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Martedì 06 MARZO 2018
Ordini dei medici: le donne sono ancora troppo poche 

Un’analisi dei risultati degli ultimi rinnovi ordinistici: più della metà degli Ordini non ha donne negli organismi esecutivi. Undici le donne presidente di Ordine, poco più del 10 per cento. Ma sotto i 50anni i medici donna sono di più.

Oltre la metà degli ordini italiani (56 ordini su 106) non ha una donna nell'esecutivo del consiglio provinciale. Il dato si riscontra sia nei piccoli ordini (14 su 30) sia negli ordini al di sotto dei 6.000 iscritti e sopra i 1.500 (35 su 59) e in 7 su 17 degli ordini sopra i 6.000 iscritti.
 
Nell’analisi dei dati delle presenze femminili si è considerato il numero totale delle persone presenti nei consigli degli ordini, compresi gli odontoiatri. 72 ordini hanno consigli con 17 unità, 30 ordini sono per definizione Piccoli Ordini con meno di 1.500 iscritti medici e consigli con 11 unità. Le quattro città con maggior iscritti hanno dai 20 a 18 consiglieri. 
 
Nelle elezioni per il rinnovo dei Consigli degli Ordini svoltesi nel 2017 vi sono ancora Ordini con zero donne in consiglio. Sono La Spezia e Vercelli - ordini con meno di 1.500 medici iscritti - ed Avellino con quasi 3.000 iscritti. Avellino ha 4 revisori al femminile, Vercelli e La Spezia ne hanno due.
 
Da diversi rinnovi si registra un costante incremento negli organismi elettivi degli ordini per tutte le variabili considerate. In particolare nel 2017 sono aumentate le donne presidenti - da 6 a 11 - superando di poco il 10%. “Tale incremento può essere riconducibile alla presenza di Roberta Chersevani al vertice della Federazione. Il maggior incremento di tutte le altre variabili si è avuto fra il 2012 e il 2014. “Mi piace ricordare - dice Annarita Frullini in quegli anni Coordinatrice dell’Osservatorio della Professione Femminile -  l’allora presidente Amedeo Bianco e il grande spazio dato sui media a tematiche femminili”.
 
Dice M. Antonella Arras di Torino: “Cresce sia la percentuale di iscritte agli ordini che la presenza negli organismi rappresentativi, ma la crescita è comunque sottodimensionata”. Federica Zolfanelli di Firenze sottolinea come non esistano per le presenze femminili particolari distribuzioni geografiche e quanto sia alta la variabilità intraregionale dei dati elettorali.
 
Più omogenei sono invece i numeri che mostrano il costante aumento delle donne nella professione medica. Sono solo tre le province con una popolazione medica femminile al di sotto del 33,3 % (Napoli, Salerno e Taranto) fino alla percentuale minima del 31,5 a Napoli. Due province del Nord - Imperia e Venezia - registrano una presenza femminile al di sotto del 35%.
 
La provincia con la maggiore presenza di donne medico iscritte è Nuoro - 54,5 - seguita da Cagliari 49,8%. Se consideriamo i sei ordini con una popolazione medica di oltre diecimila unità Napoli è l’unica città al di sotto del 40%.
 
“Oggi in Italia - dice M. Antonella Arras - in base ai dati della Federazione di gennaio 2018, le donne medico sono 175,087 su 429,664 con una percentuale del 40,75. Nel 2009 erano il 37,80”.
“Se consideriamo le fasce di età – aggiunge Frullini - le donne dai 24 ai 59 anni sono circa il 50%. Nello specifico le donne medico al di sotto dei 39 anni sono il 60%, dai 40 ai 49 oltre il 50, e sono ancora il 40% dai 50 ai 60. Sono il 25% dai 60 ai 69”.
 
Nonostante l’incremento delle presenze femminili negli Ordini si è ancora lontano da una rappresentatività consona  a tali numeri .
Vi è certamente una pluralità di cause e concause. Forse varrebbe la pena di cominciare proprio da La Spezia, dove operano colleghe motivate e competenti, per capire perché l’interazione fra donne e istituzione ordinistica non sia attrattiva o sia addirittura respingente. Saranno analisi indispensabili per decidere quali misure di promozione della parità inserire nei decreti attuativi  della legge Lorenzin per a favorire “l’equilibrio di genere e il ricambio generazionale nella rappresentanza”.
 
Interessante appare anche la presenza femminile fra i revisori.
Oltre Avellino, anche l’Ordine di Latina ha 4 revisori donna. Sembrerebbe quasi che Giovanni Maria Righetti, storico presidente, stia costruendo strategie future con le 4 donne nei revisori e più 4  donne in consiglio e altre 2 nell’esecutivo.
 
Vi sono ben 11 ordini - sia grandi che piccoli - che non hanno nessuna donna tra i revisori. Fra le grandi città Bologna, Messina, Reggio Calabria e Venezia.
Sono 45 le province con un solo revisore, 50 con due o più revisori.
 
Tornando ai consigli degli ordini oltre i tre con zero donne vi sono ben sette ordini con una sola donna in consiglio.
Piccoli ordini - Crotone Rieti Aosta - e medi ordini - Agrigento Cuneo e Livorno - e Lecce con oltre cinquemila iscritti. 
In 24 ordini vi sono solo due donne presenti, e la metà sono nei piccoli ordini.  Vi sono anche ordini con oltre seimila iscritti: Salerno, Catania e Messina.
 
Sia in medi che in piccoli ordini una di queste due donne è in esecutivo. A Fermo e a Vibo Valentia le due donne sono entrambe nell’esecutivo.
3 donne - il 17,64% - sono presenti in 18  consigli con 17 consiglieri. Fra questi Bergamo e Como hanno due donne nell’esecutivo.
 
Nei consigli con 17 consiglieri 4 donne - 23,52 % - sono presenti in 19 consigli e nella metà degli ordini almeno una donna delle quattro è nell’esecutivo. Nel caso di Palermo, Firenze e Brescia vi sono due donne delle quattro in esecutivo.
Fra gli ordini con più di 6.000 iscritti registriamo la presenza in consiglio di 7 donne a Padova e 6 a Torino. 
 
Siamo andate anche a vedere la presenza femminile negli esecutivi delle città dei 13 colleghi eletti nel CC della FNOMCeO.
Si tratta di 13 ordini. Fra questi Teramo, l’unico al di sotto dei 2.000 iscritti. Siena, Como, Ancona e Venezia hanno meno di 5.000 iscritti, Bergamo, Cosenza, Cagliari e Bari meno di 10mila iscritti. Palermo, Torino, Napoli e Roma hanno più di diecimila iscritti.
 
Negli ordini di Bari, Venezia, Siena, Napoli e Teramo non vi sono donne nell’esecutivo.
Hanno 1 donna in esecutivo Cosenza, Roma e Cagliari. Sono 5/13  gli Ordini con 2 donne nell’esecutivo: Palermo, Bergamo, Como, Ancona e Torino.
Ed è proprio Torino, con 6 donne su 18 consiglieri pari al 33,33%, a registrare nei Consigli dei presidenti eletti nel Comitato Centrale la massima apertura al femminile.
 
Abbiamo pensato che la conoscenza di questi dati possa essere base di riflessione per i medici, uomini e donne, per la costruzione di analisi propositive.
 

A cura di Annarita Frullini, M. Antonella Arras, Federica Zolfanelli

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