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Lunedì 14 MAGGIO 2018
Siglato protocollo per le urgenze negli ospedali di Cagliari. Garantirà migliore qualità assistenziale e meno trasferimenti

A partire dal 1° giugno l’accettazione dei pazienti avverrà attraverso una distribuzione, da parte della Centrale 118, secondo specifici criteri stabiliti dal nuovo protocollo. Le urgenze verranno trattate direttamente dall’ospedale al quale il paziente accede limitando così al minimo i trasferimenti

Siglato il protocollo per le urgenze chirurgiche per i Pronto Soccorso degli ospedali cagliaritani. Il documento, che è stato condiviso dalle direzioni sanitarie dell’Azienda Ospedaliera Brotzu, dell’AOU di Cagliari, dell’ATS Sardegna – ASSL Cagliari e dell’Areus -118, mira a cambiare le procedure per la presa in carico immediata dei pazienti, migliorando la qualità assistenziale per le patologie chirurgiche.

Superando quindi il precedente modello organizzativo - che prevedeva una turnazione degli specialisti dei Pronto Soccorso cittadini per gli interventi e i ricoveri chirurgici urgenti con conseguente spostamento dei pazienti da un presidio all’altro della città – il protocollo firmato dai rappresentanti del tavolo tecnico dell’area cagliaritana per l’emergenza-urgenza prevede una rimodulazione omogenea dell’organizzazione che tiene conto della complessità e della tipologia assistenziale secondo il modello Hub & Spoke.

A partire dal 1° giugno l’accettazione dei pazienti avverrà attraverso una distribuzione, da parte della Centrale 118, secondo i criteri sanciti dal protocollo d’intesa firmato lo scorso 20 aprile, sottoscritto da tutte le direzioni sanitarie cittadine, in base al quale la distribuzione avviene secondo il criterio dei codici di gravità.
 
“In sintesi – sottolinea il direttore sanitario di ATS Sardegna Francesco Enrichens – le urgenze verranno trattate direttamente dall’ospedale al quale il paziente accede tramite il Pronto Soccorso, limitando così al minimo i trasferimenti, ad eccezione di quelli legati ai casi di particolare complessità o specificità clinica, e riducendo soprattutto i tempi di intervento della presa in carico dei pazienti”. 

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