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Martedì 27 MARZO 2018
Veneto. Diecimila cittadini sottoposti ad analisi per monitoraggio Pfas. 1 su 2 ha livelli oltre la norma
Il programma di monitoraggio ha finora sottoposto ad analisi i residenti nei 21 comuni a più alta contaminazione nati tra il 1978 e il 2002. Il monitoraggio ha valutato la concentrazione di 12 Pfas nel siero: quattro di esse sono risultate sopra la soglia di rilevabilità in almeno il 50% dei residenti. IL BOLLETTINO
Sono 9.757 le persone già coinvolte nel Piano di Sorveglianza Sanitaria sulla popolazione veneta esposta a Pfas messo in atto dalla Regione Veneto per valutare lo stato di salute dei cittadini residenti nei 21 Comuni dell’area di massima esposizione a sostanze perfluoro alchiliche.
I dati sono contenuti nel Quinto Rapporto specifico, realizzato dalla Direzione Prevenzione dell’Area Sanità e Sociale della Regione Veneto.
Al 18 marzo scorso, giorno di “chiusura” del rapporto, risultano coinvolti tutti i Comuni interessati e le analisi si concentrano sulle classi di nascita tra il 1978 e il 2002.
Il monitoraggio sta valutando diversi parametri biologici. Innanzitutto le sostanze Pfas contenute nel siero. Il dosaggio è stato compiuto su dodici sostanze Pfas nel siero. Quattro di essi (i PFOA, i PFOS, i PFHxS e i PFNA) sono risultati sopra la soglia di rilevabilità in almeno il 50% dei residenti.
In particolare, PFOS e PFHxS presentano una concentrazione nel siero di 4 nanongrammi/millilitro, mentre è di molto inferiore quella per i PFNA.
I dati sul PFOA indicano invece concentrazioni medie di 51 nanogrammi/millilitro, con una variabilità anche molto ampia tra le diverse persone monitorate.
A oggi non sono state rilevate differenze evidenti nelle concentrazioni valutate per età, mentre le concentrazioni di PFOA sono circa il doppio nei maschi (68 nanogrammi/millilitro) che nelle donne (38 nanogrammi/millilitro). Secondo gli esperti della Regione, questa differenza è dovuta al fatto che le femmine in età fertile eliminano una certa quantità di sostanze attraverso il ciclo mestruale.
Il rapporto sta valutando anche l’impatto dell’inquinamento ambientale sull’assorbimento di PFOA, PFOS e PFHxS.
Per far ciò ha diviso i comuni in due aree: l’area A, che comprende i Comuni serviti da acquedotti inquinati prima dell’applicazione dei filtri e localizzati sopra il plume di contaminazione della falda sotterranea e l’area B, che comprende i Comuni serviti da acquedotti inquinati prima dell’apposizione dei filtri, ma esterni al plume di contaminazione della falda sotterranea.
Ebbene, i residenti nell’Area Rossa A presentano concentrazioni di PFOA, PFOS e PFHxS significativamente più elevate rispetto ai residenti nell’Area Rossa B. Questo riscontro suggerisce che, a parità di contaminazione dell’acqua potabile distribuita dall’acquedotto, anche la contaminazione dell’ambiente (maggiore nell’Area A rispetto all’Area B) abbia avuto un ruolo nel determinare il carico corporeo di PFAS.
Infine, oltre al dosaggio di dodici sostanze Pfas, il Protocollo di sorveglianza comprende un’intervista per individuare abitudini di vita non salutari e fornire informazioni e consigli su come proteggere la propria salute, la misurazione della pressione e alcuni esami del sangue e delle urine per valutare lo stato di salute di fegato, reni e tiroide e l’eventuale presenza di alterazioni del metabolismo dei grassi e degli zuccheri. Tali analisi generali hanno lo scopo di fare il punto sullo stato di salute delle persone collegato ai singoli stili di vita, anche a prescindere dall’aspetto della contaminazione da Pfas.
Per quanto riguarda gli esiti di quest’ultimi risulta che il 21% dei soggetti (2.061 su 9.757) ha un valore di colesterolo totale fuori norma (ovvero superiore a 190 mg/dl), percentuale che cresce molto suddividendo il dato per età (quasi del 40% per i soggetti nati tra il 1987 ed il 1978). Tutti gli altri parametri presentano percentuali di valori fuori norma intorno al 4-5%.
Allo scopo di prendere in carico quei soggetti con valori alterati in un’ottica di prevenzione e di tutela della salute dei cittadini, è stato creato il percorso di II° livello con l’attivazione degli ambulatori specialistici di endocrinologia e di cardiologia. Al 18 marzo 2018 sono 5.212 i soggetti per i quali è stato indicato di iniziare il percorso di presa in carico, pari al 53% dei soggetti per ora coinvolti nel I° livello e per i quali sono disponibili i valori. Il 13% ha ricevuto l’indicazione di prenotare una visita in entrambi gli ambulatori.
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