quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Mercoledì 13 GIUGNO 2018
Basilicata. Approccio multidisciplinare e costituzione di un gruppo tecnico per contrastare l’antimicrobico resistenza
Per ottemperare al Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico Resistenza (PNCAR) la Regione Basilicata ha dedicato una giornata di lavori per la produzione di un documento programmatico e operativo condiviso da tutti gli esperti di settore.
Il fenomeno dell’antimicrobico resistenza (Amr) ha ormai carattere globale e interessa molti Paesi del mondo. Come riportato dal primo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), sarebbero infatti oltre mezzo milione le infezioni da antibiotico resistenza nel mondo. La portata del fenomeno meglio si comprende se si pensa al fatto che i dati Oms riguardano le stime di soli 22 Paesi.
Per far fronte a questo problema, in Italia, il Ministero della Salute ha definito un Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico-Resistenza (PNCAR) 2017-2020 che costituisce un documento di indirizzo per il contrasto dell’antimicrobico resistenza a livello nazionale, regionale e locale, integrando tutti i settori interessati - umano, veterinario, di sicurezza degli alimenti, agricolo e ambientale - secondo l’approccio “One health” promosso dall’Oms.
Gli obiettivi generali del Piano prevedono una riduzione della frequenza delle infezioni da microrganismi resistenti agli antibiotici e una riduzione della frequenza delle infezioni associate all’assistenza sanitaria ospedaliera e comunitaria. A livello regionale poi, ogni regione è tenuta a identificare un referente regionale per il contrasto dell’antimicrobico resistenza; all’istituzione di un gruppo tecnico di coordinamento e monitoraggio; a disporre, dal 2020, di rapporti annuali di monitoraggio e di un documento regionale annuale di individuazione delle azioni efficaci a contrastare i problemi relativi a livello regionale e di promozione dell’intersettorialità degli interventi. Sulla base di queste indicazioni, la Regione Basilicata ha indetto, lo scorso 7 giugno, una giornata di lavori per definire un documento programmatico ed operativo finalizzato alla piena attuazione del PNCAR.
“Ci troviamo ora in una prima fase, che vede interessate le Aziende Ospedaliere e i soggetti prescrittori di antibiotici uniti nella costituzione di un gruppo tecnico regionale multidisciplinare per ottemperare al PNCAR”, ha precisato Giuseppe Montagano, Dirigente ufficio pianificazioni del Dipartimento delle Politiche della Persona della Regione Basilicata. La regione si pone l’obiettivo di “elaborare un piano di monitoraggio costante che vedrà il suo completamento in una seconda fase con il coinvolgimento anche di coloro che agiscono a livello del territorio e i medici di medicina generale per la cosiddetta ‘attività diffusa’ - ha proseguito Montagano - Inoltre, il piano prevederà attività legate alla veterinaria e al settore degli alimenti”.
Tre sono i punti fondamentali su cui lavorare per la lotta antimicrobico resistenza secondo Giulio De Stefano, Direttore Sic Malattie infettive degli Ospedali di Potenza e Matera: “in primis vi è la necessità di educare, formare ed informare il personale sanitario e i cittadini sulle strategie per l’infection control e sulla attuazione di rigorosi protocolli di igiene in ambito ospedaliero”, ha precisato De Stefano.
“Altro aspetto fondamentale è l’attuazione di un piano di costante monitoraggio e terzo aspetto riguarda l’implementazione della tecnologia diagnostica in ambito microbiologico per ridurre al minimo quello che è ‘l’empirismo terapeutico’ cioè l’utilizzo di antibiotici dove non vi è indicazione e l’utilizzo di antibiotici a spettro ristretto anziché antibiotici il cui largo utilizzo ne ha pregiudicato l’efficacia”, ha proseguito. “Se non siamo ancora nell’era del post antibiotici, sicuramente stiamo attraversando un momento difficile nella gestione non solo di quelle che solo le patologie critiche in determinati contesti e nell’ambito di pazienti immunodepressi, ma ormai anche in ambito territoriale ed è per questo quindi - ha concluso - che serve uno sforzo comune di integrazione fra tutte le realtà coinvolte per raggiungere degli obiettivi comuni”.
Come è stato ricordato quindi, l’attività di laboratorio rappresenta un aspetto davvero pregiudizievole nella risposta che le regioni devono dare alla lotta all’antibiotico resistenza e più specificatamente l’attività di microbiologia di laboratorio. “Il punto di partenza è il riconoscimento di tutti i batteri che risultano resistenti agli antibiotici”, ha specificato Vito Pafundi, Direttore FF Medicina di Laboratorio dell’Ospedale San Carlo di Potenza.
“Per fare questo è necessario, come da linee guida europee, che i laboratori siano accreditati e raggiungano un livello tale da assicurare una qualità adeguata ai risultati che devono essere prodotti. Una volta assicurato questo primo livello, si ha la possibilità di instaurare un percorso condiviso con la parte clinica - ha proseguito Pafundi - Proprio in virtù di questa collaborazione diventano quindi necessari anche dei sistemi informatici che permettano la condivisione rapida dei dati”. Più nello specifico, “la regione Basilicata ha individuato due grandi laboratori, quello dell’Ospedale San Carlo di Potenza e quello dell’Ospedale di Matera, che saranno i primi ad entrare in questa rete. Nella pratica, quindi, ciò si traduce in attività sempre allineate e di scambio di dati tra i due laboratori e i clinici per informazioni sempre più accurate”, ha concluso Pafundi.
In ultimo, ma non per importanza, nella lotta all’antimicrobico resistenza è il ruolo del farmacista territoriale. “Il farmacista territoriale ha il compito di presiedere alla verifica dei piani terapeutici, laddove previsti, e alla conformità alle indicazioni terapeutiche autorizzate delle prescrizioni degli antimicrobici”, ha specificato Antonio Carretta, Direttore dell’UOC Assistenza Farmaceutica dell’Azienda Sanitaria Potentina, ASP. “Egli è quindi tenuto a effettuare un monitoraggio continuo sulle prescrizioni verificando sia la conformità di queste alle indicazioni terapeutiche che l’utilizzo dei farmaci sulla popolazione sul territorio e deve essere in grado di arginare fenomeni di iper-prescrizione che contribuiscono al persistere dell’antibiotico resistenza”, ha proseguito.
“L’obiettivo prefissato dal PNCAR di ridurre di almeno il 10% il consumo di antibiotici a livello territoriale è, a mio avviso, possibile. La riduzione del consumo dei farmaci deve diventare un obiettivo più strutturale. Sia i clinici che i pazienti devono essere a conoscenza del ruolo che svolgono gli antimicrobici e dell’importanza di questo bene affinché vengano utilizzati nel modo più appropriato possibile e per il tempo strettamente necessario ad intervenire e curare la patologia per la quale sono stati prescritti”, ha concluso Carretta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA