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Lunedì 28 MAGGIO 2018
Schizofrenia. Scoperta fondamentale su genesi malattia da ricerca italo-americana
E’ una ‘pietra miliare’ per la ricerca sulla schizofrenia, lo studio pubblicato oggi su Nature Medicine. Una rivoluzione nello studio dei meccanismi alla base dei disturbi del neurosviluppo. Al centro di tutto la placenta, in particolare quella delle gravidanze complicate che, proprio in virtù del suo stato di sofferenza andrebbe ad ‘attivare’ i geni della schizofrenia. Da questa scoperta la speranza di nuovi trattamenti e strategie preventive.
L’annoso dibattito sulla genesi della schizofrenia e probabilmente di altri disturbi del neuro sviluppo, quali autismo, ADHD, sindrome di Tourette, si arricchisce, grazie ad un nuovo studio pubblicato su Nature Medicine, di un nuovo risvolto. L’anello mancante rispetto alle ipotesi patogenetiche, oscillanti tra la genetica e l’ambiente, sembra essere la placenta. Primo nome dello studio, l’italiano Gianluca Ursini dell’Università ‘Aldo Moro’ di Bari, che insieme ai colleghi Giovanna Punzi, Giancarlo Maddalena, Annamaria Porcelli, Giuseppe Blasi dello stesso ateneo, hanno condotto questa ricerca presso il Lieber Institute for Brain Development, Johns Hopkins Medical Campus (Baltimora,USA).
La scoperta fatta dal gruppo di ricerca italo-americano è che i geni che predispongono al rischio di schizofrenia, sarebbero ‘attivati’ da una placenta in sofferenza.
La placenta emerge insomma come protagonista inedito del dibattito sulla genesi della schizofrenia e questa scoperta potrebbe avere ricadute molto importanti. Quali ad esempio la possibilità di prevedere chi è a rischio di patologie psichiatriche e di sviluppare strategie volte a prevenirne o ridurne la frequenza, andando a migliorare lo stato di salute della placenta stessa.
“Per la prima volta –afferma Daniel R. Weinberger, amministratore delegato del Lieber Institute for Brain Development (LIBD) -siamo riusciti a trovare una spiegazione e un possibile legame tra complicanze pre-natali, rischio genetico e il loro impatto sulla salute mentale; e tutte queste strade convergono verso la placenta.”
Una placenta sofferente ‘accende’ i geni della schizofrenia. Questa nuova ricerca ha evidenziato che molti dei geni associati al rischio di schizofrenia sembrano in grado di alterare precocemente lo sviluppo cerebrale, ma in maniera indiretta, influenzando cioè lo stato di salute della placenta. In pratica, questi geni vengono ‘attivati’ a livello della placenta nel corso di una gravidanza complicata e stanno anche a segnalare una placenta ‘sotto pressione’.
La placenta, nonostante il suo ruolo fondamentale di fornire nutrimento e ossigeno, essenziali per lo sviluppo fetale, resta in larga parte ancora un mistero, in quanto scarsamente studiata.
Per oltre un quarto di secolo, lo sviluppo cerebrale durante la gravidanza e immediatamente dopo la nascita, è stato centrale rispetto all’ipotesi che vede la schizofrenia come un disturbo del neurosviluppo. E questo, nonostante i meccanismi biologici sottesi fossero poco chiari.
Studi condotti in passato hanno dimostrato che la genetica aumenta il rischio di schizofrenia in una piccolissima percentuale. Al contrario, le complicanze peri-natali possono arrivare a raddoppiare il rischio di sviluppare questa patologia.
La ricerca del Lieber Instituteha preso in esame oltre 2.800 adulti, 2.038 dei quali affetti da schizofrenia, di diversa etnia e provenienza geografica (USA, Europa, Asia). Tutti erano stati sottoposti a testatura genetica e di tutti è stata indagata l’anamnesi ostetrica.
I ricercatori hanno evidenziato delle importanti interazioni tra i geni associati al rischio di schizofrenia e una storia di complicanze gravidiche potenzialmente serie. Gli individui con un elevato rischio genetico e storia di complicanze perinatali importanti presentano un rischio di almeno 5 volte superiore di sviluppare schizofrenia, rispetto ai soggetti con simile assetto genetico, ma senza storia di complicanze ostetriche. E questa osservazione ha portato i ricercatori ad effettuare una serie di indagini sull’espressione genica in vari campioni di placenta, compresi quelli provenienti da gravidanze complicate da preeclampsia e ritardo di sviluppo intrauterino.
I risultati dimostrano che i geni della schizofrenia risultano attivati in questi campioni di placenta. E non solo. Più sono ‘attivati’, più la placenta appare ‘stressata’, mostrando ad esempio segni di infiammazione.
Il sex bias dei disturbi del neurosviluppo. Tra i tanti misteri che circondano i disturbi del neurosviluppo, quali schizofrenia, autismo, ADHD, dislessia, sindrome di Tourette, c’è quello della loro incidenza: da 2 a 4 volte maggiore nei maschi che nelle femmine. La scoperta fatta dai ricercatori del Lieber Institute potrebbe aiutare a spiegare anche questo fenomeno.
I geni della schizofrenia, ‘attivati’ nella placenta in caso di gravidanze complicate, risultano molto più abbondanti nelle placente di feti maschi che in quelle delle femmine; la placenta insomma potrebbe essere la spiegazione anche del ‘sex bias’ di incidenza di queste patologie.
“Tutte queste evidenze – commenta Weinberger - mettono la placenta al centro di un nuovo reame di indagini biologiche relative alle interazioni tra geni e ambiente e a come questi interagiscano nell’alterare la traiettoria dello sviluppo del cervello umano”.
Questo importantissimo studio ha insomma solo scoperchiato il vaso di Pandora di un innovativo filone di ricerca, che potrebbe condurre un giorno a scoprire nuovi approcci terapeutici e strategie preventive. Con la speranza e l’obiettivo finale di riuscire a ridurre drasticamente l’incidenza dei disordini comportamentali del neurosviluppo.
Maria Rita Montebelli
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