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Lunedì 21 MAGGIO 2018
Napoli. Dottoressa neoassunta presa a schiaffi a Giugliano, ambulanza circondata dalla folla a Coroglio e infermiere stordito da un pugno al San Gennaro
Fine settimana ancora all’insegna della violenza nei pronto soccorso degli ospedali di Napoli e provincia e sulle autoambulanze del 118. Scotti: basta polemiche ma il problema esiste e come Ordine lo affronteremo insieme ai colleghi presidenti a Roma in settimana.
Sabato scorso a Giugliano, a nord di Napoli, una dottoressa in servizio nel pronto soccorso è stata aggredita intorno alle ore 20 da un accompagnatore di una paziente arrivata in codice giallo al Pronto soccorso.
A scatenare l’aggressione sono state le inascoltate richieste rivolte dalla professionista ai familiari dell’ammalata, invitati a lasciare il box di soccorso per consentire di visitare e prendersi cura in modo adeguato della paziente. La reazione dei familiari è stata violenta e uno di essi ha percosso al viso con schiaffi e botte la dottoressa.
“La violenza sugli operatori sanitari è ormai quotidiana, ma non dobbiamo smettere di denunciare ogni episodio e di stringerci accanto a chi la subisce – avverte Antonio d’Amore, direttore generale dell’Asl Napoli 2 Nord - non c’è nessuna giustificazione a comportamenti simili. Da mesi stiamo cercando di arginare il fenomeno con scelte organizzative, architettoniche, una formazione specifica, attività di comunicazione, il supporto di psicologi e richieste di incontri in Prefettura. Domani chiederò al Questore di intensificare l’attività di prevenzione della Polizia in favore dei nostri servizi di emergenza. Mercoledì prossimo incontreremo i sindacati per discutere nuovamente del problema. Nei prossimi giorni, inoltre, incontrerò la collega aggredita per esprimerle la vicinanza dell’Azienda.”
La giovane dottoressa aggredita presso il Pronto Soccorso di Giugliano è specializzata in medicina Interna ed è stata assunta a gennaio scorso, classificandosi tra i primi dieci al concorso di Medicina d’Urgenza indetto dall’Azienda Sanitaria. Proprio la settimana scorsa l’Azienda sanitaria locale aveva avviato una campagna di comunicazione contro la violenza sugli operatori che si è avvalsa anche del volto degli operatori (anche quello della dottoressa aggredita) e della loro esperienza nella gestione dell’emergenza. La dottoressa aggredita aveva partecipato alla campagna, prestando la propria immagine.
La seconda aggressione è invece avvenuta a Napoli all’alba di domenica, a Coroglio, l’aggressione n. 34 perpetrata ai danni del personale del 118 o di camici bianchi al lavoro in città. Il registro, puntuale ed aggiornato dei casi, è tenuto dall’associazione “Nessuno tocchi Ippocrate” che da circa due anni raccoglie tutte le segnalazioni sull’omonimo profilo facebook.
“Come si è detto nel corso del Comitato per la sicurezza tenuto nei giorni scorsi in Prefettura – dicono i due medici che animano l’associazione – 34 aggressioni su oltre 61 mila soccorsi in un anno, sono una frazione minima. I numeri sono la riprova che il 90% per cento della popolazione napoletana apprezza il nostro lavoro. Il problema però è la capacità di inquinamento della vita civile di quel 10% di cittadini pronto a usare la violenza come strumento di espressione del proprio stato d’animo. E allarma anche l’escalation dei casi,16 in tutto il 2017 mentre siamo già a 34 in poco meno di 5 mesi nel 2018. Bisogna unire le forze della parte sana e civile della società per disarticolare con tutte le leve possibili, anche culturali e di informazione e comunicazione, quella che è diventata una consuetudine che ha gravi risvolti sulla stessa funzionalità dei soccorsi”.
Nell’ultimo caso, l’altra mattina a Nisida, l’ambulanza accorsa dall’ospedale San Paolo per prestare assistenza a una ragazza in coma alcolico all’uscita di una delle discoteche della zona, è stata circondata da una folla di almeno 80 persone e presa a calci e pugni e l’autista strattonato dal finestrino, solo per attrarre l’attenzione su un altro ragazzo vittima di un incidente.
