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15 APRILE 2018
Guasta la Tac del Santobono, per le urgenze esami al Cardarelli

Così l’ospedale della zona collinare diventa meta delle urgenze di tutta la città.Il Cardarelli continua insomma a gestire l’emergenza di tutta la città e l’offerta degli ospedali della Asl Napoli 1, caotica e frammentata non aiuta a fare filtro. E il 118 si è ormai abituato ad avere come principale riferimento il Cardarelli

Guasta la apparecchiatura Tac in uso all'ospedale pediatrico Santobono. La direzione sanitaria dell'ospedale pediatrico partenopeo con una nota inviata ai vertici del Cardarelli avverte che, in caso di necessità e di urgenze non trasportabili al Pausilipon, (dove è in uso una seconda apparecchiatura Tac dell'ospedale pediatrico) gli esami saranno effettuati al Cardarelli.
 
Una nuova tegola per il già affollatissimo pronto soccorso del Cardarelli dove i tempi di attesa dei codici verdi superano le 8 ore. Il primario di Radiologia del Cardarelli Luigia Romano intanto chiarisce che per le prestazioni Tac body urgenti ed indifferibili per i piccoli pazienti dell’ospedale Santobono, da effettuare al Cardarelli per il guasto della loro apparecchiatura “non essendo presenti Radiologi ed Anestesisti con esperienza pediatrica, né presidi specifici di rianimazione pediatrica al Cardarelli, è indispensabile un’organizzazione che preveda che il piccolo paziente venga accompagnato da un anestesista del Santobono che porti con sé la cassetta contenente i presidi di rianimazione pediatrica al fine di poter fronteggiare eventuali reazioni avverse”.
 
Sarà inoltre necessaria, aggiunge la dottoressa Romano, la presenza  di un Radiologo del Santobono cui sarà fornita la work-station di visualizzazione delle immagini Tac ed un computer per poter refertare l’esame con programma “word”. “La presenza del Radiologo potrà essere evitata solo nel turno di notte del 14 e durante la mattinata del 16 aprile – conclude la primaria del Cardarelli - in quanto la sottoscritta sarà in servizio, ed avendo una pregressa esperienza radiopediatrica potrò provvedere alla autonoma refertazione degli esami. Gli altri Radiologi assegnati alla Radiologia non hanno invece alcuna pregressa esperienza di radiopediatria e quindi non sono in grado di affrontare la diagnosi di patologie urgenti di piccoli pazienti”.  Sono intanto partite le richieste urgenti di riparazione del guasto che slitterá quasi certamente al prossimo lunedì.
 
Record di accessi al Cardarelli
Il Cardarelli, in attesa che il 23 aprile apra il nuovo pronto soccorso dell’azienda dei colli (al Cto che serve anche il Monaldi) e che entro giugno decolli definitivamente il Dea di II livello dell’ospedale del mare, sta sostenendo tutte le urgenze dell’area metropolitana di Napoli solo in parte aiutato dagli ospedali della Asl dotati di pronto soccorso (il Loreto in fase di smantellamento e riconversione, il Vecchio Pellegrini, il San Giovanni Bosco e il San Paolo).
 
Dalle 8 del mattino di giovedi al Cardarelli gli arrivi di pazienti in pronto soccorso al Cardarelli, tramite i mezzi del 118, sono circa una quarantina nell’arco delle 24 ore. Sei sono stati codici rossi, a massima urgenza, quindici sono gialli, urgenti ma differibili, uno è verde (a scarsa urgenza) e tutti gli altri sono senza codice sull’elenco di servizio. Per dimenticanza o più probabilmente per la fretta.
 
Le postazioni mobilitate per il soccorso e il trasporto riguardano tutta la città: San Paolo, Corso Europa, San Gennaro, Pietravalle, Incurabili, piazza del Gesù, Loreto Mare, Pianura, Vomero, Scampia, Aeroporto, Crispi, Ponticelli, Miano, Ascalesi. Addirittura da Afragola per un sospetto Ictus diagnosticato alla clinica Pineta Grande di Castevolturno, struttura accreditata che, insieme a villa dei Fiori di Acerra è dotata di un attrezzato pronto soccorso. In pratica tutti gli ospedali della Asl Napoli 1 dotati di medicina di urgenza sono saltati.
 
“Spesso i mezzi di soccorso del 118 si dirigono al Cardarelli da ogni parte della città per precauzione in base alla gravità del caso ma anche perché sanno che qui trovano tutte le specialità mediche e chirurgiche interessate – avverte uno dei camici bianchi di una delle chirurgie del Cardarelli che si aggira per i viali dell’ospedale diretto al pronto soccorso dove è stato chiamato per una consulenza – del resto non si risolve il problema barelle comprando altre lettighe identiche a quelle delle ambulanze per velocizzare il trasbordo e il rientro dei mezzi in postazione in quanto si tratta di barelle strette e senza sponde, utili solo nell’ambulanza ma non per stazionare in pronto soccorso”.
 
La mole di lavoro del pronto soccorso del Cardarelli resta enorme. Ma non tutti i casi clinici che arrivano, almeno quelli tramite il 118, avrebbero bisogno di cure intensive per come il Cardarelli è attrezzato. Intanto nell’arco della giornata altre centinaia di pazienti (da 150 a 200) arrivano con i mezzi propri. Ma si dà la precedenza a quelli del 118 proprio per consentire di liberare i mezzi. Il martellamento è continuo.
 
Ecco alcuni casi emblematici: D.C, caduta accidentalmente in casa presenta una ferita lacerocontusa al cuoio capelluto e un trauma facciale. E’ un codice giallo. Presa a Via Mergellina da una delle postazioni del centro storico, viene trasportata al Cardarelli perché codificata come trauma ma sarebbe potuta andare in qualunque pronto soccorso per una radiografia, una giornata di osservazione e poi a casa con terapia.
 
Nel pomeriggio di Giovedì arriva M. P. La postazione è quella dell’Arenaccia che ha prelevato la paziente nei pressi dell’Arenaccia. La donna non urina da due giorni. Andrebbe cateterizzata. Può avere varie patologie ma ha bisogno dell’urologo. Disciplina che sul territorio della Asl Napoli 1 non è presente in nessun pronto soccorso soccorso. E si va al Cardarelli. E’ la volta di R. G: Il 118 è in questo caso allertata per una probabile manifestazione psichiatrica è la postazione San Giovanni. Il paziente si aggira nudo per strada in via Impronta.
 
“Nel protocollo operativo – spiegano dal 118 – è previsto che se un paziente non è già seguito dal Dipartimento di salute mentale deve essere condotto in un Pronto soccorso attivo come qualunque altro paziente e poi il presidio chiede  la consulenza psichiatrica”.
 
Un assunto in base al quale lungo il tragitto si ignora il pronto soccorso psichiatrico del San Giovanni Bosco e si salta pure quello del policlinico di Piazza Miraglia che insieme al pronto soccorso ostetrico, pediatrico e neonatale qualifica l’offerta nella rete dell’emergenza della struttura universitaria del centro storico. Il paziente fa cose da pazzi nella medicheria del Cardarelli e scatta il Tso (Trattamento sanitario obbligatorio).
 
E ancora, all’una di notte, S. S. viene soccorso a casa dalla postazione San paolo, quartiere Fuorigrotta. Inviato al Cardarelli dalla centrale operativa per presincope, sudorazione, formicolii alla gambe, pallore e dolore allo stomaco. E’ un paziente iperteso e cardiopatico. Il San Paolo è sprovvisto di Cardiologia (il reparto doveva essere trasferito dal 1° aprile dall’Ascalesi ma non ci sono gli spazi e si aspetta di reperirli).
 
Si va dunque al Cardarelli. Ecco un piccolo angolo di una realtà di trincea in uno scenario da assedio che si ripete da mesi allo stesso modo aggravato dallo stillicidio del rimaneggiamento del Loreto, non più in grado di rispondere all’appello con il trasferimento del cuore dell’emergenza all’ospedale del mare.
 
Lì però il personale è pressoché fermo in attesa che si avvii, entro l’estate, il pronto soccorso che attende le ultime infornate dei soccorso. Una soluzione proposta ma finora mai presa in considerazione, sarebbe consentire uno scambio di pazienti e di personale, in un verso e nell’altro, tra il Cardarelli e l’ospedale di Ponticelli. Ciò avrebbe il vantaggio di consentire un adeguato addestramento a giovani vincitori di concorso da un lato e di alleviare i carichi di lavoro al Cardarelli drenando una parte dei pazienti stabilizzati anche dall’ospedale collinare verso Ponticelli.
 
Una strada finora risultata sbarrata. Il Cardarelli continua insomma a gestire l’emergenza di tutta la città e l’offerta degli ospedali della Asl Napoli 1, caotica e frammentata non aiuta a fare filtro. E il 118 si è ormai abituato ad avere come principale riferimento il Cardarelli.  
 
Ettore Mautone

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