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Giovedì 29 MARZO 2018
Medici di famiglia. Firmato l'accordo collettivo nazionale. Scotti (Fimmg): “Ora prepariamoci alla convenzione del cambiamento”
“E' un punto di partenza di grande valore per il dichiarato impegno a sostegno dell’evoluzione della medicina generale che, nel rispetto e nella continuità della sua tradizione e della sua peculiarità, è riconosciuta come soggetto di riferimento per rispondere alle richieste di salute dei cittadini italiani garantendo la sostenibilità del Ssn". Questo il commento del segretario nazionale. IL TESTO
E' stato firmato oggi l'Accordo tra la Sisac e i sindacati della medicina generale. In arrivo la risposta alle aspettative “passate” di professionisti che erano fermi economicamente da 8 anni, ovvero gli arretrati economici per tutti i settori: medici di famiglia, di continuità assistenziale, di emergenza sanitaria territoriale e dei servizi territoriali. Ma, come avevamo anticipato nei giorni scorsi, arrivano anche sul normativo le prime importanti risposte per il “futuro” della medicina generale: velocizzazione dell'accesso alla professione dei giovani medici e indirizzi per accordi regionali che abbiano come obiettivo un aumento della intensità assistenziale attraverso diagnostica di primo livello negli studi, riconoscimento del ruolo centrale del medico di famiglia nella gestione del paziente cronico e quello attivo nelle vaccinazioni e partecipazione al governo delle liste d'attesa.
“E' un punto di partenza di grande valore per il dichiarato impegno a sostegno dell’evoluzione della medicina generale che, nel rispetto e nella continuità della sua tradizione e della sua peculiarità, è riconosciuta come soggetto di riferimento per rispondere alle richieste di salute dei cittadini italiani garantendo la sostenibilità del Ssn", è il commento del segretario nazionale della Fimmg Silvestro Scotti.
“È stato un gioco di squadra tra ministero, regioni e sindacato - prosegue Scotti - che ha consentito di prevedere particolari tutele per le colleghe in gravidanza e per i giovani che acquisiscono il titolo di formazione specifica. Si è previsto inoltre che le attività di continuità assistenziale vengano svolte in sedi idonee a garantire la sicurezza soprattutto delle colleghe, cominciando a mantenere così una promessa che ci eravamo fatti al nostro ultimo Congresso. La larga condivisione sindacale rappresenta poi un valore aggiunto se si riuscirà a mantenere sugli accordi decentrati unità di intenti pur nelle diversità.
“Non sono solo buone notizie – aggiunge Scotti – poiché quello che era sembrato risolvibile nel breve tempo, ovvero un aumento del numero delle borse attraverso l’uso dei fondi di piano finalizzati dal Ministero della salute a questo scopo, pare sia bloccato per opposizione di una sola Regione. Ricordiamo a questa Regione che velocizzare l’accesso senza formare nuovi medici peggiorerà la situazione, rendendo l’emergenza un fatto di sua esclusiva responsabilità. Sul proseguo delle trattative saremo inamovibili, soprattutto sul tema della assistenza penitenziaria che non possiamo caricare sui numeri del diploma in Medicina Generale quali quelli della programmazione attuale, per cui chi prende queste decisioni forse sta sottovalutando il problema che, nel caso dei detenuti, potrebbe addirittura diventare drammatico".
"Vogliamo però essere ancora ottimisti, anche perché siamo in un momento di nuovo assestamento del panorama politico nazionale, – conclude Scotti – e trovate le giuste misure noi proseguiremo il dialogo con le Regioni e con la compagine governativa che si andrà a costituire per un percorso di rinnovamento che mantenga però sempre lo stesso impegno e lo stesso sguardo rivolto all’interesse del cittadino e alla difesa costituzionale della sua salute”.
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