Quest’ultimo peraltro già segnalato dalla centrale operativa e presso il quale l’ambulanza si stava già dirigendo.
Dal caso del paletto di ferro, che l’altro sabato impattò sul finestrino dell’ambulanza a Largo Antignano, (correttamente derubricato come semplice incidente) sono elencati altri tre episodi, compreso quello di domenica mattina. Il primo è del 17 maggio e si è verificato proprio nel giorno in cui in Prefettura era convocato il Comitato per la sicurezza.
La postazione coinvolta è stata quella del Loreto mare ma l’aggressione è avvenuta al pronto soccorso del Cardarelli. I danni sono stati solo morali, procurati dal figlio di una paziente condotta in emergenza che ha insultato e minacciato le giubbe rosse del 118 per la presunta perdita di tempo nel rilevare, durante il triage, i parametri vitali della congiunta.
Il giorno successivo, il 18 maggio, ad essere preso di mira è stato prima il personale della centrale operativa e poi l’equipaggio della postazione di Piazza del Gesù. Insulti al telefono e calci e pugni all’ambulanza perché l’ospedale di destinazione (il Loreto mare) non era quello gradito. Un caso simile ad altre decine, registrati nel corso del 2018, talvolta anche con conseguenze fisiche pesanti.
Intanto proprio stamattina all’ambulatorio di dermatologia dell’ospedale San Gennaro un infermiere è rimasto vittima di un pugno preso in pieno volto a seguito di un diverbio tra due utenti per la precedenza.
Uno dei due ha chiamato rinforzi che non hanno esitato a infrangere con un casco il vetro del reparto per entrare e aggredire il paziente che stava effettuando la visita. L’infermiere che si è frapposto ha avuto la peggio con 7 giorni di prognosi per il trauma e una completa amnesia retrograda. La Polizia, intervenuta sul luogo dell’aggressione, acquisirà i filmati delle telecamere di sorveglianza. La direzione sanitaria sporgerà denuncia.
Il presidente dell’Ordine dei Medici Silvestro Scotti.“In settimana avremo un incontro a Roma con tutti i presidenti degli Ordini, So che anche in altre Regioni, segnatamente nel Lazio, si sta pensando di richiedere il ripristino dei posti di Polizia in tutti gli ospedali. Come categoria stiamo ragionando su iniziative eclatanti perché il problema delle aggressioni non è solo napoletano è un problema nazionale e richiede un intervento anche legislativo. A Napoli sta avendo tuttavia una numerosità non più sostenibile». Così il presidente dell'Ordine dei Medici di Napoli, Silvestro Scotti, ha commentato il tema delle aggressioni nel corso del Giuramento di Ippocrate che si è svolto stamani al teatro Augusteo a Napoli.
Facendo attentamente slalom alle domande dei giornalisti - relativamente alla polemica suscitata con il sindaco di Napoli Luigi de Magistris da una sua frase pronunciata in occasione di quella che si credeva un’aggressione e che è stata invece derubricata ad incidente – Scotti, ha tuttavia ribadito che per gli operatori sanitari e per i medici Napoli ha un rischio professionale che potrebbe essere confrontabile di fatto a una territorio di guerra per la ferocia la gratuità delle aggressioni e il mancato rispetto anche del simbolo rappresentato dalle ambulanze della Croce Rossa.
“Noi l'allarme lo abbiamo lanciato – ha concluso - forse lo abbiamo lanciato attraverso un meccanismo provocatorio che qualcuno legittimamente ha ritenuto eccessivo. Ora io aspetto senza dichiarare più nulla che le istituzioni facciano il loro dovere, diano le risposte. L'incontro, a Roma, tra i presidenti di tutti gli ordini serve in fondo anche a questo, vogliamo unire le voci per alzare le voci. Aspettiamo che ci sia un governo con il quale avere un’interlocuzione e si facciano leggi di urgenza”.
Ettore Mautone
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