quotidianosanità.it
Lo studio
Metà delle persone gravemente ferite per finta ha trascorso meno di una settimana in ospedale, mentre solo il 20% dei pazienti reali ha avuto soggiorni così brevi. Inoltre, solo il 6% dei pazienti nella fiction americana è stato trasferito in una struttura di assistenza a lungo termine, rispetto al 22% dei pazienti veri. E ben diversi sarebbero anche i tempi in cui si arriva in sala operatoria. In Tv, il 71% dei pazienti arrivava sotto i ferri direttamente dal pronto soccorso, mentre nella pratica clinica quotidiana questo accadrebbe solo nel 25% dei casi.
I commenti
Anche secondo Elena Strauman, del College of Charleston in Carolina del Sud, le fiction possono essere pericolose per le aspettative che creano. “Dal momento che la televisione richiede tensione e dramma, un paziente e una famiglia potrebbero essere piacevolmente sorpresi da un risultati positivo, ma potrebbero anche restare delusi nello scoprire che non c’è una soluzione rapida al loro problema”.
Fonte: Trauma Surgery & Acute Care Open
Lisa Rapaport
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
stampa | chiudi
Giovedì 22 FEBBRAIO 2018
Incidenti e traumi. Nelle ficton è tutta un’altra cosa
Le fiction ambientate negli ospedali, come Grey’s Anatomy, spesso offrono visioni distorte di quelli che sono i decorsi clinici di traumi o altre patologie. Pur se questo accade per esigenze narrative, lo spettatore rischia di crearsi false aspettative nella realtà. Un gruppo di ricercatori Usa ha studiato il fenomeno
(Reuters Health) – Tra persone che non sopravvivono all’operazione, con medici e infermieri addolorati, e pazienti che si riprendono dopo degenze ‘lampo’, le serie Tv come Grey’s Anatomy creerebbero false aspettative in chi subisce incidenti e traumi. A denunciarlo è un gruppo di ricercatori guidato da Jordan Weinberg, del St. Joseph’s Hospital e del Medical Center Phoenix, in Arizona, Usa, che ha pubblicato la ricerca su Trauma Surgery & Acute Care Open.
Per vedere quanto la fiction differisce dalla realtà, Weinberg e colleghi hanno confrontato ciò che è accaduto a 290 pazienti con lesioni di vario genere in Grey’s Anatomy con i risultati su ferite reali subite da 4.812 pazienti raccolti in un registro nazionale. Hanno così scoperto che il tasso di mortalità sarebbe tre volte più elevato in Tv: il 22% dei pazienti con traumi è morto nella fiction, contro una percentuale del 7% nella vita reale. Ai sopravvissuti, invece, è andata meglio in Tv.
“I casi presentati in Tv hanno generalmente due esiti: o il pazienti non sopravvive a un eroico intervento o un paziente si riprende il giorno seguente – spiega Weinberg -. Ma nelle situazioni reali vediamo più spesso recuperi relativamente lunghi, che richiedono prolungati ricoveri in ospedale, cure a lungo termine e una gestione continua del dolore, del disagio e della disabilità”. Così, denunciare queste differenze è importante “in un’era in cui la soddisfazione del paziente è una componente importante nella valutazione della qualità dell’assistenza sanitaria e una misura con cui vengono pagate le prestazioni mediche”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA