quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Martedì 22 MAGGIO 2018
Tumori. L'industria non investe nella ricerca sulla radioterapia. L'appello su Jama Oncology
Nonostante sia ancora un'opzione terapeutica di punta per il trattamento dei tumori, poche risorse vengono investite mentre potrebbe agire in sinergia con i nuovi trattamenti contro il cancro
(Reuters Health) – Tra tutti i trials clinici approvati tra il 2007 e il 2017, solo il 5,3% riguarderebbe studi sulla radioterapia. E il limitato numero di sperimentazioni su questa opzione di trattamento in oncologia e la mancanza di fondi sarebbe un 'problema', considerando il ruolo fondamentale che questa terapia ha nella cura dei tumori. A lanciare l'allarme, sulle pagine di Jama Oncology, sono stati ricercatori cinesi guidati da Jun Ma, del Sun Yat-sen University Cancer Center di Canton.
Lo studio
Ma e colleghi hanno scaricato i dati sanitari dei 243.758 studi di oncologia interventistica registrati su ClinicalTrials.gov da giugno 2007 a maggio 2017. Di questi, solo il 5,3% riguarderebbe sperimentazioni sulla radioterapia. Inoltre, gli studi sulla radioterapia avevano una minore probabilità di essere registrati, prima di arruolare i pazienti, rispetto ad altre terapie, 55,7% vs 65,9%. Ma i trials sulla radioterapia avevano anche una minore probabilità di essere condotti in cieco, 3,3% contro 11,3%, di coinvolgere più aree geografiche, 2,4% rispetto a 9,5%, o di essere sponsorizzati dall'industria farmaceutica, 5,8% contro 43,4%.
Viceversa, gli studi sulla radioterapia avevano una maggiore probabilità, rispetto ad altri trials, di essere in fase II o III, 68,8% contro il 57,9%, e di avere un comitato di monitoraggio dei dati, 66,4% contro 55,7%. Infine, il numero di trials sponsorizzati dall'Us National Institutes of Health sarebbe diminuito da 80 su 544 (14,7%) sperimentazioni tra il 2007-2012 a 72 su 834 (8,6%) tra il 2012-2017. E nello stesso periodo, la percentuale di studi su radioterapia che coinvolgevano più di 100 pazienti sarebbe scesa dal 28,5% al 18,8%.
I commenti
“Nell'era della medicina di precisione, i radioterapisti vengono lasciati indietro - ha dichiarato Ma - Sebbene l'avanzamento delle tecniche abbia consentito ai radioterapisti di somministrare dosi precise in determinate parti del corpo, i campi radioattivi e i dosaggi sono ancora per lo più empirici”, ha sottolineato l'esperto, secondo il quale, per cambiare questa situazione, è necessario “condurre più studi clinici e approfondire la medicina delle radiazioni”.
La radioterapia, per esempio, potrebbe agire in sinergia con i nuovi trattamenti contro il cancro, come le immunoterapie e altre terapie mirate “e questo dovrebbe essere oggetto di studi”, ha sottolineato Kevin Du, della Nyu Langone Health's Perlmutter Cancer Center di New York.
Fonte: Jama Oncology
Marilynn Larkin
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)
© RIPRODUZIONE RISERVATA