demenza che secondo le stime potrebbero arrivare a 41 milioni nel 2050. E il tutto ha un costo, economico e sociale, enorme che raggiungerà la cifra monstre di circa 1.000 miliardi di dollari nel 2018. I numeri sono stati resi noti dall’Ocse nel suo ultimo Rapporto sulle Demenze dal titolo ‘Care Needed: Improving the Lives of People with Dementia’.
L’Ocse ricorda come i numeri riguardanti le demenze “continueranno ad aumentare con l'invecchiamento della popolazione”. A vedere i numeri infatti ai vertici tra i 44 Paesi esaminati, per numero di persone con demenza ogni 1.000 abitanti ci sono gli Stati che storicamente hanno al loro interno un gran numero di anziani. In testa c’è il Giappone (23,3 persone con demenza ogni 1.000 abitanti nel 2017) seguito dall’Italia (22,5) e dalla Germania (20,2). La media Ocse nel 2017 è di 14,8. E le stime parlano anche di una forte crescita nei prossimi 20 anni. In Italia, per esempio, nel 2037 si stima che saranno affetti da demenza 33,7 residenti ogni 1.000.
Nel rapporto l’Organizzazione presenta la valutazione più aggiornata ed esauriente sullo stato della cura della demenza nei paesi aderenti”.
Nel rapporto si rimarca come “negli ultimi anni, i paesi dell'OCSE hanno intensificato i loro sforzi per fornire cure di alta qualità e diagnosi”. Anche se tutto ciò non è sufficiente ed “è necessario migliorare la misurazione del fenomeno allo scopo di migliorare la qualità dell'assistenza e della vita per le persone con demenza”. L’Ocse segnala infatti come vi siano molti problemi sulle diagnosi dato che meno del 40% le stima. Criticità anche per quanto riguarda la gestione dei pazienti che in molti casi risulta frammentata (anche a livello di sistema di dati) e inadeguata ai bisogni reali delle persone. Molto è il lavoro da fare, per l’Ocse, anche dal lato della formazione degli operatori sanitari e dei caregiver.
“Misurare e confrontare i servizi che vengono forniti alle persone con demenza – si legge - e i risultati che si ottengono è una parte cruciale del miglioramento della cura. La maggior parte dei sistemi sanitari ha dati molto scarsi sulla cura della demenza e i paesi dovrebbero lavorare per rafforzare la misurazione della qualità e gli esiti della cura della demenza”.
Il rapporto per questo motivo fornisce dei suggerimenti per attivare una serie di politiche che possono aiutare i paesi a migliorare la diagnosi, rafforzare l'accesso ai servizi di assistenza, migliorare la qualità dell'assistenza e sostenere le famiglie e le persone che si prendono cura dell persone affette da demenza.
I suggerimenti Ocse:
- Formazione su scala e supporto per i medici, in particolare nelle cure primarie
- Migliorare la codifica della demenza e il collegamento dei dati, dall'assistenza primaria all'ospedale
- Sviluppare e diffondere le migliori linee guida
- Rafforzare percorsi post-diagnostici, coordinamento delle cure per la gestione delle persone, in particolare per la demenza complessa
- Formazione su scala e supporto per i caregiver
- Rafforzare le capacità di gestione della demenza e la formazione per il personale di assistenza
- Sviluppare e diffondere le migliori pratiche per la costruzione di strutture adeguate ai bisogni delle persone con demenza
- Considerare incentivi finanziari e professionali per il personale che offre assistenza
- Sviluppare e monitorare regolarmente le principali misure di qualità dell'assistenza, tra cui la prescrizione di antipsicotici
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