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Lunedì 12 MARZO 2018
Piemonte. Medici di famiglia e infermieri di comunità al centro del Piano cronicità
Elementi fondanti del progetto sono l'incremento della domiciliarità, anche attraverso l'uso della tecnologia, la realizzazione di reti assistenziali, la centralità del ruolo dei medici di famiglia, la riorganizzazione operativa degli ospedali e dei distretti, l'elaborazione di piani di cura personalizzati per i pazienti, la creazione di Pdta integrati ospedale-territorio e omogenei a livello regionale.
"Stiamo lavorando a un nuovo modello per la cura delle malattie croniche che operi all'interno della sanità pubblica, rafforzando le capacità di risposta alle nuove esigenze di salute. La nostra intenzione è mettere al centro il ruolo dei medici di famiglia ed estendere su tutto il territorio piemontese esperienze già sperimentate in alcune realtà con risultati positivi, come l'infermiere di comunità e la telemedicina".
Lo sottolinea l'assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta, che ha partecipato questo pomeriggio a Torino alla presentazione del Piano della cronicità della Regione Piemonte, insieme agli assessori alle Politiche sociali Augusto Ferrari e alle Attività produttive Giuseppina De Santis.
Il Piano della cronicità è il progetto della Giunta regionale per affrontare l'aumento delle malattie croniche, un fenomeno che si sta verificando a livello nazionale ed europeo ed è strettamente correlato all'invecchiamento della popolazione. Si stima, ad esempio, che almeno il 40% dei piemontesi soffra di una malattia cronica grave e che a livello mondiale circa il 70-80% delle risorse sanitarie sia impiegato per la gestione delle malattie croniche.
L'obiettivo del Piano è modificare la prospettiva utilizzata fino a questo momento per la presa in carico dei pazienti, concentrando negli ospedali la competenza su urgenze e alta specializzazione e affidando all'assistenza territoriale la cura delle malattie croniche.
In questo senso, dunque, gli elementi fondanti del progetto sono l'incremento della domiciliarità, anche attraverso l'uso della tecnologia (dalla teleassistenza domiciliare al teleconsulto specialistico), la realizzazione di reti assistenziali, la centralità del ruolo dei medici di famiglia, la riorganizzazione operativa degli ospedali e dei distretti, l'elaborazione di piani di cura personalizzati per i pazienti, la creazione di percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali integrati ospedale-territorio e omogenei a livello regionale.
"L'attuazione del Piano avverrà attraverso gli strumenti operativi che abbiamo creato come Giunta regionale in questi anni: la rete delle Case della Salute, il rafforzamento del ruolo del distretto, il piano per le liste d'attesa, le linee per la Sanità digitale a partire dal Fascicolo sanitario elettronico, l'esperienza dell'infermiere di comunità, la rete endocrino-diabetologica, la rete per l'Alzheimer e il rafforzamento della rete oncologica - aggiunge l'assessore Saitta -. Il Piano, in particolare, sarà in grado di consolidare il rapporto di fiducia tra medico e pazienti. Il rinnovo del contratto dei medici di famiglia, che avverrà nei prossimi giorni, sarà seguito nei prossimi mesi dall'accordo regionale, in cui saranno previsti strumenti specifici finalizzati all'attuazione del Piano".
L'applicazione della delibera, approvata dalla Giunta regionale a febbraio e ora sottoposta all'approvazione del Consiglio regionale, avverrà attraverso il confronto con medici di medicina generale, pediatri, infermieri, specialisti, aziende sanitarie, farmacisti, società scientifiche e rappresentanti delle associazioni dei pazienti.
È previsto un primo periodo di sperimentazione, che si concluderà nel 2019. In questa prima fase sono già state istituite quattro "comunità di pratica" all’interno di altrettante aziende sanitarie piemontesi - Asl Città di Torino, Asl To3, Asl Cn1, Asl Vco – composte da esperti e specialisti nelle discipline interessate, per elaborare e mettere a punto i modelli di cura che verranno poi utilizzati su tutto il territorio regionale.
"Questo nuovo modello sarà focalizzato sulla persona e sul suo progetto di cura, attraverso l'integrazione tra i diversi professionisti e le diverse specialità – conclude l'assessore Saitta -. Si tratta di un percorso fondamentale per il futuro della nostra sanità, per la capacità di prendersi cura dei pazienti e per la sostenibilità dell'intero sistema".
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